<<ops, scusatemi, una signorina non dovrebbe dire certe cose, intendevo...>>
<<fai vedere>> dissi, non so cosa mi aspettassi, forse il nuovo eletto nella classifica il mago più "incendio" del mondo. Cose del genere comunque.
Ma quando Penelope scosse la testa energicamente insistetti preoccupato.<<Pen, dammi quel giornale!>>
Lei lo strinse a sé.
<<No, non posso farlo...so cosa significa. Non ho perso solo i miei genitori, ho perso anche il loro bel ricordo. Ho scoperto delle cose che... e ora oltre a non averli con me non ho con me nemmeno il ricordo di loro come mi hanno cresciuta. Tu...>>
Sentii dentro di me scomparire tutto in un istante. Sentii le mie pupille rimpicciolirsi e ogni singolo pensiero abbandonare la mia mente. Avevo smesso di ascoltare il mondo nel preciso istante in cui avevo capito. Finalmente aveva fatto qualcosa. Finalmente era tornato ad esistere.<<Dammi il giornale>> non lo dissi bruscamente, nè con un tono di voce superiore alla media, ma l'assenza di emozioni nella mia voce la fece ragelare come neanche una sfuriata avrebbe fatto. Si asciugò le lacrime e mi porse quel dannato giornale.
Lo aprii.
"18enne uccide una folla di auror che tentavano di soffocare una rivolta di maghi ribelli : PER IL BENE SUPERIORE si giustifica.
Nessuno è stato in grado di fornirci una descrizione del ragazzo del quale si sono perse le tracce."Penelope cercò in me una qualunque reazione che però non ottenne, leggetti un altra volta quelle righe, poi mi scusai alzandomi dal divanetto, vi appoggiai il giornale sopra e corsi in camera.
Tirai fuori la lettera e lessi nuovamente il post scriptum, con nuovi occhi e apparve tutto estremamente più chiaro, mi stava avvisando. Era cambiato e mi chiedeva di conservare il suo vecchio ricordo. Provai, invece, per anni a fare il contrario, ad uccidere il vecchio Gellert nella mia testa, ma era bravo a nascondersi. Era molto bravo.
Soffocai le urla appoggiando la carta pregiata sul viso. Era morto, il Gellert che conoscevo, che amavo, era morto, lui me lo aveva detto. Ma nonostante tutto non riuscivo a scordarmi di lui.
Alice salì subito dopo. Mi guardò negli occhi e io guardai nei suoi, ci capivamo.
Non disse niente, non avrebbe potuto, non c'era niente da dire.
Mi aiutò a fare i bagagli, magari da fuori può sembrare maleducato non chiedermi di restare ancora ma lei sapeva che dovevo andare via. Era l'unico modo per voltare pagina.
<<Lui è andato avanti. Fallo anche tu.>>
<<hai ragione, ma non so cosa fare, non ci ho mai pensato. Non pensavo di aver bisogno di un alternativa>> dissi, era vero, per me, il mio futuro era quello che descrivevamo insieme.
<<reagisci, puoi fare qualunque cosa.>>
Mi abbracciò.
Salutai tutti. <<prendetevi cura di lei>> dissi e la sera stessa partii.***
Forse l'avevo sempre saputo che sarei tornato ad Hogwarts, era la mia casa. Lo era sempre stata e lo sarebbe stata per molto tempo.
Allora il preside era Phineas Nigellus Black, fu stupito di vedermi arrivare.
<<Albus Silente. Cosa la porta qui ad Hogwarts?>>
<<ricordavo che aveste detto che ci sarebbe stato sempre posto per me. Mi chiedevo se fosse possibile per me insegnare>> Chiesi e nel suo volto si allargò un sorriso enorme.
<<ovviamente, ovviamente. Di questi tempi si fatica sempre di più a trovare personale efficiente. È voi caro Albus lo siete sicuramente. Tuttavia mi sembra di ricordare del vostro irrefrenabile desiderio di abbandonare la scuola. Se non erro, diceste di voler cambiare il mondo. Forse il mondo non è pronto per l'ascesa di Albus Silente?>><<credo di essermi abbandonato all'arroganza adolescenziale. Forse ho sopravvalutato me stesso o sottovalutato il mondo. In ogni caso, quale miglior modo di cambiare il mondo se non quello di educare nuove menti magiche.>>
Lui mi sorrise.
<<sono sicuro che sareste formidabilmente capace nell'insegnamento di qualsiasi materia. Quale vi piacerebbe maggiormente?>>Ci pensai a lungo, ma non così tanto. Credo di averlo saputo sin dal primo istante in cui l'idea di insegnare mi aveva attraversato la mente.
Ero diventato un esperto di arti oscure quell'estate, nel peggiore dei modi in cui lo sarei potuto diventare. Inorridivo al solo pensiero di aver anche solo supportato le idee di Grindelwald. Ma potevo rimediare. Ci sarebbe riuscito anche da solo, anzi, sono convinto di averlo rallentato. Però sapevo cosa voleva fare e sapevo che il mondo non sarebbe stato al sicuro.
Capii immediatamente quello che dovevo fare per rimediare ai miei errori, insegnare ai ragazzi a difendersi. A difendersi da quello che avrebbe combinato lui.<<difesa contro le arti oscure>>
<<Sul serio? Avrei pensato a Trasfigurazione piuttosto.>>
<<sono sicuro>>
<<perfetto, cominci a settembre>> diede uno sguardo ad un foglio che teneva in mano.
<< classe 3C, terzo piano, spero che vi troverete bene. Credo che possiate sistemarvi nel vecchio ufficio della professoressa Bones>>
<<vi ringrazio infinitamente preside Black. Non ve ne pentirete.>>
<<di questo sono sicuro>>***
Il primo settembre di quell'anno cominciai a insegnare. Mi piaceva, riuscivo a stimolare tutti gli alunni anche quelli più menefreghisti. E alla fine dell'anno tutti avevano raggiunto il traguardo prefissato. Non rispettavo pienamente il programma, cercavo di insegnare incantesimi utili piuttosto che quelli del programma ministeriale, perché al contrario di chiunque altro io sapevo a cosa quella generazone sarebbe andata incontro.
In quegli anni riallacciai i rapporti con un mio vecchio professore. Il famosissimo alchimista Nicholas Flamel.
Insieme eravamo una coppia infallibile, lui con la sua immancabile logica e io con il mio sesto senso e le mie doti magiche. L'alchimia mi affascinava. Nicholas mi raccontò in pura confidenza, del processo per creare l'elisir di lunga vita. Mi mostrò la pietra. La prima volta che la vidi impallidii, non molti ebbero la fortuna o la sfortuna di averla vista. Era bellissima, rosso sangue, nonostante il colore macabro era luminosa e la sola sua vista ti corrodeva l'anima. Impiegai molto tempo per imparare a gestire i miei impulsi. Più la guardavo più la volevo, ma più tempo passavo meno la pietra aveva potere su di me.Nicholas mi disse che purtroppo non era riuscito a completare l'elisir. Lo aiutai, e insieme dopo molti anni, riuscimmo finalmente a creare un composto in grado di allungare la vita.
Nicholas ne usufruì, voleva vivere il più a lungo possibile, lo somministrò anche a sua moglie e infine lo offrì anche a me.
Mi offrì la vita, anni di vita in più, ma io non l'accettai. Sapevo che l'aver lavorato a stretto contatto con quella sostanza aveva già allungato la mia vita e non era mia intenzione vivere più di quanto dovessi. Vi erano momenti in cui desideravo che gli anni passassero ancora più veloci.
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Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello Specchio
Fanfiction《Lei che cosa vede, quando si guarda nello Specchio?》... Guardai nello specchio e come ogni volta, mi ritornò tutto in mente, i momenti belli e quelli brutti. Accanto a me, vedevo Gellert Grindelwald. 1889 due ragazzi, un amore tormentato, ideali ir...