Gellert's pov
Seguivo sempre i loro spostamenti, sapevo sempre dove fossero Alice e Penelope, dove fosse Albus e persino Abeforth, non avevo bisogno delle loro morti per salire al potere, speravo che ci sarei riuscito senza ferire Albus più del dovuto.
Non sapevo che Alice e Penelope fossero a Parigi quando organizzai l'attacco, avevano organizzato un viaggio all'ultimo momento, una decisione istintiva che aveva portato alla loro morte. Cercavano di proteggere la loro famiglia, di proteggere i civili così si sono unite alla battaglia, entrambe combattevano con ardore ma io non ero lì. Quando arrivai, quando le vidi, Penelope era a terra insieme a sua figlia minore, Alice si ereggeva davanti a loro come per proteggere i loro corpi, anche se privi di vita. Mi vide, mi guardò con i suoi grandi occhi castani colmi di delusione ma anche di pena. Dovevo salvarla. Alzai la bacchetta per fermare il mio alleato, ma non fui abbastanza veloce, lui la uccise con la maledizione mortale, lei si irrigidì immediatamente, gli occhi si spalancarono ancora di più e sul viso rimase impressa quell'ultima espressione che mi aveva rivolto.
Urlai, non me ne resi conto ma urlai con tutto il fiato che possedevo, urlai tutta la rabbia che avevo dentro, urlai tutta la disperazione. Era l'umanità che mi era rimasta che cercava disperatamente di uscire. Uccisi quell'uomo appena si voltò verso di me, lo uccisi guardandolo negli occhi, l'espressione compiaciuta rimase per sempre con lui. Un errore che non sapeva di aver commesso, per lui era una vita come un'altra, ne avevamo uccisi a migliaia ma per me era Alice e per Albus era Ali.
Annunciai la ritirata, tornai al mio castello e ordinai che nessuno mi disturbasse. L'indomani sarebbe uscito l'articolo sul giornale, l'indomani Albus l'avrebbe saputo, l'indomani avrebbe perso l'ultimo pezzetto di passato che gli era rimasto ed ero stato io a portarglielo via, come tutto il resto.
Lottavo costantemente tra ciò che dovevo fare per portare avanti la mia causa e quel sentimento che ancora mi legava a lui. Erano passati più di trent'anni da quell'estate e ancora, dentro di me, c'era una vocina che si domandava "Cosa farebbe lui?" "Soffrirà?" "Cosa starà facendo". Ho pensato di farla finita, di uccidere quell'irritante parte di me dimenticando quei mesi, ma il ricordo è un flagello che devo portare perché senza Albus, senza i nostri discorsi, senza la morte di Ariana e la mia successiva fuga non sarei io. Non so descrivere l'impatto che ebbe Albus Silente nella mia vita. Fu senz'altro potente, improvviso, non posso però dire che sia stato positivo come non posso dire che sia stato negativo, credo che chiunque l'abbia conosciuto davvero possa concordare con me. Albus Silente è la persona più enigmatica e complicata di questo mondo, può tirarti fuori dal baratro più profondo e spedirtici solamente con l'arte delle parole.
Credo che il mio impatto su di lui fu altrettanto distruttivo. C'eravamo distrutti a vicenda e distruggendoci ci eravamo plasmati. Io ho creato questo Albus Silente, lui ha creato questo Gellert Grindelwald. Al e Gel, distruzione e rinascita mescolate insieme. Sarebbe romantico definirci come lo ying e lo yang, un po' di oscurità nella luce e un po' di luce nell'oscurità, ma non rispecchierebbe la realtà, noi abbiamo mischiato ciò di buono che avevamo così come l'oscurità. Avevamo buttato tutto dentro un secchio e mescolato fino ad ottenere un composto grigio, ecco quello che eravamo, grigi, fatti dello stesso materiale ma agivamo in maniera diversa.
Entrambi facevamo ciò che ritenevamo giusto, ed entrambi sacrificavamo vite per il bene superiore. Non eravamo così diversi in fondo, e so per certo che questo è un peso che si è portato per tutta la vita. Giocavamo una partita di scacchi, il mio esercito, il suo esercito erano solo pedine, ogni mossa era azzardata ma eravamo entrambi eccellenti giocatori.
Non volevo
Gli scrissi su un pezzo di pergamena che poi inviai. Due semplici parole di poco impatto, inutili difronte all'enormità dell'atto che avevo commesso.
STAI LEGGENDO
Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello Specchio
Fiksi Penggemar《Lei che cosa vede, quando si guarda nello Specchio?》... Guardai nello specchio e come ogni volta, mi ritornò tutto in mente, i momenti belli e quelli brutti. Accanto a me, vedevo Gellert Grindelwald. 1889 due ragazzi, un amore tormentato, ideali ir...