Sentivo, il vento sfiorarmi la pelle. Era una sensazione così bella. Doveva esserci una finestra aperta. Dalle tende, filtrava la luce del sole, che mi investiva in pieno.
Sentivo la pelle appicicaticcia dal sudore.Aprii pesantemente gli occhi, avevo un malditesta lancinante. Vidi la mia camicia abbandonata su una sedia. Ci misi più del dovuto, a capire che quella non era la mia sedia, non era la mia scrivania, non i miei libri.
La mia stanza era l'inferno, questa era maniacalmente ordinata.
I libri, messi in ordine alfabetico negli scaffali, davano un unico messaggio: "scappa". Parlavano di magia oscura, di incantesimi proibiti. Ero in camera di Gellert Grindelwald.Come se fosse comparso solo ora, mi accorsi della sua presenza nel letto. Nel suo letto. Il suo respiro, mi accarezzava il collo, era regolare ed elegante.
Mi girai facendo il più silenziosamente possibile in modo da non svegliarlo.Aveva un'aspetto così sereno, i capelli spettinati, il viso rilassato lo rendevano ancora più bello. Immaginai di vederlo da piccolo, senza il peso di ideali così profondi. Ma non riuscii ugualmente ad immaginarmelo in uno stato di tale di pace.
Gli occhi erano chiusi e solo in quel momento mi accorsi di quanto fossero chiare e lunghe le sue ciglia. La bocca era leggermente schiusa. Le guance erano arrossate, forse per il caldo, forse per i troppi balli della sera prima.
La sera prima. La festa. Le danze. Non ricordavo molto, solo di aver bevuto tanto, troppo, di aver ballato, di essere scappato e poi brevi ricordi confusi riguardanti Oliver Bloxam.
Ma in quel momento non mi interessava, non mi interessava neanche il maldistomaco, o il malditesta post-sbornia. L'unica cosa che in quel momento importava era lui.
Avevo, con imbarazzo, costatato che entrambi eravamo a petto nudo ma non ricordavo assolutamente niente di come dal labirinto fossi arrivato nel letto di Gellert. I nostri respiri erano coordinati, così come i nostri battiti.
Come se si fosse accorto del mio sguardo, aprì gli occhi. Io li chiusi immediatamente, non volevo che capisse che lo stavo guardando mentre dormiva, sarei sembrato un maniaco. Cercai di mimare un'espressione anonima, come quella che si fa mentre si dorme. Ricordo che mi venne da starnutire, avevo un ciuffo davanti al viso, che per il leggero vento si muoveva stuzicandomi il naso.
Come se mi avesse letto nel pensiero, allungò la mano e me lo spostò dal viso.
A quel punto non ce la feci e aprii gli occhi, lui spostò immediatamente le mani e arrossì, non disse niente. Io non dissi niente.Ci guardammo muti per interminabili secondi, nessuno dei due voleva parlare, nessuno dei due voleva interrompere lo sguardo. Tuttavia dovetti farlo. Ad un certo punto fui investito da un crampo allo stomaco, come se tutto si fosse rigirato su se stesso. Mi alzai di colpo e corsi in bagno. Mi inginocchiai affianco al water e cominciai a vomitare.
Non avevo mai vomitato così tanto. Dopotutto non avevo mai neanche bevuto così tanto.Gellert arrivò immediatamente, spalancò la porta che avevo lasciato socchiusa e mi si inginocchiò affianco. Non lo capivo, a volte era così saccente e arrogante, a volte era distante, come ieri alla festa. A volte invece, era così fottutamente dolce, così fottutamente gentile e premuroso.
A voltenon mi guardava neanche ma a volte, faceva delle cose come consolarmi, salvarmi da uno stupido bullo riemerso dal passato e accarezarmi la schiena mentre vomitavo.La sua mano fù subito sulle mie spalle. Era fredda ma ciò che sentii fu tutt'altro che freddo. Fù come un incendio sotto la pelle.
Si strinse a me e mi sussurrò più volte "è tutto ok". Sottinteso sentivo un "ci sono io", che ovviamente non espresse a parole ma lo percepivo in ogni suo tocco, in ogni suo sussurro. Anche dopo che ebbi espulso fino all'ultima particella del mio corpo, lui rimase lì.
Se prima la testa pulsava, ora vedevo tutto girare. Non avevo la forza di alzarmi, non avevo la forza di fare niente, se non di rimanere sdraiato sul pavimento del bagno insieme a lui.
<<Non puoi rimanere qui, dai ti aiuto ad alzarti>> mi sembrava di non sentire la sua voce da un'eternità. Mi tirò su, mettendo il mio braccio attorno al suo collo. La facilità con la quale mi sollevava era disarmante. Ero davvero così magrolino? O era lui a essere così incredibilmente forte?
Mi portò di nuovo a letto. Poi dopo avermi studiato per un istante disse.
<<Vado a chiamare mia zia. Tu vedi di non svenire>> Voleva farmi ridere, ma io vedevo quanto fosse preoccupato e la cosa mi piaceva, e non poco. Sorrisi.Poco dopo arrivò Bathilda.
<<Albus, cosa hai combinato ieri sera, povero bambino mio, il caffè è quasi pronto, vedrai che ti rimetterai presto>> e poi aggiunse <<ma come è possibile? Ti ho detto di stare lontano dagli alcolici, si sa che gli uomini ci si affezionano, fortuna che ti ha trovato Gellert. Non vi ho sentiti entrare ieri notte>> quanto avrei voluto darle una spiegazione.Poco dopo, entrò di corsa mia sorella. Sicuramente Gellert era andato a chiamarla.
<<Ti avevo detto di tornare a casa con me>> disse con tono di rimprovero, poi mi abbracciò.
<<Sto bene, dico davvero, non c'è bisogno che mi guardiate tutti con quelle facce>> dissi, non volevo far pena a nessuno.
<<Al ha ragione, lasciamolo in pace>> le due annuirono ed uscirono dalla stanza.<<L'ultima cosa che ricordo è di aver visto Oliver Bloxam, cosa è successo dopo Gel?>> chiesi, avevo bisogno di saperlo.
<<Ah si chiama così?! Bhe, Oliver ti ha lanciato la maledizione cruciatus, ti contorcevi per il dolore, è stato orribile. Io l'ho schiantato e lui è corso via. A quel punto ti ho preso di peso e ti ho portato quì. Mormoravi che avevi caldo, ti sei praticamente strappato la camicia di dosso.>> forzò una risata <<Mi sono messo accanto a te, e fine della storia>>
Tossii imbarazzato, giurai che non avrei più bevuto.Vedendo che non commentavo in nessun modo la storia, se ne andò, dicendo.
<<Riposa, kleiner Säufer>>N.A✒💕
Buona sera,
kleiner Säufer vuol dire Piccolo Ubriacone in tedesco.
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Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello Specchio
Fanfic《Lei che cosa vede, quando si guarda nello Specchio?》... Guardai nello specchio e come ogni volta, mi ritornò tutto in mente, i momenti belli e quelli brutti. Accanto a me, vedevo Gellert Grindelwald. 1889 due ragazzi, un amore tormentato, ideali ir...