<<Ti ho mai detto che sei completamente fuori di testa?>> fece Abeforth appena mi sentii rientrare in casa. Lo guardai, lanciando poi un occhiata a Credence che gli sorrideva debolmente. Vivevano tutti insieme, cercavamo di recuperare il tempo insieme, riempivamo quei pochi attimi che ci rimanevano con anni e anni di lontananza.
<<Non l'hai fatto veramente>> sentenziò Credence mettendosi a sedere. Li guardai entrambi e nei miei occhi lessero che avevano ragione.<<Porca puttana Alb, speravo di sbagliarmi, allora sei completamente un idiota. È andato dritto diritto nella tana del lupo maledizione. Che avevi nella testa?>> mi sentivo rimproverato, giudicato, non ricordavo quanto fosse stressante avere una famiglia, quanto fosse stressante essere osservato, analizzato e giudicato rudemente da qualcuno solo perché si condivide lo stesso sangue. Però immagino sia bello, essere talmente vicini a qualcuno.
<<Niente, non avevo niente per la testa, l'ho semplicemente fatto, e io che pensavo che l'Albus impulsivo fosse morto e sepolto, anni e anni di lavoro per niente>> dissi gettandomi su una sedia e portandomi la testa tra le mani.
<<Hai subito una f...forte perdita>> disse Credence tossendo leggermente <<Se reprimi quel dolore, troverà comunque il modo di uscire>>
<<Sembra una cosa che direi io>>
<<Se solo seguissi i tuoi stessi consigli Albus Silente, saresti ancora più saggio>> gli sorrisi, era una cosa carina da dire, anche se sapevo che la mia saggezza sarebbe rimasta ancorata a quel punto, perché mai e poi mai avrei imparato ad aprirmi con gli altri.<<Non ti ha ucciso>> fece Abeforth, sospettavo fosse un po' geloso, dopotutto Credence era suo figlio. <<Cosa ti ha detto? Cosa gli hai detto?>> lo guardai, non sapevo cosa raccontargli e cosa invece tenere per me.
<<Non si fermerà, niente gli impedirà di compiere il suo piano>> gli dissi
<<Ma non ti ha ucciso>> mi fece notare ancora mio fratello.
<<Pensa che riuscirà ad avere sia il potere che me ancora in vita, spera che cambi idea, che lo aiuti. Ha detto che vuole farmi il meno male possibile ma che non rendo le cose facili in pratica.>> Abeforth mi guardò, poi guardò Credence, si scambiarono un occhiata strana, io non capii, forse avevano parlato di me mentre non c'ero.
<<È un sentimento malato, questa cosa che vi lega è velenosa, non lo vedi? Ti indebolisce.>> tentò di usare un tono cauto, un timbro di voce basso, un espressione di compassione.
<<Indebolisce anche lui, fin quando è così possiamo usarla a nostro favore>> dissi, non ero io a parlare, era ciò che volevano sentire.<<Non lo farai>> fece allora Credence <<Non è da te, non vuoi farlo, non devi sentirti in dovere...>> Sentii allora tutta la rabbia contro l'universo tornare in superficie e accendermi ogni nervo, come se avessi un vero e proprio incendio sotto la pelle.
<<Ma lo sono cazzo, ho il dovere di fare qualcosa, sono l'unico che può farlo, l'unico che può scalfirlo. Io devo>> cominciai alzando la voce.
<<Non dovrebbe essere così maledettamente difficile. È una persona orribile, è un mostro, lui ha ucciso e ha...>> dopo la rabbia la disperazione, crollai, davanti a mio fratello, davanti al più giovane dei Silente. <<Non posso farlo Ab, non posso ucciderlo, non ci riesco, ci ho provato, ci ho provato davvero. Perché è così maledettamente difficile, dovrei volerlo morto, dovrei desiderare che tutto questo finisca al più presto, ma l'idea di ucciderlo mi uccide.>> mio fratello mi rivolse uno sguardo carico di compassione e questo mi bastò per rialzarmi e tornare a essere l'Albus Silente di sempre, non avrei permesso a nessuno, nemmeno a Gellert di ridurmi in quello stato.<<Quasi dimenticavo, ho un appuntamento con Newt e Tina>> dissi e prendendo la giacca uscii nuovamente.
In verità l'incontro con i due l'avevo veramente, solo non era così urgente. L'orario previsto era a tarda sera ma quando mi smaterializzai a Londra era ancora il primo pomeriggio. Avevano deciso di fare un viaggio, Newt aveva promesso di far vedere a Tina il regno unito, in un modo che in cui solo lui poteva conoscerlo. Diciamo solo che Tina non vide il big bang o gli immensi prati irlandesi, piuttosto si avventurò per i boschi centenari la quale magia illuminava la gran Bretagna, visitò grotte, casa delle più antiche e meravigliose specie esistenti. Probabilmente solo una delle tante creature che videro nel loro viaggio ma ci tenevano particolarmente ad un incontro informale, così gli accontentai.
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Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello Specchio
Fanfiction《Lei che cosa vede, quando si guarda nello Specchio?》... Guardai nello specchio e come ogni volta, mi ritornò tutto in mente, i momenti belli e quelli brutti. Accanto a me, vedevo Gellert Grindelwald. 1889 due ragazzi, un amore tormentato, ideali ir...