Albus' pov
Erano passati due anni da quel giorno, dal funerale di Ari. Era il 1901 e nonostante fosse cambiato anche secolo io ero fermo allo stesso punto. Era come se tutta la mia vita da quel giorno in poi fosse stata solo una gigantesca parentesi. Come se non fossi veramente vivo, come se il mondo non stesse veramente girando.
Non era possibile che tutto fosse rimasto imutato. Non era possibile che il mondo non avesse avuto alcuna conseguenza. Io ero convinto che fosse finita e invece la vita continua ad andare avanti.
E io non ero pronto. Non ero pronto a seguirla.Ero come il corpo di Ettore, trascinato dal carro di Achille.
Achille era la vita, mi aveva distrutto e ora trascinava il mio cadavere, distruggendone ogni singolo osso, ogni singolo muscolo. Eppure non avevo fatto niente di male, non l'amato ucciso in guerra, non prese le sue armi e fatto sfoggio di esse.
Il tempo era fermo nella mia testa eppure vedevo gli anni passare danti a me. Vedevo la mia barba crescere, i miei capelli allungarsi e i segni del tempo farsi segno sul mio corpo. E senza nemmeno rendermene conto pensavo agli effetti che lo stesso tempo aveva portato su di lui.
Anche a lui era cresciuta la barba?
Anche lui era dimagrito?
Anche lui aveva lasciato crescere i capelli?
Non sapevo cosa il tempo avesse cambiato di lui, ma sapevo una cosa, nessuno sottomette Gellert Grindelwald. Percui se anche il tempo aveva portato gli stessi cambiamenti anche sul suo corpo, lui era di sicuro messo meglio di me. Lui non si era abbandonato a sé stesso.Ma c'era una domanda che mi assillava più di tutte.
Mancavo a lui quanto lui mancava a me?Poi mi rimproveravo. Non avrebbe dovuto mancarmi. Mi aveva abbandonato, proprio quando ne avevo più bisogno. Era scappato come il peggiore dei codardi e non si era più fatto sentire.
Ero scappato anche io da Godric's hollow. Non come lui, ma anche io me n'ero andato. In quegli anni non avevo più fatto visita alla città, non mi era arrivata alcuna lettera e io non ne avevo spedito nessuna.
Non avevo più avuto notizie da nessuno. Non da Penelope né da Alice o Bathilda né tanto meno da mio fratello.
Fino a quel giorno.Come ogni mattina, mi costringevo ad alzarmi dal posto in cui avevo dormito la notte prima. Avevo viaggiato molto, non dormivo mai nello stesso posto. Ma in qualsiasi paese fossi, qualsiasi temperatura ci fosse all'esterno, con la neve, con la pioggia, ogni mattina andavo a comprare il giornale.
Sapevo che Gellert avrebbe combinato qualcosa. Speravo che dalle piccole cose avrei ricostruito un quadro completo della sua situazione. Avrei capito come agiva, con chi lo faceva, e soprattutto dov'era. Non che avessi intenzione di andare da lui. Era lui che era andato via. Io di certo ero troppo orgoglioso per andare a cercarlo.Non trovavo mai niente di veramente rilevante. Eppure lo facevo ogni mattina.
Un giorno mi arrivò una lettera. Era firmata a nome di Batilda.
Caro Albus,
Mi dispiace non averti contattato prima. Ma i tuoi continui spostamenti hanno reso l'impresa ardua.
In ogni caso, non vorrei farti perdere troppo tempo, pensavo solo che sarebbe stato di tuo interesse, sapere le ultime notizie quì a Godric's Hollow.
Mi duole informarti così dell'incendio avvenuto a casa Wright. Ricordi il ballo di parecchi anni fa? Quello dove per la prima volta incontrasti la signorina Penelope? Ecco, proprio quella villa da pochi giorni è stata mangiata dalle fiamme.
La signora Penelope è l'unica sopravvissuta. Ha perso l'intera famiglia in un giorno, povera ragazza.
Pensavo ti avrebbe fatto piacere sapere ciò visto la tua vecchia amicizia con la signorina.
Spero che tu stia bene.
Bathilda
STAI LEGGENDO
Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello Specchio
Fanfiction《Lei che cosa vede, quando si guarda nello Specchio?》... Guardai nello specchio e come ogni volta, mi ritornò tutto in mente, i momenti belli e quelli brutti. Accanto a me, vedevo Gellert Grindelwald. 1889 due ragazzi, un amore tormentato, ideali ir...