"Ecco a te la colazione" sorrido a trentadue denti a Charles che è davanti a me.
Gli porgo la busta del bar difronte scuola e, quando la apre, esce il buon profumino del cornetto che gli ho preso.
"Perché?" Domanda sorpreso, ancora con il suo armadietto aperto.
"Beh perché ho la sensazione che tu non mi abbia ancora perdonato per l'altra sera" abbasso la sguardo improvvisamente in imbarazzo
"Non è vero, i-io-"
"Non mentire, non ce n'è bisogno. Volevo offrirti un cornetto e magari uscire un po' questa sera?" Abbasso il tono della voce, con le gote che si stanno colorando di rosso e la paura di essere rifiutata anche da lui.
"Stasera non posso." Chiude l'armadietto con una gomitata per poi poggiarsi sopra.
"Oh" il mio cuore inizia a velocizzarsi perché la mia paura di essere rinnegata si sta avverando.
Non dovevo dare ascolto a Rory quando mi ha proposto di dirgli queste cose.
"Ho il compleanno di mio padre e ci saranno tutti i miei parenti." Sbuffa ed io ho come l'impressione che sia una scusa
"Non devi giustificarti, se sei ancora arrabbiato lo capisco-"
"Non mi sto trovando una scusa, volevo chiedertelo già ieri di uscire ma-" si blocca guardando dietro di me ed io lo incito a continuare
"Ma il mio coach mi ha chiamato perché non potevo perdere l'allenamento di ieri." Dice ed io ho ancora il sospetto che mi stia mentendo.
Annuisco decidendo di lasciar perdere ma lui si avvicina.
"Possiamo fare domani?" Sussurra cogliendomi di sorpresa.
"Certo!" Sorrido entusiasta e lui insieme a me.
"Ci vediamo alle 18 al centro commerciale? Ti va?" Chiede ancora ed io annuisco.Dopo averlo salutato scendo al piano di sotto per raggiungere la mia classe e resto bloccata quando vedo una figura seduta al banco accanto al mio. Nate.
È solo e scarabocchia qualcosa su un quaderno.
Le sue mani stabili mantengono una penna e come al solito indossa la sua giacca di pelle.
Mastica una gomma con la bocca chiusa permettendo ai muscoli della mascella scolpita di guizzare. I capelli perfettamente sistemati e una sigaretta appoggiata all'orecchio."Resti lì a fissarmi o entri e ne parliamo?" Domanda improvvisamente ed io trasalisco chiudendo la bocca che non mi ero accorta di aver aperto.
"Hai dimenticato la tua età? Se la chiedi ai tuoi amici di sicuro ti diranno che adesso non dovresti essere qui." Lo guardo ancora con le braccia incrociate. Mi lancia uno sguardo ed io sbuffo.
"Non c'è nulla di cui dobbiamo parlare" sbotto ancora arrabbiata
"Io penso di sì" molla la sua penna e si stravacca sulla sedia, mettendo poi le mani nelle tasche.
"Beh ti sbagli, come hai sbagliato ieri e come continuerai a sbagliare nei miei confronti." Poggio lo zaino sul mio banco
"Questo è il momento in cui devo fare delle battute sulla limonata per farti ridere?" Chiede sarcastico, riferendosi palesemente alla mia conversazione con Charles.
"Ti credi simpatico?" Domando furiosa
"Sì, e credo anche che tu debba smetterla di sbavargli dietro e persino portargli il cornetto la mattina" curva le labbra all'ingiù in un'espressione di indifferenza mentre si gratta il mento
"La vuoi finire? Dio, lo fai sembrare così ridicolo" Sbuffo
"Perché dovrei? Mi diverte così tanto la tua espressione quando ti arrabbi. E poi è ridicolo." ride ed io sbatto il piede per terra
"Sai, pensavo che ieri fosse una giornata no e che ti saresti scusato per ciò che hai detto, ma evidentemente mi sbagliavo. Ho sbagliato a credere che tu potessi davvero essere mio amico nonostante il bacio inutile che c'è stato, ho sbagliato a pensare che tu possa tenere a me e soprattutto ho sbagliato ad accettare lo stupido incarico di farti le ripetizioni." Sputo esausta
"Sai cosa Diana?" Sbatte le mani sul banco e si alza strusciando la sedia.
"Tu non hai sbagliato un emerito cazzo." Si avvicina più del dovuto, costringendomi ad arretrare un po'
"Sono io che ho sbagliato a proporre te al professore quando mi ha chiesto chi potesse darmi ripetizioni" sbotta fissandomi dritto negli occhi.
"Bene." Incrocio le braccia
"Bene." Mi imita per poi prendere lo zaino e andarsene.
"E smettila di spiarmi!" Esclamo per avere l'ultima parola
"Tu smettila di fare il piccolo cerbiatto con quell'idiota del cazzo." Esce dalla porta nell'esatto momento in cui suona la campanella
"E tu-" mi blocco perché non so che dirgli e soprattutto perché già se n'è andato.
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Untouchable- Leather Jackets
Roman d'amourQuesta storia parlerà di Diana, una ragazza priva di autostima e molto timida. È di buona famiglia, ma nessuna famiglia è perfetta. Ciò che la salva è il bellissimo rapporto che ha con la sorella, con il migliore amico e con la sua migliore amica i...