18. Umani

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«Che vuol dire che non fu l'ultima volta?» Domandò Michelito

«Vuol dire che poi se n'è parlato ancora» rispose semplicemente Fernando

«Ah. Tutto qui?»
«Sì»
«Quindi, semplicemente, hanno portato via Toy Boy e...»
«Potrebbero averlo spento. Si diceva così in giro»
«Ah».

Michelito si rilassò, pensando che molto probabilmente il laboratorio aveva finito per ritenere troppo difficile da controllare il progetto Toy Boy e che, ovviamente, avesse spento l'automa e l'avesse rinchiuso da qualche parte, tagliando pure i fondi ai tecnici che facevano le ricerche. Se c'era una cosa che sapeva era che la realtà è ben diversa dai film di fantascienza: le aziende non hanno alcun interesse nel creare cose rivoluzionarie e potenti ma altamente instabili, quello che vogliono sono prodotti solidi, facili da usare, che non mettano nei guai nessuno e che abbiano un'interfaccia amichevole. Toy Boy, in effetti, aveva un'interfaccia amichevole, ma la cosa finiva lì... non era certamente un giocattolino da produrre in massa per venderlo alle massaie sole e anche come super-soldato faceva un po' pena, visto che metteva in discussione gli ordini e finiva per credersi una persona.

No, Toy Boy non era un progetto di rilevanza, ma solo un bizzarro esperimento.

«Solo che poi al festival ci sono stati dei morti. E si dice che ad ammazzarli sia stato Toy Boy» Continuò il Folle Fernando, come se niente fosse.

Michelito sentì una scarica elettrica attraversargli la schiena.

«C-cosa?» Domandò, balbettando di eccitazione

«Sì. Te l'ho detto, io non l'ho mai più visto con questi occhi, ma ne ho sentito parlare e pure tanto! Ad un certo punto, ad un festival hanno iniziato a scomparire persone»
«E che cosa c'entra Toy Boy?» si intromise Ginger, con l'aria disinteressata di chi chiede qualcosa solo per fare un piacere a qualcun altro

«C'entra che chi ha controllato le telecamere di sorveglianza dice di aver visto camminare, durante le ore notturne, qualcosa di molto simile a Toy Boy nei corridoi sotto il teatro»

«Quale teatro?» quasi pigolò di eccitazione Michelito

«Il Metropolitan» rispose serafico Fernando

«Il Metropolitan?»

«Sì»

«Quello in cui lavoravamo assieme...»

«Sì»
«Quello in cui c'è la leggenda di un mostro che elimina i cantanti che non gli piacciono?»

«Sì»

«Mi stai dicendo che Toy Boy è il Mostro del Metropolitan?»
«Si dice così. Io non lo so se è sicuramente così, voglio dire, non l'ho visto con i miei occhi, ma chi ha visto Toy Boy e poi ha visto anche le riprese del Mostro del Metropolitan, sì, dice che è la stessa cosa»

«Stai scherzando zio?»

«No»

«Dimmi di più. Per favore»

«Sei parecchio interessato al mostro»

«Se davvero si nasconde sotto al Metropolitan, forse avrebbe qualcosa a che vedere con lo stanzino dove ci siamo nascosti, con i circuiti e tutto il resto, no? Se siamo stati quasi uccisi per colpa del progetto di Toy Boy lo vorrei pure sapere!».

Il Folle Fernando storse il naso, portandosi la mano in corrispondenza del livido sul ventre. Rimase pensieroso per un attimo, poi sorrise.

«Sai che non ci avevo pensato? Sì, forse là sotto c'è davvero Toy Boy. O forse è solo un mito, ma... comunque vale la pena di indagare» Disse

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