21. Uovo di pasqua

81 13 26
                                        

Il robot che ospitava il "cuore" di Toy Boy era stato spento e stava sul tavolo, a pancia all'aria, con l'aria innocua di un giocattolo. Nessuno lo degnava più di un'occhiata.

Michelito, seduto con gli occhi sbarrati, le ciglia orlate di lacrime, si guardava le mani.

«Mio padre... mio padre era vivo...» Singhiozzò «... Per tutto questo tempo... è stato vivo... ci ha abbandonati! Ci ha abbandonati!»

«Miche» disse soltanto Ale, abbracciandolo

«Mio padre era vivo! Non ci ha detto niente, si è completamente dimenticato di noi! Non una... non una l-lettera. Non un mess-saggio. Mia mamma era d-distrutta! Distrutta! Ci mancava da morire... da morire... ed era vivo! Ci ha abbandonati, Ale! Ci ha abbandonati come se fossimo spazzatura, se n'è andato a fare progetti, se n'è andato, non ci ha mai detto che era vivo! Non ci ha mai detto... non ci ha mai detto...».

Stanco morto, Michelito si abbandonò contro la spalla di Ale, piangendogli in silenzio sulla spalla, tirando su ogni tanto con il naso, gli occhi ancora spalancati che fissavano un punto nel vuoto, quasi potessero vedere il volto tranquillo di Hawk Storm.

Ale avrebbe potuto dirgli che di certo si sbagliava, che suo padre era stato tenuto lontano dagli eventi, che non avrebbe mai voluto abbandonarli, che c'era un motivo, una ragione enorme e segreta per cui non aveva più comunicato con la sua famiglia, ma... ma lei non si fidava della gente e, in particolar modo, non si fidava dei genitori. I suoi l'avevano venduta quando era piccola e se ne erano fregati di lei; Continuavano, a dire il vero, a fregarsene altamente, dunque perché Hawk doveva essere diverso?

Era un rinato: il suo spirito era stato impiantato da un corpo precedente (e morente) in quello nuovo con cui tutti lo conoscevano. E nel momento in cui era rinato, con un nuovo aspetto, Hawk aveva abbandonato per sempre la sua precedente famiglia, quella che aveva a Cuba, dunque perché adesso doveva essere diverso? Quel bastardo, pensava Ale, non cercava altro che il potere, l'agio, la fama, la forza, e a ben pensarci non l'aveva neanche mai voluto un figlio, visto che Michelito era nato dopo la sua presunta morte. Presunta, ecco: non era mai stato ritrovato il corpo, solo brandelli di carne che si erano sparsi ovunque e che nessuno aveva testato per sapere se il DNA era quello di mister Storm oppure di qualche altro povero disgraziato che era morto al posto suo.

La bara era stata portata in giro vuota, al suo funerale, e tutti lo sapevano.

E ora che cosa spuntava fuori? Che a distanza di vent'anni Hawk era vivo e vegeto, lavorava a progetti segreti delle grandi aziende tecnologiche e non sembrava invecchiato di un giorno, anzi... anzi...

«Michelito» Disse all'improvviso Ale, scuotendo il ragazzo «C'è qualcosa di strano».

Lui drizzò la schiena e la guardò in faccia, serio anche se con le palpebre arrossate e le ciglia bagnate di lacrime. «Cosa, Ale?» Domandò.

La ragazza lanciò un'occhiata allo schermo del computer (c'era ancora un fermo immagine sulla faccia di mister Storm), poi sentenziò: «Non è invecchiato. Sembra più giovane anzi. Non è possibile»

«Hai... hai ragione» ribatté Michelito «Perché non è invecchiato?»

«Già, perché? Quello non è tuo padre»

«E allora chi sarebbe?»

«Un mutaforma. Ce ne sono tanti abilissimi di questi tempi, anche più abili di quelli dei tempi di tua mamma, ho visto esibirsi mutaforma capaci di imitare anche la voce degli altri, nei più piccoli dettagli»

«Quindi credi che...»

«Qualcuno lo sta imitando. La sua voce, la sua faccia... probabilmente l'azienda che ha prodotto Toy Boy lo paga per farlo perché vogliono campionare la voce di Hawk»

Deus Ex MachinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora