Il proiettore era stato spento.
E Ale era in lacrime, apertamente e senza ritegno, come Michelito non l'aveva mai vista.
Tutt'intorno la gente parlava; alcuni, più lontani, quasi urlavano, a volume altissimo.
«Ale... Ale...» Mormorò il giovane Philippus, chinandosi su di lei, stringendola fra le braccia «Va tutto bene? Ale?».
Lei si asciugò gli occhi con la manica.
«I miei non mi hanno venduta» Disse «I miei mi volevano... mi volevano bene...»
«Come si fa a non volerti bene?» domandò Michelito, sorridendole, spingendo il naso contro il cappellino di lei «Però pensa a questo: volevano che ti trovassimo per liberarti. E invece ti sei liberata da sola! E sei qui con me. Con noi, all'Ultimo Rave. Ti sei salvata da sola e forse ci salverai tutti, zia»
«Non sono tua zia» brontolò lei, fra le lacrime, senza però riuscire a trattenere l'ombra di un sorriso
«Beh, visto che tuo fratello è un robot con la voce di mio padre, è un po' come se, in maniera trasversale, tu sei la sorella di papà e quindi sei mia zia... vedi, tutto torna!».
Ale rise fra le lacrime, poi afferrò la felpa di Michelito e lo strattonò in basso, verso di sé, per poggiargli sulle labbra un bacio umido e affamato. Lui ricambiò con delicatezza, poggiandole le mani sulla schiena, accarezzandola con le dita.
«Siamo insieme» Mormorò lei, poggiando la fronte contro la sua «Saresti piaciuto, a mamma e papà»
«O magari mi avrebbero detestato» scherzò Michelito, con la voce un po' tremante
«Che fai, ti commuovi adesso?»
«No. Tu sei commossa, io sono asciutto come un deserto»
«Sei un tenerone»
«Ma che dici, se sono un OP che dovrebbero nerfare al più presto!»
«Sei un tenerone, ripeto, ma ti capisci solo tu».
Michelito drizzò la schiena, smettendo di abbracciare Ale ma continuando a tenerla per mano, e si guardò intorno. Serena lo stava fissando con aria smarrita, la faccia striata da lacrime che le avevano sbavato il mascara.
«Mi dispiace, per tua sorella» Le disse il giovane Philippus, serio «Era un'eroina. Ha fatto una cosa preziosa per tutti noi e io... io non lascerò che venga sprecato, questo sacrificio, te lo prometto»
«Chi era il quarto Mutoid?» domandò la DJ, a sorpresa
«Cosa? Il... il quarto Mutoid?»
«Sì» Serena annuì «Mia sorella Maris, Harold Jackdaw, Alexa Buzz sono tre. Manca il quarto Mutoid, chi era? Secondo te è ancora vivo?»
«No» Michelito scosse la testa «Se fosse ancora vivo sarebbe probabilmente qui, all'Ultimo Rave. Ce l'avrebbe fatto sapere, sarebbe saltato fuori, e invece siamo tutti di nuova generazione, non ci sono grandi per aiutarci qui, solo noi... mi dispiace»
«E se fosse ancora vivo?»
«Non credo. Perché... perché ti interessa tanto?»
«Rifletti: non ci hanno presentato il quarto Mutoid, non ci hanno fatto vedere il volto, non ci hanno detto il nome. Perché?»
«Non... non lo so. Mi dispiace, Serena, non lo so»
«Chiedilo a Toy Boy! Devi chiederglielo, Michelito!» incalzò lei «Ti prego!»
«Va bene, d'accordo, glielo chiedo...».
Il robottino era rimasto quasi completamente immobile per tutto il tempo, con il cavetto che gli spuntava dalla schiena di lato alla pennetta USB.
«Mi hai chiamato?» Domandò, con la voce di Hawk Storm... no, con la voce di Jon Sheng che interpretava Hawk Storm... «Hai usato il mio nome, l'ho sentito. Cosa ti serve?»
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Deus Ex Machina
Science Fiction[Storia completa] In un mondo dove chiunque nasce con un potere unico, che può andare dalla totale inutilità di farsi crescere le scaglie sulle orecchie all'incredibile e utilissima lettura del pensiero, il giovane Michele "Michelito" Philippus è ri...
