Ale era brava a non farsi notare: si era messa una felpa vecchia ma non troppo, grigia, con il cappuccio che però teneva abbassato, e il solito cappellino di lana a coprirle i corti capelli. Camminava con le mani in tasca, senza stare né gobba né dritta, e a passi brevi quasi sembrava confondersi con le pareti scrostate che superava camminando lenta, con i graffiti che inneggiavano a cose che non esistevano più.
Michelito, invece, era un disastro a non farsi notare. Lo era sempre stato, ma adesso che avrebbe dovuto essere essenzialmente invisibile la situazione era persino peggiorata: sembrava un ninja verde, con il cappuccio, il bavaglio, occhialoni da sole neri che non lasciavano intravedere nulla della sua faccia. Sulla schiena portava uno zaino nero con strisce catarifrangenti, dentro cui si nascondeva il piccolo Toy Boy.
«Lo sai che ti guarderanno tutti, vero?» Domandò Ale, dando un colpetto con il gomito al suo ragazzo
«Me l'hai già detto dieci volte. Relax, bro» rispose Michelito, facendo vibrare le mani nell'aria
«Non sono il tuo bro. E comunque... lo sai che ti guarderanno tutti, vero?»
«Ma se sono super-anonimo!»
«Seee, sembri un Ranger della Potenza, dritto fuori da quei cartoni degli anni ottanta...»
«Sono fighi i cartoni degli anni ottanta»
«Però... lo sai che ti guarderanno tutti, vero?».
Michelito non riuscì a trattenere una risata, che dissimulò in un suono a metà fra uno starnuto e un colpo di tosse.
«Poi sembri anche un tipo del delivery, tipo che hai venti zuppe dentro quello zaino» Rincarò Ale, in tono incolore «Un Ranger della Potenza fallito, che lavora per il delivery e porta solo zuppe ai vecchi».
Michelito quasi si strozzò. Da dentro lo zaino, Toy Boy domandò con premura se potesse fare qualcosa per aiutarlo, aggiungendo che «Comunque non mi piace questa tosse! Hai visto un medico?».
«Hai tuo padre che ti controlla da dentro lo zaino» Commentò Ale «E comunque devi trovare il modo di farlo stare zitto appena arriviamo, altrimenti è strano pensare che hai infilato il redivivo Hawk Storm in uno zaino del delivery con le zuppe».
Michelito serrò le labbra e avanzò a testa bassa, cercando meglio che poteva di non ridere ancora. Non c'era nessuno in giro: colpa del coprifuoco, ovviamente, visto che era buio pesto e le persone che non avevano un lavoro notturno non potevano legalmente circolare. Ale li aveva portati fin lì con il camion, grazie ai suoi permessi, e aveva parcheggiato a più di due chilometri di distanza dall'entrata della stazione, giusto per non far capire troppo dove stavano andando.
Camminarono fino ad una piazzola, un parcheggio abbandonato con la pavimentazione composta in parte di pietre rettangolari e in parte di cemento crepato da cui spuntavano ciuffetti di erba. Il parcheggio era costeggiato da alberi semi-spogli, dall'aspetto francamente triste, senza uccelli appollaiati sopra, né cicale, né qualunque animale normalmente si occupasse di cantare. Il posto era silenzioso.
«Da dove si entra?» Domandò Michelito, guardandosi intorno «Dovrebbe essere qui, no? Non vedo dove...»
«Toy Boy! L'entrata per la stazione metropolitana di City Hall?» Chiese ad alta voce Ale.
Da dentro lo zaino, la voce allegra dell'androide rispose: «Dovreste notare le transenne, completamente dipinte di nero, sul marciapiede. Spesso sono circondate da altre transenne o comunque nascoste da mezzi parcheggiati. Fateci caso!»
«Sì. Sì, ci facciamo caso, Toy Boy» borbottò la ragazza, poi iniziò ad esplorare a passo lungo
«Un tempo» continuò il robottino «La stazione aveva un'entrata molto elegante, una sorta di casetta con vetrate che copriva la scalinata, proteggendola dall'acqua. In seguito, tutta la struttura è stata rimossa. Poi ri-edificata e infine rimossa di nuovo»
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Deus Ex Machina
Science Fiction[Storia completa] In un mondo dove chiunque nasce con un potere unico, che può andare dalla totale inutilità di farsi crescere le scaglie sulle orecchie all'incredibile e utilissima lettura del pensiero, il giovane Michele "Michelito" Philippus è ri...
