capitolo 7

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DEVON

Quella notte avevo dormito poco per colpa del dolore e avevo ancora un mal di testa assurdo. Mi alzai dal letto e andai in bagno. L'orologio segnava le 11:30 e probabilmente gli altri erano già partiti. Mi guardai allo specchio e, cazzo, avevo un'aspetto orribile: i capelli legati in uno scimmion mezzo distrutto, una maglia grigia enorme che mi arrivava poco sotto il culo e, merda, la mia faccia! Sotto agli occhi iniziavano a crearsi dei lividi viola e dal sangue secco sporcata la punta del mio naso. Mi lavai quel sangue e frugai un po per cercare un oki per il mal di testa. Trovato il miracoloso medicinale scesi le scale e lo versai in un bicchiere d'acqua. Contrariamente a molte persone a ne piace il sapore dell'oki. Mi lasciai sul divano e lessi il giornale fino a ora di pranzo.
L'acqua stava per bollire quando sentii suonare alla porta. Canticchiando allegramente mi diressi verso l'entrata ed aprii la porta, ciò che vidi non me lo scorderò mai più. Billy era dritto di fronte a me. Rimasi scioccata. Gli chiesi che ci faceva qui con un tono talmente acido che mi diedi fastidio da sola. Poi però mi accorsi di una cosa: gli occhi erano rossi e gonfi, le guancie umide e lo sguardo perso, stava piangendo.
"Billy tutto ok?" Ero preoccupata. Non lo avevo mai visto piangere.
Dava sempre l'impressione di essere quello tosto, quello duro, lo stronzo menefreghista, ma lui non era così.
Non era quel tipo di persona. Quella era l'immagine di sé che mostrava agli altri. Lui non era il cattivo, era stato costretto ad esserlo.
Nel periodo in cui stavamo insieme io ero spesso a casa sua e mi ero ritrovata, in molte situazioni, ad osservare il suo comportamento in presenza di suo padre e non. Con me si comportava addirittura ancora più diversamente. Sapeva che non doveva dimostrarmi nulla e si sentiva libero. Ma non lo avevo mai, e dico MAI visto in quelle condizioni.
"Mi dispiace" sussurrò. Non riuscii a sentirlo subito
"Cosa?"
"Mi dispiace" la sua voce era spezzata. Ero scioccata. Si fidava ancora così tanto di me da presentarsi a casa mia in lacrime per chiedermi scusa. In quel momento si fiondò addosso a me e mi abbracciò. Rimasi ferma immobile per poi ricambiare l'abbraccio. Sentivo il suo respiro. Gli misi una mano dietro la nuca e appoggiai la mia testa alla sua. Gli accarezzai i capelli e chiusi gli occhi. Dopo poco Billy si scostò e io ebbi l'occasione di guardarlo in faccia. Si asciugò le lacrime e prese un bel respiro
"Scusa se ti ho disturbato. Ora me ne vado. Ma sentivo il bisogno di farlo"
Fece per voltarsi ma io lo presi per il braccio e feci una cosa che fino a poche ore fa non avrei mai pensato di fare.
"Resta" cosa mi era successo? "Non ho ancora buttato giù la pasta" sorrisi e quel gesto sembrò confortarlo. Annui dolcemente ed entrò in casa.
Il fatto di indossare solo intimo e una maglietta mi metteva un pochino a disagio ma, dopotutto, lui aveva già visto tutto quindi mi tranquillizzai.

Vieni A Riprendermi - | Steve Harrington |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora