capitolo 29

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DEVON

Appena sveglia mi accorsi della presenza di qualcuno che mi peneva stretta per i fianchi. Spostai la mano di Steve e mi alzai, cercando di non svegliarlo. Scesi dal letto e mi infilai il mio intimo e la maglietta che gli avevo ribato. Arrivai in bagno e mi sciacquai il viso. Sorrisi al ricordo della sera prima.
"Buongiorno" Steve entrò e mi abbracciò da dietro
"Buongiorno" lo guardavo nel riflesso dello specchio. Era incredibilmente bello. Indossava solo un paio di boxer ed aveva tutti i capelli arruffati. Posò una mano sui miei di capelli e molto dolcemente li spostò su un lato, lasciando spazio ad un succhiotto di un viola scuro. Sorrise ammirando la sua opera d'arte
"Cazzo" sussurrai "questo non si leva Steve, come ti salta in mente?" Gli diedi un pugno sulla spalla e lui allargò il suo sorriso
"Se avessi voluto che lo nascondessi non lo avrei fatto" era così fiero di quello ma io no. Nessuno sapeva di "noi", anche se ufficialmente non c'era nessun noi. Sospirai e scesi al piano inferiore. Con mia grande sorpresa mi imbattei in due persone adulte appena rientrate. Riconoscevo i linearmente del viso dell'uomo, praticamente identici a quelli di Steve, e la donna aveva i suoi meravigliosi occhi; dovevano essere i suoi genitori
"Tu sei?" Mi chiesero confusi. Al posto loro lo sarei stata anche io sinceramente.
"Devon, pensavo che oggi-" Steve scendeva le scale dicendo qualcosa ma si bloccò alla vista dei genitori "oh buongiorno, mamma, papà" regnò il silenzio per un paio di secondi poi le donna disse
"Beh Steve non ci presenti la tua amica?" Non so perchè solo in quel momento mi venne, come di riflesso, di spostarmi i capelli sul collo, in modo da coprire la prova della nostra serata.
"Oh si, lei è Devon. Devon loro sono i miei genitori"
"Molto piacere. Io dovrei..emm" guardai Steve in cerca di aiuto e per fortuna lui mi venne incontro. Mi prese per mano e mi riportò disopra.
"Scusa non sapevo che sarebbero tornati tanto presto"
"Non preoccuparti, sembrano carini" sorrisi. Lui ricambiò il sorriso, poi si rivestì "dai, ti riaccompagno a casa"
Scendemmo le scale
"È stato un piacere conoscevi signor e signora Harrington" salutai ed uscii.
In macchina Steve non aprì bocca, e ciò non mi aiutava affatto. Non sapevo ancora come gestire il mio dono e sentivo tutti i morti parlare e parlare, piangere, urlare. Ne stavo uscendo pazza. Ma proprio in quel momento Steve posò una mano sulla mia gamba ed io Incrociai il suo sguardo. Quel contatto mi distrasse da tutte quelle voci e mi concentrai totalmente su di lui.
"Ti lascio a casa? Io vado al lavoro"
"Lasciami per strada, devo vedere una cosa" Steve mi fece scendere a pochi passi da casa. Mi incamminai poi, arrivata decisi di proseguire fino ad imbattermi in un piccolo boschetto. Ero sola, avvolta dal più totale silenzio. Mi sdaiai su di una panchina e chiusi gli occhi pensierosa.
"Perché non sei tornata a casa?"
"Perché volevo vederti" mi sedetti e di fronte a me si ereggeva la figura di Billy, con le braccia incrociate e lo sguardo severo.
"Volevi vedere me? E come sapevi che mi avresti visto?"
"Sono da sola, non avresti mai perso questa opportunità di aggredirmi"
"Io non voglio aggredirti come ti salta in mente di dire una cosa simile"
"Mi perseguiti. Avverto la tua presenza sempre. Ovunque io vada"
Voltò il viso e mi diede le spalle
"Non posso fare diversamente, non riesco a starti lontano. Nemmeno ora che ti scopi Harrington"
Mi venne il dubbio che ci avesse osservati
"Ci hai guardati?" Saltai inpiedi. Ero schifata all'idea che Billi poteva aver assistito alla nostra nottata.
"No, o meglio, ci ho provato, ma attorno a te si è creato un muro nero, come se tu non volessi che ti guardassi"
"Come hai potuto, tu-"
Volevo insultarlo ma qualcuno chiamò il mio nome.

Vieni A Riprendermi - | Steve Harrington |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora