capitolo 30

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DEVON

"Devon" Robin era ai piedi del bosco e mi aspettava.
"Che ci fai qui?" Chiesi
"Dobbiamo andare" mi prese per il braccio e mi portò fino alla macchina di Steve
"Avevi detto che saresti tornata a casa" mi rimproverò lui
"Come mi avete trovata?"
"Una vicina ti ha vista" appena saliti Steve partì di corsa e finimmo al lago, poco distanti dalla baracca in cui nascondavamo Eddie.
"Che ci facciamo qui?" Max, Dustin e Lucas spuntarono da dietro un cespuglio
"Abbiamo pensato che forse, potresti metterti in contatto con Chrissy e chiederle più informazioni su quello che è successo" era astuto come piano, ma perché ci trovavamo lì? Max rispose alla mia domanda ancora prima che io aprissi bocca
"Undici si concentra con il rumore della radio, magari il rumore dell'acqua può aiutarti" aveva perfettamente senso. Sospirai e mi sedetti a terra, poi come di riflesso spostai i capelli davani, per coprire il succhiotto che avevo sul collo. Steve ghignò. Chiusi gli occhi e, senza dire nulla iniziai a cercare Chrissy. Cercavo e cercavo ma non trovavo nulla, dov'era finita?
"Non c'è la faccio, non la trovo" ero scoraggiata ma Steve si sedette di fianco a me e mi strinse la mano, lontano dagli occhi degli altri
"Credo in te, so che ce la farai. Io rimango qui se hai bisogno" ritentai e, quando riaprii gli occhi capii di essere riuscita dallo sguardo dei miei amici. Rimasero nuovamente scioccati dalla scomparizione delle mie iridi e delle pupille. Mi alzai inpiedi ed iniziai a vagabondare fino a trovarla poco distante da dove eravamo noi
"Chrissy" mi dava le spalle. Cercai di avvicinarmi, le misi una mano sulla spalla e quando si girò verso di me, io strillai. La sua mandibola era spostata, e gli occhi erano come esplosi; il collo si spezzò sotto i miei occhi, così come le dita delle mani e le braccia, indietreggiai e lei iniziò ad avanzare verso di me, mentre le sue gambe si spezzavano ad ogni suo passo. Terrorizzata continuai ad indietreggiare
"Aiutami Devon, ti prego aiutami" gridava. Vidi Steve e corsi tra le sue braccia, scoppiai a piangere.
"È tutto a posto" sussurrò, mi accarezzò i capelli poi crollammo a terra, io ancora tra le sue braccia
"È stato orribile Steve, orribile"
"Cosa ti ha detto?"
"Niente, non - non mi ha detto niente" singhiozzai. Lui disse che era meglio calmarsi, poi avrei spiegato cosa avevo visto. Così feci, mi calmai poi spiegai la visione orribile che avevo avuto. Steve mi stringeva ancora la mano ed io non lo avrei mai fermato. In quel momento persi i sensi. Mi risvegliai su un piccolo divano nella rimessa per le barche, con Eddie seduto ai miei piedi. Quando si accorse che ero sveglia mise via i suoi cereali
"Ti hanno abbandonata qui tesoro"
"Cosa?" Cosa intendeva
"Scherzo, i tuoi amici sono usciti, torneranno a breve" mi strinsi e sorrisi "hai freddo?" Chiese. Il divano di pelle era congelato, fuori faceva quasi caldo ma lì dentro non molto. Anuii e lui si fece posto, foi si stese difianco a me e mi abbracciò. Poco dopo gli altri tornarono. Steve entrò per ultimo e alla vista di me e Eddie si bloccò. Eddie scattò subito a sedere ed io feci lo stesso
"Sei sveglia" disse Steve in tono freddo. Mi alzai e mi diressi verso di lui ma lui si scansò e raggiunse gli altri. Perché lo aveva fatto? Quel piccolo rifiuto scatenò in me qualcosa che non riuscii a distinguere, ebbi l'impressione di aver perso l'equilibrio, il mio unico punto fermo. Tutto di fece nero e le voci cominciarono a chiamarmi, mentre i volti dei defunti apparivano ai miei occhi.

Vieni A Riprendermi - | Steve Harrington |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora