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Holden

Ho appena messo via il telefono dopo aver risposto a Madison e mi accorgo di Liam sulla soglia della sua cabina armadio intento a fissarmi con un paio di scarpe in mano.

«Le stai ancora scrivendo?» mi domanda passandomi le scarpe.

«Ho finito» gli rispondo mentre me le infilo.

«Posso farti una domanda?»

«Spara.»

«Madison ti piace?»

Mi fermo immediatamente.
Mi piace?
Certo che mi piace, mentirei se affermassi il contrario.

«È stupenda» ammetto «mi piace, ma non in quel senso. Mi piace come può piacermi qualsiasi ragazza carina che mi porterei a letto.»
Eppure, dentro di me, sento che quello che ho detto non è del tutto vero.

«Quindi ci andresti a letto?»

«No, renderebbe le cose solo più complicate.»

«Spiegalo anche a lui, perché credo che la pensi diversamente.»
Ha lo sguardo puntato tra le mie gambe mentre sorride.

«Non succederà più» affermo convinto mentre provo a tenere a bada l'imbarazzo che sento ripensando a quello che è successo questa mattina.

«Vedremo.»

Finisco di prepararmi in camera di Liam e poi, dopo averlo ringraziato per i vestiti, torno a casa mia per prendere mia madre e andare a cena con James.

————————

Quando fermo l'auto davanti al ristorante italiano scelto da James mi viene spontaneo sgranare gli occhi.
Quanto diavolo costerà questa cena?

L'interno è ancora più lussuoso dell'esterno e mi sento terribilmente fuori posto nonostante i vestiti di Liam.

Quando finalmente il cameriere ci indica il nostro tavolo, noto che James è già arrivato e si alza per salutare mia madre e spostarle la sedia per farla sedere, poi viene verso di me per stringermi la mano.

«Mi fa piacere che siate venuti entrambi stasera. Spero che il ristorante vi piaccia.»

«È bellissimo, vero Hol?»
Mia madre si volta verso di me in attesa di una mia risposta.

«Si, è molto...lussuoso» rispondo osservando il menù con piatti dai costi assurdi.
Ma con cosa li preparano? Diamanti?

«Non preoccupatevi dei prezzi, offro io.»
Bel modo per farmi sentire ancora più fuori posto...

Finalmente ordiniamo e, mentre aspettiamo i primi, James ne approfitta per farmi alcune domande sul college, sui miei hobby...
Ci manca solo che mi chieda il mio colore preferito.

La sfilza di domande di rito viene interrotto dalla suoneria del suo telefono. Lo prende dalla tasca dei suoi pantaloni e si ferma qualche secondo a leggere il nome della persona che lo sta chiamando.

«Scusate ma devo rispondere, è mio figlio.»
Finalmente qualcosa di interessante.

Si alza e si dirige sulla veranda.
Un secondo dopo mi alzo anche io con la scusa di dover andare in bagno e mi avvicino alla veranda. Trovo un posto abbastanza nascosto vicino a lui e mi fermo ad ascoltare la sua telefonata.

Sotto il sole di MiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora