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Holden

Oggi il sole splende più del solito su Miami Beach.
Per la gioia di migliaia di turisti, si prospetta un'intera settimana di bel tempo e infatti è da quando sono uscito di casa stamattina che sono circondato da persone di buon umore.

Io però non sono tra quelle persone. Non mi sono alzato dal letto sorridendo e non ho gioito davanti alle previsioni meteo.

Eppure oggi è anche il mio compleanno, ma invece di festeggiare come ogni anno, mi sono messo in macchina e ho guidato fino al cimitero di Miami.

Ora sono fermo da qualche minuto davanti al chiosco dei fiori, ad osservare le varie piante colorate davanti a me.

«Sa già quale vuole prendere?» mi chiede la signora quando arriva il mio turno.

«Un mazzo piccolo di queste margherite colorate» le rispondo indicandole i vasi con i fiori accanto a me. «Ne può mettere una per colore?»

La signora annuisce e mi prepara il mazzo in modo meticoloso. Stavolta non ho nemmeno pensato di chiedere altri fiori, ogni volta che l'ho fatto c'è sempre stato qualcosa che alla fine mi ha obbligato a scegliere le margherite.

«Ecco a te caro, buona giornata.»

Pago i fiori e saluto la signora prima di oltrepassare il cancello del cimitero.

Percorro il viale principale fino ad arrivare alla terza stradina laterale. Poi supero cinque tombe e mi siedo di fronte alla sesta lapide.

Per molto tempo non dico niente, mi limito solo a fissare il nome e la dedica incisi sul marmo.

«Sono successe tante cose da quando hai deciso di lasciarmi...»

Ho sempre pensato che parlare di fronte ad una pietra fosse una cosa inutile, oggi però ne sto sentendo davvero il bisogno.

«Non saprei nemmeno da dove cominciare.» Cala nuovamente il silenzio mentre mando giù il groppo che ho in gola. «Forse dovrei cominciare col dirti che mi manchi.»

Poggio il mazzo di fiori ai piedi della lapide, poi uso entrambe le mani per strofinarmi gli occhi e cacciare indietro le lacrime perché sento dei passi dietro di me e non voglio che qualcuno mi veda in questo stato.

La persona che stava arrivando però, si ferma a pochi passi da me e penso subito che sia mia madre. Non le ho detto che sarei venuto qui ma potrebbe averlo comunque intuito. Perciò mi giro, ma non trovo mia madre dietro di me, bensì la ragazza più bella del mondo.

«Che ci fai qui?» le chiedo sorpreso.

«Stamattina sono venuta a casa tua. Quando non ti ho trovato ho chiamato Liam ma anche lui non sapeva dove fossi quindi tua madre mi ha detto di provare qui.» Si inginocchia accanto a me e vengo investito dal suo profumo di ciliegie ancora prima che mi attiri tra le sue braccia. «Buon compleanno Hol.»

«Grazie principessa.»

Mi lascio confortare dal suo abbraccio fin quando lei non si sposta per sedersi accanto a me.

«Come hai fatto a trovarmi?» le domando mentre studio il suo profilo illuminato dal sole.

«Tua madre mi ha spiegato la strada...» fa una pausa e poi si volta verso di me. «Se però preferisci rimanere da solo io posso...»

«No» le dico, interrompendola. «Vorrei che restassi.»

Madison annuisce e si volta nuovamente verso la lapide.

«Prima stavi parlando con lui.»

Non è una domanda, ma annuisco lo stesso come se lo fosse.

«Non lo faccio mai» le rivelo mentre osservo una donna cambiare i fiori nel vaso della tomba dietro quella di mio padre. «È raro anche che io venga qui in realtà» confesso, e dirlo ad alta voce mi fa sentire anche un po' in colpa.

Sotto il sole di MiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora