Madison
Mi sento libera.
Per la prima volta dopo anni mi sento libera.
Non avrei mai pensato di poter vedere Miami Beach di notte a bordo di un'auto guidata da qualcuno che non fosse mio padre. Invece eccomi qui, a bordo di un pick-up con Holden alla guida, tra le strade della città illuminate dalle insegne dei ristoranti e dei locali di Miami, con il vento tra i capelli e la voglia di non scendere mai.
In un gesto quasi spontaneo, porto la mano fuori dal finestrino per sentire il vento tra le dita. Non lo facevo da un sacco di tempo.
Trascorsi pochi minuti, ci ritroviamo su una strada molto trafficata e illuminata da tantissime insegne di locali.
«Siamo sulla Ocean Drive» mi dice Holden confermando quello che già avevo intuito.
«Ti va di scendere se trovo un parcheggio?» mi domanda subito dopo mentre siamo bloccati nel traffico.
Annuisco con lo sguardo rivolto ancora fuori dal finestrino e a malapena mi accorgo quando Holden spegne la macchina.
«Sei mai stata qui di notte?» mi domanda mentre passeggiamo accanto ai locali tra la folla.
«Solo il 4 luglio, ma siamo stati sulla spiaggia» gli rispondo. «In realtà non ho visto molto di Miami. A parte la spiaggia e qualche ristorante in cui sono stata con papà non mi sono spostata molto.»
«Ti piacerebbe vedere di più della città?»
«Sì, ma non posso chiedere a mio padre di accompagnarmi a fare la turista anche se so che lo farebbe. Deve lavorare e io non voglio essere un peso.»
«Posso portarti io» pronuncia serio, guardandomi negli occhi.
«Non voglio essere un peso neanche per te.»
«Non lo saresti, lo farei volentieri.»
«Sicuro?»
«Al cento per cento» mi risponde con il sorriso che gli fa comparire le fossette.
In momenti come questo mi viene da pensare che Holden non sia reale. È così perfetto per me che credo di essermelo solo immaginato. Quando sono con lui ogni brutto pensiero scompare, persino l'orribile incontro con Noah diventa insignificante di fronte al suo sorriso.
«A che stai pensando?» mi chiede avvicinandosi di più a me.
A quanto mi fai stare bene.
Ma non riesco a dirglielo perché comincia a piovere all'improvviso.
«Merda!» esclama mentre le persone cominciano a ripararsi nei locali o nelle loro auto.
Mentre la pioggia fredda cade sulle nostre teste, Holden si abbassa per prendermi in braccio.
«Che stai facendo?» gli domando aggrappandomi alle sue spalle robuste.
«Dobbiamo sbrigarci a tornare in auto e quei tacchi non mi sembrano molto comodi per camminare sotto la pioggia.»
Perché devi essere così perfetto?
Arriviamo alla macchina in pochissimi minuti e subito entriamo per ripararci.
Per qualche minuto si sente solo il rumore della pioggia che cade sull'auto e il respiro di Holden. Ha la testa inclinata all'indietro e gli occhi chiusi. In questa posizione riesco a vedere perfettamente il movimento del suo pomo d'Adamo ogni volta che deglutisce.
«Stai bene?» gli domando quando si sbottona i primi tre bottoni della sua camicia bianca.
«No» risponde con voce roca.
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Sotto il sole di Miami
ChickLitHolden ha vent'anni e da quando ne ha diciassette vorrebbe che Camila lo considerasse come più di un semplice amico. Stanco di aspettare, racconta ai suoi amici di aver conosciuto una ragazza e di esserci uscito insieme. Quella che doveva essere s...