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Madison

Due anni prima...

«Ally!» grido per farmi sentire dalla mia migliore amica. Siamo praticamente l'una accanto all'altra ma la musica è talmente forte che a malapena riesco a sentire i miei pensieri.

«Vado un secondo in bagno!» le dico appena si volta verso di me. Alza entrambi i pollici in aria e per poco non le cade il bicchiere di birra.

Comincio a farmi largo tra i corpi sudati mentre sorrido per la prima volta da quando sono qui. Comincio a salire le scale evitando quelle poche persone ubriache stanno scendendo e raggiungo il bagno in fondo al corridoio. Busso un paio di volte per essere sicura di non ritrovarmi davanti qualche scena raccapricciante e quando nessuno risponde entro.

La prima cosa che faccio appena chiudo la porta è guardarmi allo specchio e sospiro rassegnata quando vedo il mio riflesso. I lividi sul collo lasciati dalle dita di Noah solo la sera prima sono tornati visibili nonostante il trucco che ho applicato a casa, ma per fortuna ho portato con me il correttore.

Mentre lo applico con attenzione, comincio a pensare che avrei fatto meglio a restare a casa anche questa volta. Da quando frequento il liceo sono stata a qualche festa e ricordo che mi piaceva.

Oggi invece provo solo ansia.
Ansia che qualcuno veda i lividi che mi ha lasciato Noah.
Ansia che mi facciano domande a cui non posso rispondere.
Ansia che Noah lo venga a sapere perché lui non sa che dopo essermi chiusa in camera sono sgattaiolato via e se dovesse scoprirlo...non voglio nemmeno pensarci.

Mentre continuo a sfumare il correttore sui lividi, mi arriva un messaggio da Ally.

Allison: Quanto ti manca? Tra poco è mezzanotte e voglio essere la prima a farti gli auguri.

Già, domani è il mio compleanno e questo è uno dei motivi per cui alla fine ho accettato di venire a questa festa. Ally ci teneva tanto e non mi andava di dirle di no per l'ennesima volta.

Madison: Scendo tra un minuto.

Dopo aver controllato di non avere altri messaggi, metto via il telefono e finisco di sistemarmi. Una volta soddisfatta del risultato, rimetto tutto nella mia borsa ed esco dal bagno.

La prima cosa che noto appena apro la porta è il silenzio. E il silenzio non è mai un bene in feste come questa.

Poi, mentre comincio a scendere le scale, mi accorgo che tutti si stanno ammassando all'ingresso.

«Dov'è?»

Mi blocco in mezzo alla stanza quando sento quella voce familiare.

«Dov'è quella puttana?»

Paura.
Ecco cosa sento appena realizzo che Noah è venuto qui per me. Una paura così profonda che sento di aver perso completamente il controllo del mio corpo.

«Chiamala ancora così e ti taglio le palle brutto stronzo!» La voce di Ally è carica di rabbia mentre si rivolge a Noah. Non riesco a vederla ma posso immaginarmela con il suo abito scintillante e un bicchiere di birra in mano mentre lo affronta come se non fosse grande il doppio di lei.

Io non sono coraggiosa come lei.
Sono una codarda e anche un stupida. Come ho potuto pensare che non avrebbe notato la mia assenza?

Mi guardo intorno e tra i mormorii della gente che non sa cosa sta succedendo mi ricordo che c'è un'altra uscita in cucina. Potrei passare da lì e poi mandare un messaggio ad Ally per dirle di andare a casa sua. Sembra un piano perfetto ma faccio in tempo a fare solo un minuscolo passo indietro prima che gli occhi scuri di Noah mi trovino.

Sotto il sole di MiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora