Holden
Non sono mai stato così bene con una ragazza come lo sono stato con Madison nelle ultime ore. Ho paura che sia tutto un sogno e che da un momento all'altro io possa svegliarmi e tutto svanirebbe.
Poi però, sento la voce dolce di Madison canticchiare una canzoncina nel bagno adiacente alla sua camera e sorrido a me stesso.
Mentre aspetto che finisca di cambiarsi, mi metto ad osservare nuovamente la sua stanza. Sembra che sia rimasto tutto immutato dall'ultima volta, fino a quando non mi soffermo sulle foto appese alla parete. Ce ne sono alcune nuove ma una in particolare attira la mia attenzione.
È la stessa foto che ho trovato nell'album a casa mia. Stesso castello, stessi bambini. Le posizioni sono leggermente diverse, segno che sono state scattate una dopo l'altra. A quel punto realizzo che la bambina della foto che ho a casa è Madison...
«Che casualità...» mormoro sottovoce avvicinandomi di più.
«Che cosa?» Madison torna nella stanza e si ferma accanto a me, davanti alla polaroid che sto osservando già da un po'.
«Questa foto...», gliela indico, «dove l'hai trovata?»
Lei mi guarda confusa prima di rispondere. «L'ho trovata nella scatola delle foto di mio padre. Non so chi sia il bambino che è con me ma era carina e ho pensato di appenderla. Perché?»
«Perché quel bambino sono io» pronuncio godendomi lo stupore nei suoi occhi.
«Sul serio?»
Annuisco. «Ho la stessa foto a casa. L'ho trovata il giorno del compleanno di Camila.» Lei sta ancora fissando la foto quando continuo, «ci siamo incontrati sotto il sole di Miami...»
«E nessuno dei due se ne ricordava» aggiunge prendendo la foto tra le mani.
«È strano infatti, considerando che a quanto pare ti consideravo la mia fidanzata.»
Si volta verso di me e ride. «In che senso?»
«Ai miei genitori piaceva annotare le foto e dietro questa avevano scritto "la prima fidanzatina di Holden".»
«La foto l'ha scattata tuo padre?» mi domanda tornando seria. Io annuisco e poi aspetto che faccia la domanda fatidica. «Lui è...»
«Morto» confermo concludendo contemporaneamente la sua domanda. «Cancro ai polmoni, non ha voluto curarsi.»
Nonostante quello che mi ha detto mia madre, non riesco ancora a perdonargli del tutto la scelta di lasciarci da soli.
«Mi dispiace Hol...»
«Non dispiacerti, lui ha fatto la sua scelta. A quanto pare io e mia madre non eravamo una ragione sufficiente per scegliere di vivere.»
«Non dire così Hol, non so quello che è successo ma non credo che voi non foste abbastanza. Tu vali molto più di quello che pensi Hol, sei molto più che abbastanza.»
«Grazie principessa...»
«Non ringraziarmi Hol, è solo la verità.» Avvolge le braccia intorno al mio collo e mi bacia. Basta questo a spazzare via il rammarico, ma proprio mentre le cose stavano per diventare più interessanti, sentiamo sbattere il portone d'ingresso.
«Siamo tornati!» La voce di Allison risuona in tutta la casa facendoci separare di colpo.
«Oh mio Dio!» esclama ancora più forte di prima e Madison spalanca gli occhi.
«La cucina!» esclama Madison coprendosi il volto con le mani.
«Che c'entra la cucina?» le domanda mentre mi infilo la t-shirt per raggiungerla in corridoio.
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Sotto il sole di Miami
ChickLitHolden ha vent'anni e da quando ne ha diciassette vorrebbe che Camila lo considerasse come più di un semplice amico. Stanco di aspettare, racconta ai suoi amici di aver conosciuto una ragazza e di esserci uscito insieme. Quella che doveva essere s...