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Spazio autrice:
Ho deciso di inserire questo spazio prima del capitolo per scusarmi del ritardo. È passato più di un mese dall'ultima volta che ho pubblicato un capitolo ma tra esami e problemi di salute febbraio è stato un mese difficile.
Ora però cercherò di pubblicare nuovamente con una certa regolarità anche perché la storia è quasi finita.
Detto ciò, vi lascio alla lettura del capitolo che spero vi piacerà ☺️.

-Debby






Holden

«No» affermo appena mia madre entra con una sedia a rotelle nella stanza d'ospedale che sto per abbandonare. «Ce la faccio a camminare da solo.»

«Non voglio che ti si strappino i punti Hol» insiste. «È solo per arrivare fino al parcheggio. Anche il dottore me l'ha consigliata.»

Proprio in quel momento, neanche a farlo a posta, il dottore bussa alla porta della mia stanza.

Mia madre lo fa entrare e subito gli spiega di come mi sto rifiutando di collaborare.

«Sono sicuro che sarebbe capace di mettertici con la forza su questa sedia se ti rifiuti di farlo da solo» mi dice il medico ridendo.

«Senza dubbio» risponde mia madre.

«Va bene» dichiaro arrendendomi, dato che probabilmente mia madre sarebbe davvero capace di fare quello che ha insinuato il dottore. «Ma solo fino al parcheggio.»

«Perfetto» afferma soddisfatta mia madre. «Liam dovrebbe arrivare a momenti con dei vestiti puliti e poi possiamo andare.»

Liam arriva cinque minuti dopo con i miei vestiti e rimane con me per aiutarmi a cambiarmi mentre mia madre e il dottore escono per parlare.

«Sai che posso cambiarmi da solo vero?» chiedo a Liam mentre lui comincia a tirare fuori i pantaloni dalla busta che ha portato da casa mia.

«Scommetto che se ci fosse Madison al posto mio non ti lamenteresti.»

Decisamente no.

«Dov'è Madison?» gli domando mentre mi riapproprio dei miei vestiti e comincio a cambiarmi.

«Ad aspettarti a casa presumo. Ti ci vuole ancora molto?»

«No» gli rispondo mentre mi infilo piano la maglia per non strapparmi i punti. Poi Liam mi passa le scarpe e stavolta, per infilarle accetto il suo aiuto, e finalmente sono pronto per uscire.

«Non ti stai scordando qualcosa?» mi chiede.

Quando mi volto seguo il suo sguardo che punta dritto alla sedia a rotelle. «Posso camminare, lo hai visto anche tu.»

«Sì ma non voglio far arrabbiare Hannah» dice spingendo la sedia verso di me. «E poi ho sempre voluto spingere una sedia a rotelle.»

«Sei serio?»

«Sì. Da piccolo volevo fare l'infermiere, te lo ricordi?»

Voleva fare l'infermiere, poi l'astronauta, il meccanico, il pizzaiolo, l'avvocato...

«Ti siederai di tua spontanea volontà o devo chiamare Hannah?» Sono sicuro che lo farebbe, quindi mi siedo ma non prima di aver ribadito che mi sembra una cosa inutile.

«Puoi aprire la porta?» mi chiede quando ci fermiamo davanti alla porta chiusa.

«Qual è lo scopo di tutto questo se devo comunque fare tutto da solo?» borbotto tra me e me mentre apro la porta.

Appena sbuchiamo in corridoio, troviamo mia madre e il mio dottore a ridere insieme. Da quando mi sono svegliato ho notato che si guardavano spesso quando erano entrambi nella mia stanza e, ad essere onesto, non mi dispiacerebbe se tra lui e mia madre nascesse qualcosa. Il dottor Wright è simpatico e non nel modo falso di James. Lui sembra davvero una brava persona e in più è un sollievo sapere che mia madre non sta avendo una relazione con il padre di Liam. Quella è stata la prima cosa che ho pensato quando ho visto la sua auto parcheggiata davanti casa mia, ma non volevo crederci. Mia madre non inizierebbe mai qualcosa con un uomo sposato.

Sotto il sole di MiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora