Holden
Quando ho detto che avrei dormito a casa di Madison non non mi sono preso neanche un minuto per rifletterci.
Dopo aver visto quelle foto non sarei riuscito a dormire sapendo che lei sarebbe stata sola in casa.
Il solo pensiero che qualcuno sarebbe potuto entrare per farle del male non mi avrebbe fatto dormire.Perciò ora sono sdraiato sul comodo letto della stanza degli ospiti, proprio accanto alla stanza di Madison.
Ero sveglio quando suo padre e Samantha sono andati via e adesso, un'ora dopo, ancora non riesco ad addormentarmi.
Chissà se lei sta dormendo.
Reprimo subito la voglia di alzarmi per andare a controllare e mi giro sul fianco destro.
Mentre fisso la porta della stanza, ripenso al volto di Madison dopo che è uscita dal camerino del negozio di mia madre.
Aveva pianto, ne sono sicuro, ma nonostante mi sforzi non riesco ad immaginare il motivo.Capisco di essermi addormentato solo quando apro gli occhi e vengo accecato dal sole.
Ma perché non ho chiuso la maledetta tenda?
Tocco lo schermo del mio telefono e leggo l'orario.
Le 10 di mattina, pensavo peggio.
Alle 12 devo iniziare il mio turno da Ruby's quindi ho un sacco di tempo per tornare a casa, farmi una doccia e cambiarmi.
Mi infilo i pantaloni e la maglia che avevo ieri e poi esco dalla stanza. La porta della camera di Madison è aperta ma lei non c'è.
Scendo le scale e vado diretto in cucina da dove provengono le parole di una canzone che non conosco.
Come immaginavo, Madison è lì, davanti ai fornelli con indosso solo una T-shirt oversize azzurra che le arriva appena sotto al sedere.
La fisso incapace di pronunciare qualsiasi parola mentre si dirige verso il frigorifero. Appena lo apre si piega per cercare qualcosa più in basso, la maglia si alza e intravedo le sue mutandine di cotone bianche.
Mi volto immediatamente ma ormai è troppo tardi, ce l'ho duro come un pezzo di marmo.
Cazzo.
Per fortuna ho messo i pantaloni larghi.Quando la sento chiudere il frigorifero mi volto di nuovo e mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione.
Si volta verso di me e poi spegne la musica dal suo telefono.
«Buongiorno» le dico prima di rendermi conto che sotto la maglia non indossa il reggiseno.
Cazzo!«Buongiorno, pensavo stessi ancora dormendo.»
C'è un momento di silenzio imbarazzante in cui io cerco di guardare qualsiasi cosa che non sia il suo seno.«Stavo preparando le uova strapazzate ma se non ti va di aspettare ho già preparato i pancake e il bacon. Non sapevo se ti piacesse di più la colazione salata o dolce...»
«Mi piacciono entrambe, grazie...ma non dovevi disturbarti, sarei stato bene anche con un po' di pane e burro.»
Le si volta verso di me con il mestolo in mano.«La colazione è il pasto più importante, non puoi mangiare solo pane e burro. Inoltre a me piace cucinare quindi non mi è dispiaciuto affatto preparare tutte queste cose» mi dice sorridendo prima di voltarsi di nuovo verso i fornelli.
Non mi sembra educato cominciare a mangiare mentre lei sta ancora cucinando, così mi siedo al tavolo e la osservo mentre mescola le uova.
Mentre la guardo, comincio, senza rendermene conto, a pensare a come potrebbe reagire se mi avvicinassi e la facessi sedere sul bancone della cucina per baciarla fino rimanere senza aria nei polmoni.
Ormai è inutile negarlo, sono attratto da Madison.
Se solo non ci fosse questo accordo tra di noi, le chiederei di passare una notte con me.
Una sola notte per spegnere questo fuoco che sento dentro di me ogni volta che lei è vicina.«È tutto pronto» esordisce distraendomi dai miei pensieri.
Poggia sul tavolo un piatto con le uova strapazzate, poi prende una bottiglia di sciroppo d'acero e si siede di fronte a me.
Metto nel mio piatto un po' di tutto e, come immaginavo, ogni cosa è squisita.
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Sotto il sole di Miami
ChickLitHolden ha vent'anni e da quando ne ha diciassette vorrebbe che Camila lo considerasse come più di un semplice amico. Stanco di aspettare, racconta ai suoi amici di aver conosciuto una ragazza e di esserci uscito insieme. Quella che doveva essere s...