7.

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<<Pensava che stessimo insieme? >> ride Simon sorseggiando il caffè appena preso alla macchinetta
<<Parla piano, quello spunta sempre dal nulla>>
Lo incito io ad abbassare il tono di voce.
<<Anche da etero non ci starei mai insieme ad una come te... Che schifo>>
<<Grazie eh, sei proprio un amico>>
Lo guardo male continuando a mangiare la mia brioche.
Non gli ho ancora detto nulla sulla margherita che mi ha portato ieri Nicholas, e non penso che lo farò.
Voglio tenermi questo gesto carino per me.
<<Allora sfigatelli come andiamo? Niente bodyguard oggi?>> mi giro vedendo Brian da solo che sorride come un fesso davanti a noi.
Sento Simon sbuffare al mio fianco.
<<Niente amici oggi? >> chiedo io mentre lo fisso negli occhi celesti.
Fa un mezzo sorriso ma si allontana senza aggiungere altro.
È un po sospetto che non ci infastidisca più di tanto.
Finisco la mia merenda e mi dirigo in classe.
Prima di entrare però vado velocemente in bagno.
Passo vicina a molte aule aperte e sbircio in quella di Nicholas, che alla fine ho scoperto essere la sezione B.
Lo vedo come al solito poggiato con la testa sulle braccia che dorme.
Chissà cosa combina la notte.

Non posso lamentarmi proprio di niente quando varco la soglia di casa.
La giornata è andata bene, e anche Nicholas sembrava tranquillo oggi, nonostante un piccolo battibecco.
Mi dirigo in camera mia dopo aver salutato nonna e non perdo tempo a sdraiarmi sul letto.
Apro gli occhi e guardo il fiore appoggiato sul mio comodino.
I petali ormai rovinati la fanno sembrare più vecchia di quanto non sia.
Sorrido al pensiero di Nicholas con la faccia arrabbiata e dura mentre me lo stava dando.
<<Vuoi venire a fare una passeggiata con me?>> la voce della nonna mi fa tornare alla realtà e la vedo vicino la porta che mi guarda sorridendo.

<<Com'è il tuo? >> chiede nonna guardando il mio gelato alla vaniglia mentre mangia il suo alla crema
<<Buono>>
<<È proprio una bella giornata>> mi guarda sistemandosi meglio sulla panchina.
La osservo mentre si è persa nei suoi pensieri, sicuramente rivolti al nonno.
<<Già, anche se abbastanza freddina>> dico stringendomi nella felpa.
Passiamo il pomeriggio nel parco sedute a chiacchierare e quando la vedo stringersi nella giacca decido che è il momento di tornare a casa.
Ceniamo e la lascio in soggiorno a guardare il solito telegiornale e i ferri in mano mentre io vado in camera.
Sento il cellulare vibrare e guardo la foto che mi ha inviato Simon.
Un lui con la faccia da finto esausto mentre cerca di fare i compiti.
Giro gli occhi sapendo benissimo che vuole semplicemente che gli mandi i miei.
-impara a farli da solo, babbeo-
Digito velocemente prima di inviare. Come risposta ottengo tante faccine tristi che ignoro.
L'ignorare non serve a niente perché sento subito il telefono che sta squillando.

<<Lyenne Williams sei proprio un egoista>>

Lo sento mentre urla dall'altro capo del telefono

<<E tu uno sfruttatore>>

Rispondo indignata sorridendo.

<<Giuro che è l'ultima volta, ma ti prego mandameli altrimenti quella di storia mi mangia vivo domani>>

<<Guarda che è lultima volta, alla prossima non mi farai per niente pena, sappilo>>

<<Sei il mio angelo, ti amo>>

<<Sisi dai ciao>>

Butto giù la chiamata mentre vedo comparire sullo schermo dei cuoricini da parte di Simon.
Prendo il quaderno e faccio le foto degli esercizi fatti e glieli invio.
È sempre stato così. Io quella secchiona e lui quello che all'ultimo si mette a fare tutto per poi venire a piangere da me cercando di avere la mia pietà per farsi passare i compiti.
Perfino alle elementari era uno svogliato che si metteva per strada a copiare i miei prima di entrare a scuola.
Ogni volta dico che è l'ultima ma alla fine mi faccio raggirare perché sa benissimo che gli voglio bene e glieli farei copiare comunque.
Non è per niente un ragazzo stupido, anzi, però il suo difetto più grande è il rimandare le cose all'ultimo.
Prima di mettermi a letto vado a lavarmi i denti e mi guardo allo specchio per un po.
I miei grandi occhi azzurri non sono niente in confronto a quelli neri di Nicholas.
I suoi sembrano dei pozzi senza fondo, i miei inespressivi.
Mi guardo ancora un po scrutando meglio il mio riflesso e pensando al fatto che dovrei tagliare un po i capelli.
Spengo la luce e torno in camera buttandomi nel letto.
Ripenso a quegli occhi neri un'ultima volta prima di cullarmi in un sonno profondo.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora