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<<Sapevi che le lumache hanno quattro nasi? >> guardo Simon e alzo gli occhi al cielo mentre lui sorride com'è un idiota.
<<Due per respirare e due per annusare>> aggiunge facendo sorridere la nonna.
<<E allora? >> commento scocciata stando attenta a non mettere troppa crema sopra i cupcake appena sfornati.
<<Sapevi anche che ci sono oltre 100.000 specie di lumache? >> sbuffo e punto gli occhi su di lui che sghignazza prima di riprendere a parlare.
<<Una di queste è la specie più rara: Lyenne Williams>> ride seguito da nonna sotto il mio sguardo assassino.
È vero, siamo da mezz'ora in cucina solo per mettere un po' di crema sui cupcake ma non è colpa mia se la saccapoche non ne voleva sapere di far uscire il liquido e io li volevo perfetti.
<<Ha-Ha divertente Simon, complimenti>> sospiro finendo l'ultimo dolcetto.
È la Vigilia e abbiamo finito da poco di pranzare per poi dedicarci alla creazione dei cupcake natalizi.
Ovviamente ne abbiamo fatti tantissimi perché alcuni sono anche per domani.
Non ho sentito ne visto Nicholas, la cosa mi mette un sacco di tristezza perché il mio piano di invitarlo domani è andato completamente in fumo.
Soffio su una ciocca che è sbucata fuori dal mio chignon continuando a solleticarmi il naso.
<<Vado a sedermi un po' in poltrona>> ci avvisa nonna che solitamente a quest'ora è abituata a fare un pisolino.
<<Signora Williams, mi permetta di accompagnarla>> dice Simon come un perfetto gentleman offrendo il suo braccio che nonna afferra sorridendo.
Scuoto la testa divertita mentre li osservo uscire insieme dalla cucina lasciandomi da sola avvolta dal profumo dei dolci.
I biscotti a forma di Babbo Natale sono carinissimi e sembrano anche buoni.
Ne prendo uno, quello che secondo me è venuto male, e lo porto alla bocca, ma prima ancora di poterlo assaggiare, due dita iniziano a solleticarmi il fianco facendomi ridere.
<<Ti ho vista! Li stavi mangiando senza di me!>> mi accusa Simon ritornato in cucina col broncio sul volto.
<<Volevo solo sentire se fossero venuti bene>> mi giustifico facendo gli occhioni dolci per farlo intenerire un po'.
Assottiglia lo sguardo e mi fissa con le mani conserte aspettando che io posi il biscotto, cosa che non accade perché me lo ficco in bocca velocemente gustandomi quella dolcezza immensa.
<<Verme!>> sbotta lui prendendo un babbo natale e divorandolo seguendomi a ruota.
Il suo sguardo si illumina da sotto gli occhiali e capisco che anche per lui siano una delizia.
<<Tua nonna ha le mani magiche>> si complimenta sedendosi al tavolo.
<<E io? Guarda che ho aiutato pure io>> mi lamento con fare offesso.
Sento il mio telefono vibrare e lo prendo dalla mensola osservando la notifica.
-Scendi un attimo. -
Guardo il messaggio dal numero sconosciuto corrucciando la fronte.
<<Chi è? >> domanda Simon cercando di sbirciare sul display.
<<Non ne ho idea, non c'è l'ho salvato questo numero>> mormoro pensierosa.
Che sia James? Me lo aspetterei da lui...
<<Che dice? >> domanda ancora il mio amico passando una mano sui ricci ribelli.
<<C'è scritto di scendere>> giro lo schermo e glielo mostro.
Lo guarda pensieroso e dopo alcuni istanti sembra essere preso da un colpo di fulmine.
Il suo volto si illumina in un largo sorriso mentre balza in piedi spingendomi verso il corridoio.
<<Che stai facendo? >> domando scocciata non appena mi obbliga ad indossare il cappotto e malamente mi avvolge la sciarpa al collo.
<<Vai e vedi chi è no? Ti aspetto qui io>> dice frettolosamente accompagnandomi alla porta, dalla quale praticamente mi spinge.
Son stata appena cacciata da casa mia?
Sospiro scocciata iniziando a scendere le scale.
Volevo mangiarmi i dolcetti invece che badare a stupidi scherzi telefonici.
Arrivo all'entrata ed esco fuori dal portone con l'aria fredda che mi assale.
Mi guardo intorno e non ci metto poco a capire di chi si tratta non appena la mia mano viene afferratta delicatamente.
Mi volto e quegli occhi neri come pozze mi perforano l'anima.
<<Nicholas? >> balbetto incerta puntando gli occhi nei suoi.
<<Già>> dice semplicemente spostando una ciocca di capelli che mi sta sventolando davanti agli occhi.
<<Cosa ci fai qui?>> domando ma senza aspettare risposta riprendo a parlare <<Volevo invitarti domani a casa mia ma non ne ho avuto occasione>> aggiungo rammaricata sotto il suo sguardo attento.
<<Serata a casa tua? >> ghigna malizioso ottenendo un'occhiattaccia da parte mia.
<<Smettila>> mormoro distaccando gli occhi.
<<Effettivamente preferisco le serate a casa mia con te ubriaca>> sorride ancora facendomi sbuffare mentre mi volto imbarazzata con le guance che vanno in fiamme.
<<Scherzavo>> dice tornando al mio fianco <<Verrò>> mi prende la mano infreddolita facendomi sentire di nuovo quelle maledette farfalle nello stomaco.
<<Come facevi a sapere dove abitavo? >> domando curiosa guardandolo attentamente.
<<Ho incontrato il tuo amico qualche giorno fa. Ha accennato qualcosa sul fatto che volevi vedermi>> scrolla le spalle sorridendo divertito lanciandomi un'occhiata.
Intende quella volta che Simon mi aveva scritto dicendomi di averlo visto in giro?
Lo conosco troppo bene e sicuramente la conversazione non è andata solo così.
Poso lo sguardo sulle nostre mani ancora intrecciate e trattengo un sorriso.
Cerco qualcosa da dire ma una macchina si avvicina nel vialetto di casa fino a fermarsi.
Guardo la persona alla guida che dopo aver abbassato il finestrino scopro essere Sam.
<<Che ci fa lui qua?>> domando preoccupata guardando Nicholas che si stacca da me infilando le mani nel giubotto.
<<Devo andare>> dice freddamente senza degnarmi più di uno sguardo.
Un senso di vuoto si fa spazio nel mio petto.
Non mi fido per niente di Sam, e nemmeno lui dovrebbe.
Prima non voleva nemmeno parlarci ed ora che non ha più il braccialetto elettronico ci ha di nuovo a che fare?
<<Ma->> cerco di dire ma mi interrompe <<Non sono affari tuoi>> scrolla le spalle facendo aumentare quel senso di vuoto.
<<Ciao Lia>> urla Sam dalla macchina ottenendo un'occhiata omicida dal moro al mio fianco.
Lo guardo senza battere ciglio non rispondendo al suo saluto.
Non mi piace per niente questa situazione.
<<Ok... >> mormoro tornando al portone.
<<Stai attento>> gli urlo prima di rientrare a casa senza più voltarmi.
Salgo velocemente le scale con gli occhi leggermente lucidi.
Non m'interessa se mi risponde in modo sgarbato, l'ho conosco ormai e so che è così, ma non voglio che si rimetta di nuovo nei casini.
E so per certo che non mi dirà assolutamente nulla, come sempre d'altronde.
Rientro a casa e vengo avvolta dal caldo e da Simon che mi osserva curioso aspettando che io gli racconti tutto.
<<Cos'è che avresti detto a Nicholas? >> sbotto guardandolo male.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora