22.

67 4 1
                                    

Appoggio il giubotto sul letto mentre osservo la camera in perfetto ordine come la prima volta che son stata qui.
<<Scusami ancora... Simon sa essere impulsivo a volte, non volevamo disturbarti>> mi siedo sul letto guardando Nicholas in piedi vicino la scrivania. Si passa una mano tra i capelli avvicinandosi al letto e prendendo il mio giubotto che appoggia sulla sedia.
Lo guardo mentre aspetto si sieda vicino a me, dato che così sembra, ma sgrano gli occhi non appena si stende con la testa che sfiora le mie cosce.
<<Cosa fai? >> balzo in piedi guardandolo mentre si appoggia il braccio sugli occhi, come per non farci passare la luce
<<Ho sonno>>
Lo osservo mentre è disteso coi muscoli rilassati, il respiro lento e tranquillo, col braccio rimasto nella stessa posizione di prima
Mi guardo in giro catturando ogni particolare della stanza, ma i miei occhi si soffermano su un punto ben preciso. Sul comodino vicino al letto, proprio accanto alla lampada grigia, giace la piccola e rinsecchita margherita che gli avevo dato. La fisso mentre un sorriso si fa largo sul  mio volto. Non credevo che l'avesse conservata.
Torno a fissarlo pensando al fatto che praticamente non so niente su di lui. Non so perché è fissato con le mele, non so perché dorme di giorno invece che di notte, dove sono i suoi genitori. È come se non lo conoscessi affatto.
<<Facciamo un gioco? >> chiedo sedendomi sulla sedia bianca mentre lo osserso.
<<Che gioco? >>
<<Delle domande, per conoscerci meglio>>
Solleva leggermente il braccio per osservarmi un po.
<<Ci conosciamo già>> dice rimettendosi nella posizione di prima, interrompendo il contatto visivo.
<<Ma non sappiamo nulla l'uno dell'altra>> borbotto osservando le mie mani.
Uno sbuffo esce dalle sue labbra mentre resta immobile beatamente disteso.
<<Sei timida, inizi a balbettare quando sei particolarmente a disagio o in imbarazzo. Il tuo migliore amico è Simon, ti piace studiare e la tua materia preferita è storia, abiti con tua nonna. Diventi suscettibile prima di ogni compito o interrogazione, hai una leggera asma e ti imbarazzi facilmente. >>
Sento le guance tingersi di rosso quando alla fine del suo discorso mi dedica un'occhiata.
Certo non sono cose strane, ma mi fa un certo effetto il pensiero che lui noti questi piccoli dettagli di me.
<<Allora sono solo io a non saper nulla...>> mormoro distogliendo lo sguardo da lui. Lo sento alzarsi e con la coda dell'occhio vedo che si mette seduto sul letto con la schiena appoggiata al muro.
Si gratta il collo e riposa i suoi occhi su di me.
<<Cosa vorresti sapere? >> domanda all'improvviso cogliendomi alla sprovvista.
Avrei tanta voglia di rispondere "tutto" ma mi limito a cercare nella mia testa una cosa diversa.
Guardo la sua gamba avendo ben chiara la domanda che vorrei porgli e lui sembra accorgersene perché passa il suo sguardo da me al suo piede.
<<Niente domande che riguardano questo>> Dice facendo cenno alla gamba per poi tornare ad osservarmi e io capisco che quell'argomento non lo vuole affrontare.
Rimango imbambolata in quei due occhi neri e profondi e nella mia testa si cancellano tutte le domande che vorrei fargli.
<<Quand'è il tuo compleanno? >> chiedo infine la prima cosa che mi viene in mente.
<<Il 16 novembre>>
Distolgo lo sguardo da lui e osservo i libri messi in ordine sulla scrivania. Ci rifletto prima di giungere alla conclusione che il suo compleanno è vicino allora, dato che siamo all'8 di novembre.
<<Io dovrei andare ora>> dico guardando l'orologio appeso al muro che segna le sette di sera.
Mi alzo dalla sedia e prendo il mio giubotto intenta a mettermelo.
Sento il letto muoversi e mi giro vedendo Nicholas ora anche lui in piedi che si avvicina a me. Mi osserva mentre mi infilo il giubotto per poi avvicinarmi alla porta della camera.
<<Lyenne>> mi richiama e io mi volto trovandomelo ad un passo da me.
Il mio cuore perde un battito quando la sua mano si posa sulla mia guancia e le nostre labbra sono talmente vicine da sentire il suo respiro. Vengo sommersa da un turbine di emozioni che si scatenano in me, e vorrei solo scomparire nascondendo la mia faccia rossa in questo momento.
Quando ormai penso che quella vicinanza tra di noi verrà annullata, sento la porta d'entrata sbattere facendomi sobbalzare per il colpo.
<<Sono a casa! >> la voce di Chris ci arriva alle orecchie e Nicholas pare indugiare un po prima di togliere la sua mano da me e allontanarsi, portando così un freddo glaciale.

Osservo i miei capelli lunghi dopo averli asciugati per bene.
Dopo cena mi son fatta una doccia e ancora chiusa in bagno riporto alla mente il volto di Nicholas così vicino al mio. Sento il calore salirmi in viso al solo pensiero che se non fosse arrivato suo fratello, forse, ci saremmo baciati.
Esco dal bagno e mi dirigo in camera mia appena in tempo da notare il telefono sul letto che squilla.
Lo prendo in mano e rispondo.

<<Allora? >>

Chiede Simon dall'altro capo del telefono

<<Sei un deficiente, ma come ti è venuto in mente di lasciarmi lì così? >>

Lo rimprovero io quasi urlando

<<Perché? Non ne è valsa la pena? >>

<<Simon>>

<<Si? >>

<<Ci siamo quasi baciati>>

Dopo un'ora passata al telefono, con Simon che mi riempiva di domande, finalmente butto giù e  ripongo il cellulare sul comodino.
Mi stendo sul letto osservando il soffitto e mi torturo la mente con la figura di Nicholas d'avanti a me con la mano sulla mia guancia.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora