20.

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La settimana è passata portando il weekend. Con Nicholas le cose sono andate come al solito e per fortuna non ha più toccato l'argomento gelosia.
Sciolgo la chioma castana e finisco di prepararmi mettendo un po di profumo.
Abbiamo deciso con Simon e John di andare in un locale a bere qualcosa, essendo che l'indomani è domenica.
Esco dalla camera giusto in tempo perché sento il telefono vibrare e guardo il messaggio da parte del mio amico che mi avvisa di essere sotto casa.
Saluto nonna e mi affretto ad uscire andando incontro alla macchina di John.
<<Ciao>> mi sistemo sui sedili posteriori mentre loro ricambiano il mio saluto
Dopo circa una quindicina di minuti arriviamo vicino ad un locale con un'insegna che dice "Jix" dalle lettere rosse e luminose.
John parcheggia la macchina ed entriamo venendo sommersi dal frastuono delle tante persone.
<<Qui>> dice Simon indicando un tavolino vuoto al quale lo seguiamo.
<<Quanta gente eh? >> domando guardandomi in giro. I numerosi tavolini son quasi tutti occupati mentre al centro c'è una piccola pista dove alcuni si scatenano.
<<Cosa prendete da bere? >> domanda John cercando con lo sguardo un cameriere
<<Vodka lemon per me>> sorride Simon mentre gli prende la mano e la accarezza.
Tra loro due le cose sembrano andare da dio.
Teoricamente stanno insieme, praticamente però John è ancora fidanzato con la sua migliore amica.
Mi dispiace che debba nascondersi così, specie se a non accettarlo sono i suoi famigliari, non gente a caso.
<<Tu?>> il protagonista dei miei pensieri mi fissa aspettando una risposta
<<Sono minorenne e siamo in un posto pubblico, non ad una festa in casa>>
<<La smetti di fare la noiosa? Li ordiniamo noi senza che ti chiedano i documenti >> mi risponde Simon con tutta l'aria di volersi divertire.
Arriva il cameriere e io non faccio in tempo ad obiettare che loro due hanno già ordinato anche per me.
E così mi ritrovo a bere anche io la vodka lemon sentendo pian piano salirmi la sbronza.
Mi dondolo sulla sedia mentre rido all'ennesima battuta che non ho capito di John.
<<Vadano a fare i froci a casa loro>> sento dire da un tavolino vicino e mi giro immediatamente a guardare i due uomini che sorseggiano le loro birre e fissano in maniera schifata i miei due amici.
Uno ha i capelli brizzolati e legati malamente in una coda disordinata, l'altro invece è rasato praticamente a zero. Entrambi sembrano avere sulla cinquantina, e se non fosse per l'alcol in corpo, sono quei tipi di persone che normalmente eviterei per strada.
Mi alzo dalla sedia e barcollo per un attimo ma riprendo subito l'equilibrio andando verso i due sbruffoni.
<<Avete qualche problema? >> sbiascico poggiando le mani sul loro tavolo attendendo una risposta da questi cafoni che ora hanno gli occhi su di me.
<<Cosa c'è bambolina? Hai finalmente notato dei veri uomini? >> dice uno facendo ridere l'altro mostrando i suoi denti ingialliti.
<<Uno: fate schifo. Due: se avete qualcosa contro i miei amici perché non ve ne andate voi a casa?>> urlo per sovrastare la musica, ma anche un po a causa della sbronza.
<<Ma che vuoi ragazzina? >> l'uomo dai capelli corti si alza in maniera minacciosa.
<<Lia vieni via, lascia perdere>> la voce di Simon mi fa notare che ora lui e John son proprio accanto a me.
<<Ma vi hanno offesi! Guardate che non siamo nel 1500, se avete dei problemi curateli invece di insultare la gente a caso>> urlo di nuovo mentre John cerca di tirarmi per il braccio.
I due uomini, ora entrambi in piedi e con le mani chiuse a pugno, guardano male me ma soprattutto i due accanto a me.
<<Che succede qua? >> una voce ci porta tutti a voltarci ed un volto famigliare mi appare davanti.
<<Possiamo calmare i toni?>> prosegue Chris guardando i due omoni in piedi, ancora coi pugni serrati.
<<Allora andassero a casa a fare quelle robe, non davanti a tutti>> sputa quello col codino tirando un pugno al tavolo, cosa che mi fa fare un passo indietro.
Chris guarda i miei due amici e poi me e un sorriso gli appare sul volto.
<<Lia! Che ci fai qui? >>
Onestamente sono abbastanza in imbarazzo nel farmi vedere sbronza in questo momento dal fratello di Nicholas.
<<Uscita con amici>> dico senza sbiascicare, o perlomeno ci provo. Nel mentre Simon e John mi guardano incuriositi e sono certa che stanno morendo dalla voglia di domandarmi come lo conosco.
<<Ma tu chi cazzo sei? Togliti di torno se non vuoi guai>> il cinquantenne arrabbiato ci riporta a guardarlo, ancora col pugno sul tavolo mentre ci fissa tutti in cagnesco
<<Si da il caso che sono il proprietario, quindi al massimo se siete voi due a non volere guai siete pregati di andarvene>> dice Chris indicando tre uomini che sembrano degli armandi, presumo la sicurezza.
E così, borbottando ancora insulti vari, i due si alzano e si allontanano da noi.
<<Tutto bene ragazzi? Mi dispiace per questa situazione>> ci sorride mentre ci accompagna al nostro tavolino, con me a braccetto con Simon per cercare di camminare dritta.
<<Non si preoccupi, anzi grazie mille>> dice John mentre si siede
<<Datemi del tu, non ho ottant'anni>> sorride il proprietario
<<Ma che ti è preso? Io e John non ci facciamo mai problemi per queste cose, perché te li sei fatta tu? >> mi domanda Simon mentre mi fa sedere tenendomi ancora il braccio
<<Mi sono arrabbiata perché vi stavano offendendo>> rispondo sinceramente, questa volta con tono triste.
Mi sento accaldata e provo in tutti i modi a fare la composta per non mostrarmi brilla d'avanti a Chris, che se ne sta in piedi a sorridermi.
Iniziano a chicchierare tra di loro e più o meno capisco che stanno parlando del locale e di com'è gestirne uno. Parlano pure di Nicholas scoprendo così che Chris è suo fratello maggiore e io l'ho già conosciuto quando ero andata a casa loro.
Mi dondolo sulla sedia restando zitta e pensando a qualsiasi cosa mi venga in mente, anche la più stupida, ignorando così i tre che parlano.
Avrei proprio voglia di una bella lasagna in questo momento, e anche di una cheesecake.
<<Ora vi lascio perché ho delle cose da fare. Buona serata ragazzi, Lia tu sei sempre la benvenuta a casa nostra>> Guardo Chris che ci sorride e si allontana dopo che anche noi l'abbiamo salutato.
<<Un cognato proprio simpatico>> mi volto verso Simon sconvolta da questa sua affermazione mentre lui tranquillamente se la ride con John.

Sistemo i vestiti puliti e ben piegati nell'armadio ascoltando musica dal telefono.
La sera precedente John mi ha riaccompagnato a casa verso le 23 e sono grata a me stessa di non aver bevuto oltre i due drink, così da non subirmi ora mal di testa o aver vuoti di memoria.
Ripongo l'ultimo maglione al suo posto e mi avvicino al telefono per spegnere la musica.
Guardo l'orologio che segna le quattro di pomeriggio, così decido di studiare un po nel frattempo mangiando la merenda portatami dalla nonna.
Passo sopra i libri due ore prima di rimettere tutto nello zaino e sistemare la scrivania che nel mentre era diventata come dopo una bomba.
Lancio un'occhiata al comodino sul quale giace ancora quella che dovrebbe essere la margherita regalatami da Nicholas.
Ormai tutta rinsecchita dimostra più tempo di quanto effettivamente ne abbia.
Sorrido al pensiero di quella volta che mentre me la stava dando aveva la solita espressione dura.
Il mio cuore inizia a battere più velocemente al pensiero del ragazzo e inzio a sentirmi una stupida.
Anche se non voglio ammetterlo, quelle emozioni che mi provoca mi fanno solo intuire una cosa. Nonostante il mio continuo negarlo, sia a me stessa che a Simon, in fondo in fondo, so che a me lui piace.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora