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La voce del professor Rise rimbomba nella classe mentre rimprovera quelli seduti in ultima fila che per tutta la lezione hanno ridacchiato.
Sospiro e ringrazio il cielo che sia l'ultima ora, nonostante io debba rimanerne a scuola altre due.
Finalmente suona la campanella e le urla dell'insegnante si placano dando voce ai passi svelti degli alunni intenti ad uscire dalla classe.
<<Buone ripetizioni>> sento Simon stringermi una spalla prima di uscire e salutarmi con la mano.
Aspetto che il baccano degli studenti si sia affievolito e mi alzo unendo due banchi aspettanto Nicholas, che poco dopo entra in classe.
<<Ciao>> dico mentre lo guardo sedersi poco lontano da me.
Lui fa un cenno e si mette subito a farsi una sigaretta, gesto diventato un rito ormai.
Lo guardo per un po prima di prendere l'occorrente e poggiarlo sul banco.
Sento il suo quaderno toccarmi il braccio all'improvviso e lo guardo mentre mi fissa aspettando che io lo prenda.
Apro e inizio a guardare i suoi compiti.
I quali sono perfetti, un'altra volta.
<<Sei sicuro di aver bisogno di ripetizioni? >>
Domando dopo un po guardandolo mentre si gratta il mento.
<<Sembra che tu sappia tutto>> mormoro ridandogli il quaderno.
<<Oppure sei tu che sei brava a fare l'insegnante>> fa un mezzo sorriso fissandomi ancora di più.
Sento la pelle bruciare ogni volta che fa così.
Sembra quasi volermi entrare in testa e sapere a cosa sto pensando, poi però mi rimprovera se lo fisso io.
<<Vado in bagno un attimo>> mi alzo dalla sedia uscendo dalla classe.
Voglio togliermi i suoi occhi di dosso, nonostante ormai lo conosca da più di una settimana, continua sempre a mettermi a disagio.
Arrivo in bagno e mi sciacquo le mani.
Aspetto un paio di minuti e poi esco ritornando nella classe.
Noto il mio telefono appoggiato sul banco anche se sono sicura di averlo lasciato nello zaino.
Fisso il cellulare avvicinandomi al banco e poi passo lo sguardo a Nicholas.
<<Hai usato il mio telefono? >> chiedo mentre lo prendo per rimetterlo nello zaino
<<Può darsi>>
Lo guardo e vedo la sua faccia dura mentre fa un ghigno.
Sospiro sperando che non abbia fatto cose strane o letto le mie conversazioni, anche se non ho nulla di strano in esse.
<<Oggi facciamo matematica>> dico alzando le maniche della mia felpa senza guardarlo ulteriormente
<<Fai matematica>> mi giro e lo vedo bello beato con la testa sulle braccia pronto a farsi un pisolo.
<<Ma cosa fai?>>
<<Che palle che sei>> gira la testa dall'altra parte lasciandomi in vista la sua nuca.
Sbuffo ripensando a tutta la settimana in cui è stato tranquillo e proprio oggi deve fare così.
<<Puoi alzarti?>> dico picchiettandoli un braccio per poi ritirare subito la mano quando vedo che alza la testa.
<<PuOi AlZaRtI>> mi scimmiotta con voce irritata per poi rimettersi nella stessa posizione di prima.
Sarà di cattivo umore ma questo non lo autorizza a prendermi in giro.
Sbuffo di nuovo appoggiando il mento sulla mia mano.
Se devo passare due ore così mi deprimo.
Dopo quasi dieci minuti mi do forza mentale per richiamarlo di nuovo.
<<Nicholas per favore ti puoi alzare? Guarda che passano in fretta due ore>> la voce esce dalle mie labbra e si sente un tono di esasperazione.
<<Ma perché parli sempre così tanto? >>dice annoiato alzando finalmente la testa. Si mette seduto più o meno bene sulla sedia e mi guarda aspettando che io inizi a torturarlo con la matematica.
Sospiro e finalmente iniziamo con la lezione di recupero.

Le ore passano in fretta e dopo essere usciti dalla classe ci dirigiamo all'entrata principale. Mi fermo sulla soglia osservando la macchina della polizia davanti a scuola.
<<Devono sempre accompagnarti? >> chiedo guardando ancora il veicolo
<<Già>> si limita a rispondermi il moro.
Sospiro e mi guardo un attimo i piedi prima di puntare gli occhi su di lui.
<<Allora a domani>> lo saluto per poi uscire e lo sento dietro le mie spalle che mormora il suo solito "Mh".
Arrivo a casa e saluto la nonna raccontandole della mia giornata. Lei mi mostra il maglioncino che sta facendo e mi piace molto. È di un verde menta e sembra che stia venendo fuori bene.
Vado in camera e poso lo zaino vicino la scrivania.
Non faccio in tempo a sedermi che sento suonare alla porta.
Vado all'entrata e vedo nonna che saluta Simon, il quale mi viene incontro poco dopo.
<<Sei venuto a copiare i compiti? >>
Chiedo sorridendo mentre lui mi tira un braccio portandomi in camera.
<<Devo raccontarti una cosa>> dice subito dopo aver chiuso la porta.
Mi siedo sul letto aspettando che parli e lo vedo titubante all'inzio.
<<Ho conosciuto uno>>
<<Lo immaginavo dato che passi tutto il tempo appiccicato al telefono>> sorrido aspettando che vada avanti, ma mi becco un'occhiataccia.
<<Ma lui ha la ragazza>> dice velocemente passandosi la mano fra i ricci.
<<In che senso la ragazza? >>
<<Già. Ho reagito allo stesso modo>> Mi viene incontro e si siede vicino a me un po rattristato.
<<Ha detto che i suoi genitori non accetterebbero mai il suo orientamento>> mormora mentra io gli passo una mano sul braccio per confortarlo.
<<Se ci tiene a te non dovrebbe badare alle apparenze>> dico e lui sembra darmi ragione. Passa il suo sguardo sul comodino e lo posa sulla margherita di Nicholas.
<<E questo? Ti piace la spazzatura? >> sorride mentre si alza in procinto a buttarla.
<<Non è spazzatura>> mi alzo di scatto e gliela sfilo dalle dita rimettendola al suo posto.
Mi guarda per un attimo come se fossi un alieno.
<<Te l'ha data qualcuno di speciale? >>

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora