27.

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Sto morendo di sonno dato che la sera prima son rimasta sveglia fino a tardi perché troppo presa da un libro che ero intenzionata a finire.
Le lezioni passano così lentamente che quasi non mi concedo un piccolo pisolo, ma prima di aver tempo di chiudere gli occhi, la campanella mi fa sobbalzare.
Mi lamento prima di alzarmi per poi venire trascinata da Simon alla macchinetta delle bevande, dove non perde tempo a comprare due caffè e porgermene uno.
<<Grazie>> mormoro mentre giro il contenuto del bicchiere col bastoncino di plastica.
<<Vado a cercare la professoressa Mirken>> Mi comunica Simon prima di allontanarsi, facendomi venire in mente che aveva una ricerca vecchia di una settimana ancora da consegnare.
Mi dondolo sulle gambe mentre la mia mente viaggia nel mio comodo letto, e cosa non darei per far finire presto questa giornata per potermici buttare.
<<Giorno>> La voce di Nicholas fa sparire la visione della mia cameretta.
<<A te>> Dico guardandolo di sfuggita mentre si appoggia sulla parete di fianco a me.
Il suo profumo mi invade le narici mentre butto giù il sorso di caffè che avevo trattenuto per un po'. I miei pensieri iniziano ad essere un treno di immagini, tutte che mi ricordano dei baci col ragazzo in piedi accanto a me e quasi non mi strozzo con la bevanda.
<<Tutto bene? >> Mi chiede Nicholas mentre mi tira delle leggere pacche sulla schiena.
Che vergogna.
<<Si>> Dico secca allontanandomi da lui.
Mi deve ancora un sacco di risposte, e nonostante siano passati due giorni da quando Sam è venuto qui a scuola, lui non mi ha letteralmente detto nulla. Così ho evitato qualsiasi contatto fisico con lui, irritandolo un po' penso, dato che a scuola mi mandava occhiate ambigue.
<<Mi spieghi cos'hai? >> domanda mentre mi osserva con fare accusatorio.
<<Io? Sei tu che non mi dici mai niente>> Mormoro mentre butto via il bicchiere vuoto nel cestino accanto a noi.
Sono a pezzi, ho dormito solo tre ore e non mi va per niente di discutere con lui in questo momento.
Sbuffo guardando i suoi occhi scuri fissi su di me.
<<Hai qualcosa qua>> Dice indicando la propria guancia mentre io mi affretto a strofinare la mia.
<<Ancora? >> domando togliendo la mano per mostrargli il volto.
<<Si un po'. Aspetta>> Si avvicina lentamente a me e sento le sue dita calde toccarmi il viso. Un momento dopo mi ritrovo un veloce bacio stampato sulla guancia.
Resto imbambolata su di lui che si allontana da me ritornando dov'era poco fa.
Si infila le mani nelle tasche della tuta e mi osserva mentre un leggero ghigno si fa spazio sulle sue labbra.
<<E questo? >> domando perplessa.
<<Mi andava>> dice semplicemente.
Non dico altro e gli lancio un'ultima occhiata prima di guardare altrove.
<<L'altro giorno volevi parlarmi di qualcosa? >> domanda all'improvviso facendomi voltare di nuovo
<<Quando? >> sinceramente con tutte le volte che volevo parlargli, non so a quale in particolare si riferisca.
<<Quando Melania ci ha interrotti>> risponde lui mentre aspetta una mia risposta.
Ripenso a quel giorno e mi torna subito in mente, era il giorno prima che andassi a mangiare con Simon e prima di conoscere Sam.
<<Ah si, mi ricordo... Non era nulla di importante>> Mento osservando la sua espressione dubbiosa.
<<Vieni a casa mia dopo scuola>> sgrano gli occhi e mi giro a fissarlo come se fosse un pazzo.
<<Che c'è? >> continua lui vedendo la mia reazione, probabilmente quella che sembra pazza ora sono io.
<<Per fare cosa? >> domando per poi alzare gli occhi al cielo mentre mi maledico sotto lo sguardo divertito di lui.
<<Sei una scostumata>> ride intanto che mi punzecchia col dito e, per quanto vorrei rispondergli a tono, le parole mi muoiono in bocca a vederlo così spensierato.
Mi mancano le due ore di ripetizioni che passavo con lui, e mi mi manca averlo solo per me, egoisticamente parlando.
<<Sei cambiato da quando ci siamo conosciuti>> mormoro distogliendo lo sguardo.
<<Cioè? >> chiede togliendo la mano dal mio fianco che aveva continuato a torturare.
E proprio quando vorrei elencare tutti i cambiamenti che ho notato in lui, l'atmosfera viene bruscamente spezzata da Melania che appare davanti a noi.
Senza trattenermi lascio che un sonoro sbuffo esca dalla mia bocca.
<<Ciao>> dice mentre sfodera un sorriso smagliante, rivolto ovviamente a Nicholas dato che io ricevo solo un'occhiata di sufficienza.
Non le presto la mia attenzione anche perché un urlo famigliare mi fa voltare.
<<Guarda qua! Ho preso un bel 9, e ora che mi dici eh? Dopo non dirmi che non studio>> Simon saltellante si fionda su di me mentre con la mano fa svolazzare una decina di fogli davanti al mio naso.
<<E smettila>>lo incito cercando di allontanarlo da me.
<<Per festeggiare stasera andiamo al bar dove lavora un amico di John, e non dirmi di no perché tanto verrò a prenderti>> mi informa sorridendo come un bambino e mostrandomi ancora la ricerca con il bel voto scritto a lato.
<<Quale bar? >> la voce di Melania fa girare la testa a Simon.
<<Ah, eri qui per tutto questo tempo? Non ti avevo notata>> dice semplicemente guardandola da capo a piedi mentre accenna invece un saluto a Nicholas.
La faccia della bionda sembra trattenersi dal fare una scenata isterica, e la cosa mi fa sorridere.
Il suono della campanella ci riporta tutti e quattro alla triste realtà di dover tornare a lezione, e prima che possa allontanarmi con il mio amico, la mano di Nicholas afferra la mia.
Lo guardo perplessa mentre sembra cercare le parole per chiedermi qualcosa e intanto la sua mano lascia la mia lentamente.
Dopo un po' capisco cosa vuole e mi sento stupida a non averci pensato.
<<Ci vediamo dopo scuola>> lo rassicuro sapendo benissimo che testardo com'è non voglia ripetermi due volte il suo invito.

<<Quindi? Vengo a prenderti da Nicholas o a casa tua? >> domanda Simon mentre scendiamo i gradini dell'entrata.
<<Ti scrivo un messaggio per avvisarti a che ora vado via da casa sua>> rispondo avvolgendomi meglio nella sciarpa color ocra.
Guardo il ragazzo moro salire sulla macchina della polizia mentre si guarda intorno fino a raggiungere i miei occhi. Sono quasi sicura che un piccolo sorriso gli sia spuntato in viso prima di vederlo sparire nell'auto che parte.
<<Allora ciao, ci vediamo stasera>> dice il mio amico spettinandomi i capelli mentre si allontana prima che io possa tirargli un pugno.
Mi incammino verso la fermata del bus, il quale passa quasi subito, e arrivo sotto casa di Nicholas infreddolita dato che il vento sembra incessante oggi.
Suono il campanello e dopo poco la porta si apre mostrandomi il moro in tutta la sua bellezza.
<<Ri-ciao>> dico sorridendo nervosamente mentre entro a casa sua e il calore mi avvolge.
<<Hai fame? >> domanda lui dirigendosi in cucina con me che lo seguo a ruota.
Ci penso su ma prima di rispondere la mia pancia lo fa per me. Un borbottio anche parecchio rumoroso mi fa arrossire.
<<È un si? >> sorride Nicholas indicandomi la sedia e io non perdo tempo a sedermici.
Si gira verso una mensola e prende qualcosa da essa, ma non so cosa di preciso dato che la sua ampia schiena mi copre la visuale.
I suoi muscoli sono rilassati e sembra sereno. Lo osservo smanettare con le pentole mentre giocherello con le mie dita.
<<Sai cucinare? >> spezzo il silenzio e manco l'avessi fatto, il rumore assordante di una pentola caduta mi fa sobbalzare.
Lo sento imprecare sotto voce mentre si china a prenderla e non posso fare a meno di alzarmi ed avvicinarmi a lui.
<<Vuoi una mano? >> domando ancora.
Si alza e punta i suoi occhi nei miei, e solo ora mi rendo conto della vicinanza fra di noi.
Mi allontano leggermente appoggiandomi al mobile della cucina distogliendo lo sguardo da quello magnetico di lui.
<<Vuoi una mano o no? >> chiedo senza guardarlo
<<Mh>>
<<Cosa volevi preparare? >> mi avvicino e sbircio cos'ha tirato fuori dalla mensola.
<<Spaghetti? >> guardo il pacco di pasta mentre aspetto una sua risposta.
<<Questo>> dice lui mostrandomi un barattolo di ragù già pronto.
<<Va bene>> prendo il vasetto dalla sua mano e lo appoggio sul tavolo per poi prendere una pentola, riempirla d'acqua e poggiarla sul fornello sotto il suo sguardo attento.
Osservo l'acqua immersa nei miei pensieri e quasi non mi rendo conto della presenza di Nicholas dietro di me.
Sento il suo mento sfiorarmi la testa mentre la mia schiena tocca il suo petto.
<<Cosa c'è? >> domando nervosamente non volendomi voltare vista la vicinanza.
<<Non dovevi parlarmi di qualcosa? >> dice ad un centimetro dal mio orecchio provocandomi mille brividi.
Le sue mani si posano delicatamente sui miei fianchi facendomi morire le parole in bocca e, so per certo che se mi girassi ora, incontrerei le sue labbra.



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