30.

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Il suono di due voci che discutono mi fa rigirare nel letto mentre la luce del sole mi batte prepotente sul viso.
Apro lentamente gli occhi ritrovandomi ad osservare la camera di Nicholas.
Gli riuchiudo e mi rigiro godendomi l'odore buono del suo letto, cosa che dura poco perché le due voci si fanno sempre più alte.
<<Vattene, ti ho detto che non voglio averci niente a che fare>> la voce di Nicholas mi arriva alle orecchie e lentamente mi alzo avvicinandomi alla porta della sua camera.
Lo so che origliare non è bello, però sono curiosa.
<<Dicevi altro prima di finire con quella roba al piede>> risponde un'altra voce, che però mi sembra famigliare.
Apro lentamente la porta per sentire meglio e mi piazzo sull'uscio.
<<Ho cambiato idea. Ora vattene e smettila di pressarmi>>
<<E per quella ragazzina? È caruccia lo sai...>>
Un colpo abbastanza forte mi fa sobbalzare e senza rendermene conto raggiungo anche io la porta d'entrata.
Sam in piedi nell'entrata osserva divertito Nicholas che con in pugno serrato ancora sulla porta mi fa capire che il colpo sia stato provocato da lui.
<<Ecco, per l'appunto... >> mormora Sam notandomi e facendo voltare anche Nicholas verso di me.
Le guance mi si tingono di rosso quando noto Sam soffermarsi un po' troppo sulle mie gambe nude, cosa che non sfugge nemmeno al moro dato che mi si piazza davanti come per coprirmi.
<<Me ne vado>> dice Sam alzando le mani in segno di resa facendomi l'occhiolino.
<<Ciao>>
<<Non contattarmi>> dice Nicholas per poi sbattere la porta facendomi spaventare.
<<Tutto bene? >> domando e dalla sua espressione capisco che non va per niente bene.
Sembra arrabbiato e so che non vorrà parlarmene, quindi non insisto.
Mi dirigo verso il bagno e mi lavo la faccia per risvegliarmi meglio osservando allo specchio i miei capelli spettinati. Cerco di districarli un po' con le dita ma non vogliono saperne.
Se non avessi detto alla nonna che dormivo da Simon, probabilmente ora sarebbe stata preoccupata e mi avrebbe chiamata già mille volte.
Guardo la maglia nera che ho addosso, probabilmente di Nicholas, e mi ricordo che non l'ho nemmeno ringraziato per avermela prestata.
<<Grazie per la maglietta e per avermi lasciato cambiare, te la laverò e riporterò>> dico uscendo dal bagno trovandolo in cucina a bere un caffè.
<<Come vuoi>> dice porgendo una tazza anche a me.
Sembra ancora nervoso quindi decido di andare in camera sua per cambiarmi, così poi posso tornare a casa.
Mi guardo intorno notando la mia borsa appoggiata sulla sedia ma dei miei vestiti non c'è l'ombra.
Butto l'occhio sul letto disfatto e mi avvicino per rifarlo iniziando a tirare bene il lenzuolo.
<<Si vede tutto se ti metti così>> mi giro di scatto e lo vedo appoggiato allo stipite con la tazza di caffè in mano mentre fa cenno alle mie gambe, e capisco cosa intenda.
Sento le guance pizzicare e mi siedo velocemente sul letto allungando la maglia.
<<Hai visto per caso i miei vestiti? >> domando lanciando un'occhiata di sfuggita al moro.
<<Non ricordi dove li hai messi? >> domanda lui ironico con un sorrisetto stampato in faccia.
A questo punto presumo che abbia intuito del mio vuoto di memoria e vorrei solo darmi un pugno fortissimo.
Un'immagine mi passa per la testa e non riesco a fare a meno di balzare in piedi e fissarlo con ansia.
<<Noi due... Abbiamo fatto qualcosa?>> balbetto torturandomi le mani fra di loro sentendo il caldo raggiungermi il viso.
<<Ti ho solo cambiato. Non abbiamo fatto niente>> dice secco
<<I tuoi vestiti erano bagnati perché hai voluto farti la doccia, dimenticando di avergli addosso>> conclude infine.
<<Oh... Capisco. Mi hai vestito tu? >> domando non sapendo se voglio realmente conoscere la risposta. Me l'ha appena detto ma spero che io abbia capito male.
Mi osserva in silenzio prima di prendere un altro sorso di caffè, e vedendo la sua espressione capisco che sia ancora arrabbiato per l'incontro con Sam. Oppure semplicemente è ritornato il solito silenzioso ragazzo che ho conosciuto, e mi rattrista sapere che la vicinanza che c'è stata fra di noi scomparirà non appena varcherò la soglia di casa sua.
<<Non ti ho fatto niente se è questo che vuoi sapere>> dice secco riportandoni alla realtà mentre si avvicina all'armadio tirando fuori un pantalone nero.
<<Tieni. Tanto sotto il cappotto non dovrebbero vedersi più di tanto>> aggiunge porgendomeli per poi uscire dalla stanza.
Sbuffo sonoramente prima di infilarmi i suoi pantaloni e non appena finisco di fare il letto, esco da camera sua prendendo con me la mia borsa.
Lo trovo in soggiorno seduto sul divano con la testa buttata indietro che osserva il soffito. Sembra pensieroso, sicuramente per la conversazione con Sam.
Mi schiarisco la voce per avere la sua attenzione ma lui non si smuove di un centimetro.
<<Allora io vado>> dico semplicemente aspettando una sua reazione, ma nulla, rimane immobile.
<<Scusa per il disturbo, ci vediamo a scuola>> continuo questa volta allontanandomi.
<<Sulla maniglia dell'entrata è appesa la busta con i tuoi vestiti dentro. Son ancora un po' bagnati>> lo sento dire finalmente ma non mi volto. Vado alla porta e trovo il sacchetto con le mie cose, lo prendo ed esco di casa.

<<Avete dormito insieme?>> mi domanda ancora Simon perplesso facendomi distogliere lo sguardo dal quaderno.
<<È la terza volta che me lo domandi>> alzo gli occhi al cielo sbuffando.
È venuto a casa mia e non fa altro che chiedermi come sia andata da Nicholas mentre si abbuffa di crostata che ha fatto la nonna.
<<Perché ti conosco e conosco la tua timidezza estrema>> dice con la bocca piena e io non posso far a meno di guardare le briciole che gli cadono sul letto. Lo fulmino con lo sguardo indicandole e lui con fare angelico prende un tovagliolo e se lo mette sulle ginocchia.
È venuto a pranzare da me e dopo aver finito ci siamo chiusi in camera fino a quando la nonna non ci ha portato la merenda.
<<Andiamo a fare un giro? Mi annoio>> sbuffa il mio amico alzandosi in piedi mentre si stiracchia.
<<Dove? >> sinceramente anche io mi annoio un po' e non mi va di passare tutta la domenica a studiare.
In nemmeno mezz'ora usciamo di casa diretti in centro dove troviamo un baretto molto carino in cui ci sediamo per bere un caffè.
Ci mettiamo d'avanti all'enorme vetrata e mentre aspettiamo la cameriera con le nostre bevande calde chiacchieramo un po'.
<<Ma quella è Melania>> sbotta Simon puntando lo sguardo fuori dal locale.
Seguo i suoi occhi e la noto anche io, Melania in piedi che sembra intenta in una conversazione parecchio agitata con qualcuno.
Quasi non soffoco con la mia stessa saliva a vedere che quel qualcuno è proprio Sam.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora