21.

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Lunedì inzia con me che dimentico lo zaino a casa e a metà strada devo correre indietro per andarlo a prendere.
Il tempo non è dalla mia, dato che sembra esserci il diluvio universale e per tutta la strada il mio piccolo ombrello si stava ribellando con tutta l'intenzione di rompersi.
Non so con quale grazia divina ma arrivo a scuola seguita da Simon che ancora mi riempie di insulti per esser dovuto tornare indietro insieme a me.
La cosa positiva è che arriviamo giusto in tempo prima che suoni la campanella, senza avere la sifga di arrivare in ritardo.
Sospiro mettendomi comoda al mio banco.
Poco dopo nella classe arriva il professore e le lezioni iniziano.
Le prime ore passano lente e noioso con la pioggia che continia a picchiare sui vetri delle finestre.
La giornata è anche particolarmente più fredda del solito.
<<James l'accollo sta arrivando verso di noi tra tre, due, uno... >> appena Simon finisce la frase mi volto e vedo il ragazzo dai capelli biondi legati in un codino venirci incontro.
<<Ciao>> sorride
<<Ciao>> mormoro sorridendo leggermente cercando di sembrare educata.
<<Come stai?>>
<<Ah solita vita, drammi d'amore ma tutto nella norma>> risponde Simon al mio posto ricevendosi un'occhiata dal biondo.
<<Tutto bene e tu? >> rido nervosa mentre mi sistemo i capelli dietro l'orecchio.
<<Bene>>
Guardo Simon in cerca d'aiuto perché la conversazione si è fermata in un silenzio imbarazzante e sono grata che lui capisca subito.
<<Allora? Avevi bisogno di qualcosa? Spero non chiedere di nuovo a Lia di uscire dato che la sua vita amorosa va a gonfie vele>>
Quasi mi strozzo con la saliva, non intendevo questo tipo d'aiuto.
<<Ah si? Ti stai frequentando con qualcuno? >> gli occhi di entrambi son puntati su di me.
Quelli del biondo che mostrano preoccupazione mista a disagio, e quelli di Simon divertimento.
Lo odio quando mi mette in queste situazioni imbarazzanti non curandosi della mia timidezza.
Mi mordo l'interno guancia giocherellando con le dita.
<<In verità no... >> mormoro e vedo riaccendersi nel suo sguardo una scintilla
<<Però non sono interessata a te, mi dispiace...>> concludo spegnendo ogni tipo di aspettative che si era creato.
<<Oh. Beh certo lo capisco>> si gratta nervosamente il mento
<<Beh allora ci vediamo in giro>> conclude salutandoci per poi allontanarsi.
Mi dispiace un po per lui.
Sospiro bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglietta che poi rimetto nello zaino guardando Simon bersi il solito caffè con aria spensierata.

Ascolto la pioggia mentre controllo i compiti di Nicholas, il quale sta seduto di fianco a me a giocherellare con una mia penna.
Dopo aver finalmente ammesso i sentimenti che provo per lui a me stessa, mi esce difficile esser meno nervosa del solito in sua presenza.
Lui per fortuna non sembra accorgersene perché i suoi comportamenti sono uguali a sempre.
Appoggio il suo quaderno sul banco e mi metto in cerca del libro di matematica che tiro fuori dallo zaino.
Scorro le pagine mentre di sottecchi vedo il ragazzo rimettere la penna nel mio astuccio.
<<Tra un mese me lo tolgono>> indica la gamba sulla quale presumo ci sia il braccialetto elettronico.
<<Davvero?>>
<<Già>>
Lo guardo mentre sembra riflettere su qualcosa osservando le mie mani ancora che tengono il libro.
<<È una bella cosa no? >> sorrido mentre i suoi occhi tornano a posarsi su di me.
Si inumidisce le labbra, le quali mi soffermo un po troppo ad osservare.
<<Questo vuol dire che per Natale potrai uscire senza problemi? >> aggiungo non avendo ricevuto risposta alla domanda precedente.
Distolgo lo sguardo da lui e guardo il libro che ho tra le mani.
<<Lyenne>> perdo un battito a sentire il mio nome pronunciato da lui. Non l'ha mai fatto.
Mi volto a guardarlo aspettando che aggiunga altro ma non lo fa. Si mette comodo con la testa tra le braccia intento a schiacciarsi un pisolo.
<<Si? >> domando mentre osserso la sua nuca
<<Niente. Mi piace come suona>>
<<Nicholas>>
<<Mh? >>
<<Nulla. Mi piace come suona>>

Seduta sul divano accanto a nonna, sono intenta a risolvere un sudoku mentre lei smanetta coi ferri.
La pioggia ha smesso di picchiare e il buio della sera si estende fuori dalla finestra.
Alla fine Nicholas ha dormito, di nuovo, e mi son ritrovata, di nuovo, a passare le due ore in completa noia.
Guardo i numeri nelle caselle mentre penso a quali mettere in quelle vuote.
La notizia che gli tolgano quel coso dalla gamba mi ha reso felice, non quanto a lui suppongo. Dev'essere orribile venire ogni giorno controllati e non poter uscire di casa.
<<La signora Piper mi ha detto di averti visto l'altro giorno. Ti ha fatto un sacco di complimenti sai? >>
<<Ringraziala da parte mia>> sorrido alla nonna mentre penso alla nostra vicina. Una signora della stessa età di mia nonna, coi capelli corti e un bastone ad accompagnarla. È sempre stata molto gentile con me e spesso durante le mattinate quando sono a scuola viene a bersi un caffè qui.
La serata passa così, con me che faccio sudoku e la nonna ai ferri mentre guardiamo le soap opera.
Mi alzo dal letto con la sveglia che continua a suonare.
I raggi di sole penetrano dalla finestra facendomi notare che oggi non piove e si presuppone una bella giornata.
Esco di casa e mi dirigo al solito posto in cui mi vedo con Simon ogni mattina.

Le ore a scuola passano più in fretta del solito e mi ritrovo in giro con Simon dopo che mi è venuto a prendermi alla fine delle ore di "recupero" con Nicholas. Alla fine riflettendoci, a lui non servono sul serio quelle lezioni. Semplicemente passa il tempo a dormire e come mi ha ammesso lui stesso, non mostrava mai i compiti se non a me.
<<Guarda>> la voce di Simon mi riporta alla realtà e lo guardo non capendo cosa volesse mostrarmi.
<<Cosa? >>
<<Quella non è la via di casa di Nicholas?>> indica e non faccio in tempo a rispondere che lo vedo incamminarsi nella stradina.
Lo raggiungo velocemente fermandolo per un braccio
<<Che stai facendo?>>
<<Una visita ad un compagno di scuola>>
Lo guardo a bocca aperta pensando che il suo sia uno scherzo ma evidentemente non lo è perché lo vedo avvicinarsi alla casa gialla dal numero 8.
<<Smettilla torna qua, non puoi autoinvitarti a casa di altri>> urlo ad un paio di metri da lui senza volermi avvicinare all'entrata.
Mi guardo in torno come se qualcuno potesse vederci e ispeziono le finestre della casa per accertarmi che non ci sia nessuno.
<<Non vuoi vedere il tuo amato? >> chiede il riccio prendendomi in giro.
Si, alla fine gli ho detto che ho chiarito i miei sentimenti e ho capito quello che provo per Nicholas. Ovviamente da parte sua non sono mancati commenti tipo "Lo sapevo già, era intuibile, ma non mi dire".
<<Lo vedo a scuola, vieni qua Simon. Non sto scherzando>> bisbiglio per non farmi sentire da chissà chi. Mi sento come un ladro nonostante non stiamo facendo letteralmente nulla di male.
Lo vedo che avvicina la mano al campanello e parto direttamente nella sua direzione allontanandolo per impedire di suonare.
<<Ops. Ormai ho premuto>> fa spallacce mentre sorride come un idiota.
<<Allora vieni via prima che qualcuno apra, penseranno che fosse lo scherzo di un ragazzino>>
Cerco di tirarlo per un braccio ma niente da fare. Sembra incollato al suolo.
Sto per avere una crisi isterica e insultarlo ma mi fermo quando la porta si apre facendo sbucare Nicholas dall'aria stanca. Stava dormendo?
I capelli disordinati spuntano fuori da sotto il cappuccio della felpa verde militare che ha addosso. Una mano poggiata alla porta e l'altra infilata nei pantaloni da tuta neri.
Ci scruta entrambi con lo sguardo spaesato, non capendo probabilmente cosa ci facciamo lì.
<<Ciao! Come va? Passavamo di qua e abbiamo pensato di venire a salutarti>> sorride Simon portandosi le mani ai fianchi e lanciandomi un'occhiata di vittoria.
<<Capisco. Volete entrare? >> domanda il moro
<<Si volentieri>> fulmino con lo sguardo il mio amico che prende il mio braccio ed entra insieme a me.
Guardo il corridoio famigliare imbarazzata, cercando qualcosa da dire.
<<Oddio, devo andare scusatemi. Un'urgenza veramente! Allora ciao>>
È uno scherzo? Simon si precipita fuori dalla porta, che ancora Nicholas non aveva chiuso, salutandoci con la mano.
Rimango come una stupida in piedi pensando a mille modi per torturarlo dopo che mi ha regalato questo scherzo infantile.
<<Mh>> Nicholas inchioda i suoi occhi ai miei ancora con aria di chi pensa "cos'è appena succeso?". E non gli do torto, dato che Simon ha fatto tutto così in fretta che manco mi ero resa conto che fosse già uscito di casa alla velocità della luce.
Guardo Nicholas chiudere la porta e appoggiarsi ad essa mentre aspetta che io dica qualcosa.
Abbasso lo sguardo per puntarlo sulle mie mani, che inizio a torturare fra loro.
<<Ehm... Scusami. Passavamo veramente da qui ma non sapevo volesse venire da te per poi andarsene così>> le mie guance iniziano a scaldarsi e so per certo che sono diventata rossa dall'imbarazzo.
<<Vado anche io allora>> concludo riposando gli occhi su di lui.
<<Resta un po>>

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora