25.

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<<Quindi ora che siete? State insieme? >> Simon mi fissa bevendo il caffè mentre io mi mordicchio il labbro nervosa.
<<Non ne ho idea, non ne abbiamo parlato>> rispondo ripensando ai baci con Nicholas durante il suo 19esimo compleanno.
Son passati tre giorni e non ne abbiamo più riparlato. E da quando le nostre lezioni son finite non ne ho avuto l'occasione.
Durante l'intervallo non parliamo quasi mai, ci scambiamo solo occhiate.
A Simon ho detto tutto immediatamente e lui è da tutto il tempo che cerca di convicermi a parlarne col diretto interessato ma io non ne ho il coraggio. E poi di solito c'è pure Melania che gli gira in torno e a me passa la voglia di andarci a parlare.
<<Vi state letteralmente mangiando con lo sguardo e nessuno dei due fa il primo passo? Siete seri? >> sbotta Simon all'improvviso riportandomi alla realtà. Mi prende un braccio e con passo deciso si incammina verso Nicholas che mangia la solita noiosa mela con Melania che continua a parlargli.
Cerco di opporre resistenza ma troppo tardi, arriviamo d'avanti a loro due.
<<Ciao! >> dice allegro Simon mentre mi lascia il braccio e sorride ai due che ci fissano.
Poso lo sguardo per terra imbarazzata non volendo sostenere il contatto visivo con Nicholas.
<<Ciao, volete qualcosa?>> la voce della bionda mi arriva alle orecchie e rialzo lo sguardo su di lei che aspetta una risposta.
<<Ti offro un caffè, vuoi? >> Simon cerca di persuaderla ma questa non si fa raggirare, non ne vuole sapere di staccarsi dal ragazzo.
Ci fulmina con lo sguardo come se avessimo interrotto chissà cosa, mi da fastidio.
Suona la campanella avvisandoci di tornare in classe. Poso lo sguardo su Nicholas che mi sta fissando a sua volta e arrosisco leggermente prima di salutarlo ed allontanarmi.
Simon resta con loro e lo sento che dice qualcosa prima di raggiungermi.
<<Ti arrendi troppo in fretta. Dovevi prenderlo e trascinarlo per parlarci da sola>>
<<Non mi sembra che a lui interessi parlare con me dato che sta sempre con quella appresso>> sputo infastidita. Ed è la verità, se volesse potrebbe cercarmi lui invece di starsene sempre con Melania.
Rientro in classe con un pizzico di delusione addosso e mi siedo aspettando l'inizio della lezione.

A fine lezione Simon fa un po il lecchino perché scappa via dalla classe con John che lo aspetta in macchina. Volevano darmi un passaggio ma so per certo che volevano restare un po da soli in verità.
<<Williams! Tutta sola oggi? >> la voce di Brian mi porta a voltarmi e lo fisso mentre sta con i suoi amizi a deridermi. Lo ignoro e vado a passo svelto nel corridoio, voglio tornare a casa.
Sono quasi all'ingresso quando una mano afferra la mia. Mi giro e vedo Nicholas in piedi con ancora la mia mano nella sua.
<<Si? >> mi ricompongo mentre aspetto una sua risposta.
<<Volevi parlarmi? >> lascia lentamente la mia mano, quasi non volesse farlo, guardandomi dritta negli occhi.
<<Oh beh io in verità... >> non finisco la frase che eccola qui. Melania lo prende a braccetto, sembra che faccia solo questo.
<<Di cosa chiacchierate? >> chiede facendo una risatina falsa e io non riesco a far a meno di portare gli occhi al cielo. Non la sopporto più.
<<Nulla>> Nicholas si stacca da lei mentre mi fissa ancora dritto negli occhi.
<<Si infatti, di nulla. Ciao>> Mi giro e scappo via prima che uno dei due possa dire qualcosa.
Sono abbastanza delusa e triste. A lui non sempra importare niente altrimenti non starebbe sempre con lei.
Esco da scuola e a passo svelto cammino fino a casa.
Non li sopporto. Entrambi.
Lei che gli gira sempre intorno e lui che sembra far finta di nulla.
Rietro in casa sbattendo un po troppo la porta.
<<Lia? Sei tu?>>
<<Si nonna scusami>>
Vado da lei e le poso una bacio sulla guancia mentre mi affretto ad andare in camera mia.
Poso le mie cose e mi lancio nel letto.
Mi sento una stupida, magari per lui non vuol dire nulla l'esserci baciati.
<<Lia, va tutto bene? >> guardo la nonna in piedi vicino la porta e le faccio di no con la testa.
Lei si avvicina e si siede vicino a me per poi abbracciarmi.
Non mi fa domande, semplicemente rimane con me a coccolarmi mentre io mi godo questo affetto.

<<Guarda che non te lo ruba nessuno>> Simon mi guarda schifato mentre letteralmente mi ingozzo col mio panino.
<<Son arrabbiata>> sbotto tra un morso e l'altro.
<<Fai schifo>> dice mentre mi porge un tovagliolo e indica la mia bocca probabilmente sporca di salsa.
Dopo che ieri mi ha vista giù di morale mi ha portato ad un fast food, e son felice che almeno con lui mi distraggo un po.
<<Stavo pensando che per le feste di Natale potremmo andare a casa mia in montagna>>
<<A fare? Portaci John, non farò il terzo incomodo>>
<<Sei proprio scorbutica, uno cerca di essere gentile e tu fai l'antipatica>>
Sorrido vedendolo col finto broncio intento a sorseggiarsi la sua bevanda.
Il pomeriggio è fresco e umido, e il sole appare ogni tanto da dietro le nuvole.
Finiamo di mangiare e usciamo andando a farci un giro. Mi sistemo la sciarpa intorno al collo mentre un leggero venticello mi sparpaglia i capelli.
<<Guarda qua>> Simon mi porge il telefono e io osservo la bici messa in vendita.
<<La vuoi prendere? >>
<<Si ma non so ancora quando>>
<<Beh è carina penso sia adat->> non finisco la frase che sento qualcosa di duro colpire la mia schiena.
Mi giro e vedo un pallone poco distante da me e capisco che il colpo che mi son presa è stato dovuto a quello.
<<Scusami>> un ragazzo dai capelli neri e rasati praticamente a zero corre nella nostra direzione con un braccio alzato.
<<Non ti preoccupare>> rispondo osservando il ragazzo ora in piedi davanti a noi con la palla tra le mani.
Le sue iridi color nocciola si inchiodano alle mie. Nonostante sia pieno novembre lui se ne sta con una semplice felpa e dei pantaloni da tuta, mentre io sto praticamente congelando anche con il giubbotto.
<<Sam, piacere>> porge la mano e sia io che Simon la stringiamo sorridendo.
<<Allora ci si vede, spero>> Mi manda un'occhiata ammiccante prima di girarsi e correre col pallone da un gruppo di ragazzi che presumo siano suoi amici.
<<I metodi di approccio ai giorni d'oggi>> commenta Simon mettendosi le mani sui fianchi
<<Approcci? Mi ha tirato una pallonata, e non penso l'abbia fatto apposta>>
<<Certo, infatti ti stava divorando con gli occhi a caso>> Ride mentre ci incamminiamo di nuovo.
Mi giro l'ultima volta e lo vedo da lontano che mi osserva ancora.
Forse davvero era un modo per approcciare.

Il Silenzio Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora