• una mattinata frenetica •

47 3 0
                                    

La sveglia suona, e mi alzo con poca voglia, realizzo di avere il compito di matematica, e alle sei e mezza del mattino mi viene l'ansia. Prendo la mia divisa e la indosso velocemente, mentre corro a prendere lo zaino cado, facendomi male il gomito che strofina per terra e mi esce del sangue "non ho tempo per medicarmi!" Prendo anche gli appunti e scendo velocemente le scale, infatti inciampo pure, ma per fortuna c'era la sbarra a cui potevo reggermi, ,"Buongiorno ragazzi" scendo le scale con gli appunti in mano "buongiorno", prendo un cornetto dal piatto e gli do un bel morso "ma che hai fatto al gomito?" Me lo prende Tom "nulla di che, sono solo caduta qualche minuto fa in camera" "dobbiamo disinfettarlo" "non ho tempo, ho il compito di matematica, sono così agitata" alzo gli occhi al cielo "non preoccuparti, andrà tutto bene" inizia a disinfettarlo con l'acqua ossigenata, sussulto ritirando il gomito "so che fa male, ma dobbiamo disinfettarlo" , "rischio anche di fare tardi, lascia!" Esclamo avvicinandomi alle scale  "Paddy! Se non porti giù il culo giuro che te lo prendo a calci!" Urlo, sbuffo e mi siedo con gli altri a tavola "sei propio una principessa" annuisce Harry "lo so" ridacchio leggendo gli appunti, vedo Paddy scendere al piano di sotto e gli do uno schiaffo sulla spalla "ho il compito di matematica, pezzente, potevi scendere prima? Farò tardi!" Esclamo "aia! Siamo ancora in tempo per il tuo stupidissimo compito di matematica" "non è stupido!" Urlo spazientita "ragazzi, perfavore, sono le sette del mattino, non urlate" ci prega Dom "Tessa perfavore sta ferma" il cane continua a saltarmi addosso cercando di prendere i miei appunti "no! Ferma!" "Tessa sta giù" la prende Tom "nonono" il cane prendere i miei appunti e li strappa con i denti e l'aiuto delle zampe "no, no, no" sussurro disperata, in ginocchio sul pavimento "forse riusciamo ad aggiustarli" mi accarezza la spalla Tom "no! C'è anche la sua bava qui! Prenderò un brutto voto!" "Perché ci tieni tanto a questo compito?" "Perché se prendo un brutto voto in matematica tutti scopriranno che sono discalculica e nessuno lo deve sapere!" Esclamo correndo nella mia camera.

Ho sempre odiato la mia discalculia, è sempre stato un lato di me che ho sempre voluto nascondere, e che ho sempre saputo nascondere, quando me l'hanno detto avevo dieci anni, e la ho presa sulla leggera, anzi, ero felice, così potevo utilizzare la calcolatrice in classe, ma col tempo ho iniziato a odiarla, invidiavo molto i miei compagni che riuscivano a fare quei calcoli che per me erano così complicati, direi impossibili, e ora non voglio che i miei compagni lo sappiano, altrimenti mi vedrebbero con occhi diversi.

Mi metto sul letto e mi chiudo a riccio, sento la porta della camera che si apre "Ines.." sento la voce di Tom "possiamo ancora recuperare i tuoi appunti" sussurra sedendosi accanto a me "non parli?..." dopo secondi di silenzio riprende a parlare "anche io ho sempre avuto dei problemi a scuola, sono dislessico, l'ho scoperto a sette anni, so cosa vuol dire sentirsi diversi, ma non puoi torturarti così" "no tu non capisci.." sussurro piangendo "la mia discalculia è diversa, è grave, non riesco a fare due più cinque  senza calcolatrice, quando conto non riesco ad andare oltre il dieci, confondo i numeri, non riesco a fare operazioni, sono solo.. stupida" "io non riesco a leggere, sono stupido?" "No, ma-" "Ines ora basta, sei troppo insicura, e so che è per colpa dei tuoi vecchi compagni di classe che ti prendevano in giro, ma ti assicuro che qui nessuno lo farà, te lo giuro" "lo prometti?" Mi asciugo una lacrima sulla guancia, lui mi guarda facendo un sorriso rassicurante, e sembrava che con questa domanda gli avessi sciolto il cuore "si, te lo prometto" si alza dal letto e mi porge la sua mano, la afferro, alzandomi anche io, gli metto le mani attorno al collo e lo bacio, "ora scendiamo?" "Mh mh" scendiamo al piano di sotto e trovo tutti quanti con lo sguardo sul bancone "ragazzi?" Tutti si girano e mi guardano sorridenti "abbiamo riparato i tuoi appunti" me li porge Sam, prendo gli appunti avvolti tra scotch e colla "ragazzi..." sussurro iniziando a commuovermi "grazie, vi adoro" ci abbracciamo tutti come una vera e propria famiglia "sapete.." sciolgo l'abbraccio "con tutti gli anni che ho passato in Venezuela con i miei genitori, voi siete la mia vera famiglia" annuisco sorridendo, tutti iniziano a urlare in coro un "awwww" e riprendiamo ad abbracciarci.

Sono le 16:00 del pomeriggio e io,Paddy, Leyla e Charlie usciamo da scuola, all'entrata trovo Tom appoggiato alla macchina che mi guarda sorridente "l'ho passato!" Esclamo correndo da lui "l'hai passato?!" "Si!" Salto su di lui allacciando le gambe attorno il suo bacino e le braccia attorno al suo collo "te lo avevo detto!" Ridacchia baciandomi la guancia "ho una voglia matta di baciarti" sussurra "bhe mon farlo, abbiamo Paddy da va ti, e sappiamo che non sa tenere la bocca chiusa, in meno di cinque secondi tutti sapranno di noi" "intanto sei sopra di me" "oh, è vero" mi fa scendere ridendo.

Un'amore casualeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora