Capitolo 4

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Tornando in hotel passo davanti casa di Mirko, è impossibile non ripensare a ieri e mi sento ancora peggio.
Infondo una parte di me sapeva che venire qui non era una buona idea...
Mi accorgo di essere rimasta ferma davanti la sua villetta, spero solo non mi abbia vista nessuno... Affretto il passo e ancora piangendo arrivo in hotel e mi dirigo verso la mia camera.
Dopo vari tentativi di aprire la porta con la scheda riesco ad entrare e trovo mia madre che dorme, ma che si sveglia subito non appena mi sente singhiozzare.
«Marika!»
Non le rispondo, ma questo non la fa di certo tornare a dormire.
«Mari che hai? Perché stai piangendo?»
«Niente... non ho niente!»
«E allora se non hai niente perché piangi?»
Non voglio raccontarle il vero motivo... dovrei spiegarle tante cose e non capirebbe!
«Tranquilla, l'ascensore è rotto e mentre salivo le scale sono caduta e mi sono fatta un po' male... ma non è niente di grave!»
Wow Marika... hai proprio una bella fantasia! Non crederà mai a questa stupidaggine.
E invece, con mia grande sorpresa, mia madre annuisce convinta e mi raccomanda di stare più attenta.
Strano... non è un tipo che si lascia dire bugie.
«Va bene! Possiamo tornare a casa però?»
«E perché? Hai insistito così tanto per venire fin qui!»
«Si lo so... ma Mirko l'ho già incontrato, Roma l'ho già visitata, quindi non ha piu senso rimanere ancora!»
Mia madre mi guarda pensierosa, credo che adesso abbia capito che ci sia qualcosa che non va, ma per fortuna non mi chiede niente, si limita ad un "come vuoi" non troppo convinto.
Voglio andarmene da qui. Voglio tornare a casa e dalle mie amiche.
Mentre preparo la valigia continuo a pensare a quello che ha detto Mirko a quella ragazza, a quello che mi ha detto Clara ieri sul fatto che dopo braccialetti rossi lui fosse cambiato, e mi sento una stupida...Una stupida per essermelo immaginato come una persona diversa da quella che è soltanto per farmelo piacere anche di carattere. Per tutto questo tempo sono stata innamorata di una persona che non esiste, che era frutto della mia immaginazione.
Due ore dopo siamo in macchina sulla strada del ritorno.
Stranamente questa volta non mi addormento durante il viaggio e non accendo la radio, ma trattengo la testa appoggiata al sedile e guardo fuori dal finestrino.

Finalmente a casa!
Poso la valigia nella mia camera ed entro in bagno. Faccio una doccia, mi vesto e mi trucco cercando di nascondere gli occhi gonfi. Non sono una persona che piange spesso, e non mi piace vedermi così!
Appena mi reputo presentabile esco e vado a casa di Giulia per raccontarle tutto.
Per fortuna sa sempre come consolarmi e dopo la chiacchierata con lei mi sento meglio! È riuscita a tranquillizzarmi con pochissime parole... La saluto, ringraziandola e torno a casa!
Entro e sento mia madre parlare animatamente con qualcuno.
Non c'è nessun altro in casa, quindi suppongo che stia parlando al telefono.
Mi accosto alla porta socchiusa e ascolto
«Ma come? E il nostro lavoro? Non pensi a questo?»
Seguono alcuni minuti di silenzio, ovviamente non riesco a sentire cosa sta dicendo la persona con cui sta parlando
«Va bene, ne riparliamo domani di persona, ciao!»
Non sento più niente quindi faccio finta di essere arrivata adesso, ed entro in cucina abbracciando mia madre che è appoggiata al muro con un'aria triste.
Cerco di capire cosa sia successo, ma nonostante i miei tentativi non riesco a farmi raccontare nulla, così rinuncio e in casa torna il silenzio.

È passata una settimana da quel giorno e adesso sto tornando a casa da scuola.
Mentre racconto ai miei, che sono venuti a prendermi, la giornata scolastica di oggi, noto che annuiscono senza farmi ulteriori domande e si guardano pensierosi.
Capisco che vogliono dirmi qualcosa, e non sarà sicuramente una bella notizia.
Infatti...
Adesso ho capito di cosa parlava mia madre al telefono quel giorno, sinceramente avrei preferito non farlo.

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