Capitolo 8

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Mi sveglia la suoneria del mio cellulare, sono indecisa se rispondere o credere che non stia squillando veramente.
Mi decido a prenderlo e vedo il nome di Mirko lampeggiare sul display.
E' passata una settimana da quel giorno a casa sua e siamo diventati buoni amici.
Mi schiarisco la voce e rispondo
«Pronto?»
«Ma che fai? Perché questa voce?»
«Stavo dormendo...»
«A quest'ora? Sono le otto meno cinque e sto passando a prenderti, sbrigati!»
A quelle parole balzo in piedi. Non mi ero accorta che fosse così tardi, sicuramente non è suonata la sveglia.
«Grazie per avermi svegliata! Faccio subito»
Chiudo in fretta la chiamata e entro velocemente in bagno, mi lavo e torno nella mia stanza. Per la prima volta non contemplo l'armadio ma prendo i primi jeans che vedo, una maglia a caso e le mie solite converse, li indosso e pettino i capelli. Cinque minuti dopo sono pronta!
Giusto in tempo, perché sento suonare il campanello.
Uscendo dalla mia stanza non posso fare a meno di guardarmi allo specchio e il risultato è orribile. Faccio una smorfia di disgusto nel vedere come mi sono vestita, ma ormai non ho più tempo per cambiarmi, devo sopportare questo pessimo abbinamento.
Esco e cerco Mirko, che stranamente non mi sta aspettando davanti la porta di casa. Guardo alla mia sinistra e lo vedo parlare con Angie, la mia vicina.
Marika mantieni la calma.
Non sono gelosa, no. Ma Angie non mi piace, da quando mi sono trasferita qui sembra odiarmi, e neanche io la reputo la persona più simpatica del mondo.
Mi avvicino a loro, e picchietto sulla spalla di Mirko per farmi notare.
«Ciao bellissima!»
Sorrido per come mi ha appena chiamata, ma il mio sorriso si trasforma subito in una smorfia
«Non mi avevi detto di avere una vicina tanto simpatica!»
«Mi sarà sicuramente sfuggito»
Accenno un sorriso forzato in direzione di Angie, ma lei non sembra notarlo perché sta osservando con un ghigno i miei vestiti, per poi sorridere a Mirko
«Allora me lo dai un passaggio a scuola?»
«Ehm...Io veramente...»
«No, scusa, ma deve accompagnare me!»
Prendo Mirko per un braccio e mi allontano sotto lo sguardo infuriato di Angie, a cui faccio un piccolo cenno di saluto.
So che non dovevo comportarmi così, ma fin dalla prima volta che mi ha vista, rendermi le cose complicate è diventato il suo obiettivo. Questa volta però non lascerò che usi Mirko per i suoi scopi.

Questa giornata non passa più.
Il professore spiega da due ore, ma io e Mirko non siamo stati molto attenti!
E' bello stare seduta con lui, abbiamo riso tutto il tempo, prendendo in giro i professori, il loro modo di vestire e di parlare... Anche se la giornata è stata pesante, non sono particolarmente stanca.
Finalmente suona la campanella, guardo l'orario: le 13:13.
Ah, certo! Tre minuti in ritardo!
Esco e vado con Mirko che si sta avvicinando ad un gruppo di ragazzi
«Oh, ciao!»
«Ciao Mirkè!»
Lo guardo trattenendo a stento una risata
«Mirkè. E tu ti lasci chiamare Mirkè. Interessante!»
«Lascia stare»
Si passa imbarazzato una mano tra i capelli e la risata che stavo miseramente cercando di trattenere esplode seguita dalla sua.
Sta per dire qualcosa, ma viene interrotto da un ragazzo che si avvicina a me e mi sorride
«E tu sei...?»
Mirko mi precede e risponde al posto mio
«Lei è Marika, si è trasferita qui da poco...»
Il ragazzo di prima pi porge la mano e si presenta
«Ciao, io sono Giorgio»
Stringo la sua mano e lui mi presenta gli altri tre ragazzi
«Loro invece sono Luca, Federica e Cristina»
Sorrido stringendo la mano ad ognuno di loro e, finite le presentazioni, Federica propone di fare una passeggiata poi si rivolge a noi
«Volete venire?»
Mirko mi guarda cercando conferma e io annuisco
«Bene, allora andiamo!»
Chiamo mia madre per avvertirla che pranzo fuori e li seguo.
Abbiamo deciso di andare al McDonald's, entriamo e inizia la corsa per prendere gli ultimi posti rimasti.
Sono simpaticissimi e con loro il tempo passa velocemente mentre ci conosciamo meglio, ridiamo e scherziamo.
Stiamo per uscire a fare un giro per i negozi, che oggi sono aperti tutto il giorno, ma Cristina riceve una telefonata. Si allontana per parlare e rimane qualche minuto a telefono per poi mettere giù e venire di nuovo verso di noi.
«Ragazzi, era Luisa, mi ha detto che la festa è stata anticipata, dobbiamo andare."
Dopo i soliti convenevoli, le scuse e le rassicurazioni, salutano e vanno via.
Sinceramente sono contenta che Mirko non sia andato con loro, ma appena lo guardo, vedo la sua espressione, che prima era divertita e felice, diventare improvvisamente cupa.
«Ehi, che succede?»
«Niente, tranquilla, tutto ok!»
«Non dovresti andare anche tu a prepararti per la festa?»
Abbassa lo sguardo e poi risponde
«No... non sono stato invitato.»
Lo vedo triste, lo capisco da come gioca nervosamente con la cover in gomma del suo cellulare. Non penso però che il motivo sia il fatto di non essere stato invitato alla festa...Da quel poco che conosco Mirko non mi sembra una persona che da molta importanza a queste cose.
Mi avvicino a lui abbracciandolo, e forse questo lo rassicura perchè sorride e mi chiede se voglio ancora andare in giro per i negozi.
«Muori dalla voglia di fare shopping?»
Lo guardo ridendo, e lui accenna un sorriso
«No, muoio dalla voglia di stare con te!»
Smetto subito di ridere e lo guardo incredula, ma cerco di convincermi che stia in qualche modo scherzando, e decido di non dare troppo peso alla frase che ha appena detto.
«Andiamo, su!»
Mi prende per mano e usciamo, dirigendoci verso la piazza principale di Pomezia.

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