Apro controvoglia gli occhi quando avverto qualcosa muoversi intorno a me accompagnato da un fastidiosissimo cigolio, e quello che vedo mi fa sbuffare mentre giro il mio volto sul cuscino borbottando un qualche lamento, reso incomprensibile dalla voce ancora reduce dal sonno.
Avevo immaginato un risveglio diverso, ma come sempre Martina e Giulia hanno colto l'occasione di infastidirmi, questa volta improvvisando un balletto proprio sul mio letto.
Porto le mani agli occhi, strofinandoli, e scosto il cuscino dal viso rivolgendo un'occhiata alla finestra chiusa che però lascia già trasparire la luce mattutina.
«Finalmente ti sei svegliata!»
«Voi non siete normali...»
Metto il broncio lanciando un'occhiataccia a Martina che mi risponde con una sonora risata, e la vedo fare un ultimo balzo prima di atterrare sul parquet esibendosi in un goffo inchino che riesce a strapparmi un sorriso.
«Scusa ma era l'unico modo per farti tornare fra noi!»
Giulia scrolla le spalle, sedendosi a gambe incrociate sul mio letto, e gioca indifferentemente con il lembo del lenzuolo mentre io recupero gli unici vestiti rimasti sul fondo della valigia e percorro la breve distanza che mi separa dal bagno, lasciando che qualche sbadiglio prenda il sopravvento.
«L'unico modo divertente vorrai dire!»
Chiudo la porta, girando la chiave nella toppa per evitare altri scherzi, e scuoto la testa quando solo lo scorrere dell'acqua calda riesce a coprire le risate delle mie amiche.
Avvolgo un asciugamano intorno ai miei capelli, prima di indossare i miei shorts preferiti, colorati da diverse sfumature di blu e decorati da piccoli pois bianchi, ed una canotta verde acqua, e mi dirigo verso il balcone della mia camera dove trovo Martina e Giulia in compagnia di un invitante vassoio colmo di dolci, croissant e soprattutto, la mia adorata nutella.
Sciolgo i capelli ancora bagnati, e passo le dita tra di essi scuotendo la testa, per poi rivolgere uno sguardo confuso verso il quadretto che mi si presenta davanti e ai sorrisi smaglianti delle ragazze che mi guardano attente.
«Per farci perdonare»
Le ciglia di Martina svolazzano quando mette in gioco l'espressione più dolce di cui possa essere capace, e sporge il labbro inferiore corrugando la fronte.
Esplodo in una risata, seguita subito da quella delle mie amiche che si scambiano un batti cinque, e prendo posto nella sdraio accanto a Giulia prima di afferrare un croissant al cioccolato.
«Avete sentito Mirko?»
«È il tuo ragazzo, non il nostro!»
Sbuffo alla risposta della mia amica che trattiene a stento una risata per la sua stessa battuta, e alzo le mani in segno di resa.
«E comunque si, è venuto stamattina mentre tu ancora dormivi»
Martina rotea gli occhi nel ricordarmi quanto io non sia esattamente una ragazza mattiniera, e interrompe la piccola pausa soltanto dopo essersi portata alle labbra l'ultimo boccone di torta al cacao.
«L'ho quasi pregato di svegliarti, ma è stato irremovibile... Questo ragazzo non ha il senso dell'umorismo!»
Ignoro il suo ultimo commento, e mi accorgo di stare sorridendo soltanto quando Giulia agita una mano davanti a me, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
«Prendete esempio da lui piuttosto!»
Incrocio le braccia al petto, mettendo il broncio, ma il gesto della mano di Martina che mi guarda inarcando un sopracciglio fa fallire ancora una volta il mio tentativo di fingermi offesa.
Quando sento una voce inconfondibile urlare il mio nome, porto istintivamente lo sguardo sull'orologio che decora il mio polso e sgrano gli occhi non appena mi accorgo che le ore sono volate via più in fretta di quanto immaginassi.
Porto le gambe, prima strette contro il mio petto, a terra, e velocemente raggiungo la porta, aprendola e sorridendo quando due calde mani mi stringono in un forte abbraccio.
«Come sono andate le riprese?»
«Bene, ma non sono venuto qui per questo!»
Preme subito le sue labbra sulle mie, ma nonostante vorrei tanto questo bacio, sono costretta ad allontanarmi quando sento le risatine complici di Martina e Giulia, che stanno osservando la scena attraverso le tende aperte.
«Uffa!»
Sorrido, lasciando che il rossore si faccia spazio sulle mie guance, e passo le dita tra i suoi ricci, scompigliandoli e facendo aumentare l'espressione imbronciata sul suo volto.
«Che dovevi dirmi?»
«Uhm... Stasera ceniamo a bordo piscina, voi volete venire?»
Sento le mie amiche urlare una risposta affermativa prima che possa farlo io, e roteo gli occhi alzando lo sguardo al soffitto mentre Mirko ride sommessamente scuotendo la testa.
«Perfetto, ti aspetto allora!»
Mi rivolge un occhiolino prima di posare un bacio sulla mia guancia e mi saluta con la mano, facendo un passo verso la porta lasciata ancora aperta.
«A stasera, e non guardarmi così!»
Fa segno di no scuotendo il capo, ma senza mascherare un sorriso furbo sul suo volto, ed io lo guardo allontanarsi verso la sua camera prima di richiudere la porta e rivolgere un'occhiata truce a Martina e Giulia, che stanno ancora ridendo di me.Guardo il mio riflesso allo specchio, lisciando le pieghe della gonna, e soppeso per un'ultima volta l'idea di indossare i miei soliti, e comodi, shorts in denim.
«Stai benissimo»
Rivolgo l'ennesima espressione indecisa a Martina, che sbuffa allontanandosi per poi tornare con un nastro blu fra le mani, perfettamente abbinato al vestitino che indosso. Sposto lo sguardo sui miei sandali infradito bianchi a fantasia floreale azzurra, mentre la mia amica osserva con un cipiglio concentrato i miei capelli ormai legati in una treccia quasi completa, e lascio andare una risata quando sento Giulia litigare con lo specchio, alle prese con il suo nuovo eyeliner.
Martina sposta la treccia sulla mia spalla sinistra, osservandola con un sorriso soddisfatto sul volto, per poi prendere una boccetta lilla dalla sua pochette e spruzzare qualche goccia di profumo sui miei polsi.
«Perfetta!»
Schiocco un bacio sulla sua guancia, ringraziandola, e aggancio una sottile collanina al suo collo, sorridendo al ricordo a cui è sicuramente legata. É stata un regalo di Marco, per il suo quindicesimo compleanno, qualche settimana prima della mia partenza, quando non avrei mai immaginato che tutto questo sarebbe stato possibile.
«Pronte?»
Annuiamo in direzione di Giulia che ci guarda sorridendo, ed io recupero il cellulare trovato sotto il cuscino, per poi seguirle fuori dalla stanza e chiudere la porta alle mie spalle.
Agito la mano in direzione dei ragazzi, non appena riesco a distinguerli tra la poca luce che mi circonda e subito rimango affascinata dai faretti verdi e blu che colorano l'acqua della piscina, rendendola se possibile ancora più bella.
«Aspettate da molto?»
«No tranquilla, siamo arrivati adesso anche noi»
Pio mi rivolge un sorriso affettuoso, interrompendo il discorso acceso con Brando, e Aurora fa un cenno con la mano, come per consigliarmi di evitare le domande.
Prendo posto accanto a Mirko, che avvolge un braccio intorno alle mie spalle, poggio la testa nell'incavo del suo collo mentre ascolto il racconto della giornata appena passata sul set, e la cena trascorre in allegria come fra amici di sempre.
Mi alzo, raggiungendo Martina al chioschetto accanto a noi e osservo il bancone dei gelati con indecisione, per poi far ricadere la scelta sul mio solito cono nocciola e cioccolato, suscitando una risatina da parte della mia amica. Prima che possa prendere il mio gelato dalle mani del barista che mi guarda sorridendo cordialmente, però sento due mani afferrare i miei fianchi e sollevarmi a mo di sposa, mentre dei ricci ribelli mi solleticano il viso. Mirko sgancia velocemente l'orologio dal mio polso, porgendolo a Martina che mi guarda a bocca aperta, e un attimo dopo aver sentito delle scuse poco credibili sussurrate al mio orecchio sento l'impatto con l'acqua e strizzo gli occhi, provando ad aprirli, quando sento una mano afferrare con decisione la mia.
Mirko mi sorride, avvicinandomi a sé, e in un attimo il pensiero delle sue labbra sulle mie prende il posto della paura. Distinguo soltanto bollicine intorno a noi e, quando riemergiamo, reprimo ogni tipo di insulto che avrei voluto urlargli, riuscendo solamente a rivolgergli un sorriso accennato.
«In questo modo non ci ha visti nessuno!»
Rido, colpendo affettuosamente il suo braccio, che si stringe subito intorno alla mia vita.
È già passata mezzanotte, ma sembra che sia mattina ed io sto benissimo così, con il vestito zuppo, le mie infradito ormai rovinate, ma un sorriso smagliante sul volto.
«Domani vuoi venire sul set con me?»
Socchiudo istintivamente la bocca, e Mirko sbuffa in una risata divertita quando l'unica cosa che riesco a fare è guardarlo incredula.
«Posso?»
«Ma certo!»
Lo abbraccio, mentre il suo petto è ancora scosso dalle risate, e sorrido quando posa un bacio sulla mia fronte augurandomi la buonanotte.
Rivolgo un cenno di saluto ai ragazzi, e rigiro la tessera magnetica tra le dita dirigendomi verso la mia camera seguita dalle mie amiche.
«Ehm... Giulia!»
Sento dei passi veloci raggiungerci e Brando fa capolino svoltando l'angolo, e fermandosi non appena la mia amica si volta nella sua direzione.
«Beh... Volevo chiederti se domani dopo le riprese volevi fare un giro per Fasano»
Fa una pausa, massaggiandosi imbarazzato la nuca, e rivolge lo sguardo verso il parquet.
«Ormai conosco bene questo posto... Potrei farti da guida!»
Abbozza un sorriso aspettando la risposta di Giulia, che però scrolla le spalle e inclina il capo. La conosco bene, e so per certo che questo è il suo modo per dire implicitamente "non se ne parla".
«Adesso non lo so... Comunque scusami devo andare.»
«Va bene, ci vediamo allora...»
Brando si allontana, salutando con la mano anche nella mia direzione, e Giulia cammina velocemente attraversando il corridoio, portandosi le mani al viso e ravviandosi i capelli all'indietro, mentre noi la seguiamo in silenzio.
Mi costringo a far finta di nulla quando sbuffa infastidita, e impongo a me stessa di conservare tutte le mie domande per domani. Adesso lascerò che sia la notte a chiarire le sue idee.
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Sarà per Sempre
FanfictionMarika è una ragazza di 14 anni, sognatrice e con tante aspettative. La sua vita è sempre trascorsa normalmente tra scuola, amici e tante risate, in un piccolo paesino della Sicilia. Ma le era sempre mancato qualcosa. Forse mancava proprio lui nel...