«Avanti!»
Il rumore deciso delle nocche sulla porta si ferma quando finalmente decido di non far più caso ai miei capelli ancora bagnati, e Mirko irrompe in camera mia, assumendo un'espressione confusa quando sposta il suo sguardo su di me.
Indica l'accappatoio che avvolge ancora il mio corpo e rotea gli occhi, alzandoli al soffitto, mentre io sbuffo alla ricerca di qualcosa di adatto da indossare.
«Stanno arrivando!»
Sgrano gli occhi, ma vengo scossa da una risata quando lancio un'occhiata veloce all'orologio a parete dietro di me e mi accorgo di essere in perfetto orario. Rivolgo una piccola smorfia compiaciuta a Mirko che mi guarda con un cipiglio in volto, sicuramente deluso dal suo scherzo di poco successo, ma non appena sorpassa la mia figura puntando lo sguardo nella stessa direzione in cui era diretto il mio pochi secondi prima, lo vedo stringere le labbra e corrugare la fronte tramutando la sua espressione in una smorfia preoccupata.
«Cosa c'è adesso?»
Continuo a sorridere divertita, poggiando una mano sul suo braccio per indurlo a spostarsi così da riuscire ad afferrare la camicia che penzola dalla gruccia poggiata sull'anta dell'armadio, ma le sue dita si avvolgono intorno al mio polso facendomi voltare mentre la sua mano destra stringe il cellulare agitandolo davanti a se.
Stringo gli occhi in due fessure per riuscire a distinguere ciò che è scritto nel display nonostante il movimento della sua mano e, quando indica dei numeri sulla parte superiore dello schermo, rimango a fissarlo a bocca aperta .
«Credo che debbano dare un'occhiata agli orologi...»
La risata divertita di Mirko esplode, echeggiando nella stanza diventata silenziosa ormai da un po'.
«Stanno arrivando...»
Ripeto in un sussurro le parole dette da lui, e continuo a guardare l'orario dal suo cellulare fermo davanti ai miei occhi, realizzando solamente adesso di non avere tutto il tempo che credevo fosse a mia disposizione per prepararmi.
Lo spingo fuori dalla mia stanza mentre continua a ridere della mia sbadataggine, e mi saluta con la mano prima che la porta venga chiusa facendomi sentire il rumore dei suoi passi allontanarsi nel corridoio.
Una settimana è volata via in fretta, e devo ammettere che anche la presenza di Luisa a lungo andare si è rivelata migliore di come immaginavo.
Mi piego sulle ginocchia, aprendo il cassetto per tirare fuori una cintura, e la provo sui jeans appena indossati guardando il mio riflesso allo specchio con il capo inclinato. La indosso velocemente, abbinandola a dei sandali infradito, e allungo il braccio per raggiungere il telefono lasciato sul letto riguardando per l'ennesima volta l'ultima conversazione con Giulia e Martina. Arriveranno fra pochissimi minuti, stando a quanto previsto dall'orario di arrivo dell'aereo, e non posso frenare il sorriso che nasce spontaneo sulle mie labbra al pensiero di rivederle.
Stringo la cinghia dorata dei sandali e cammino sul parquet testando se quella scelta sia la giusta misura, mentre chiudo un braccialetto al polso facendo tintinnare i ciondoli che lo decorano, e indosso gli occhiali da sole prima di pettinare in un morbido chignon i miei capelli ancora non del tutto asciutti.
Chiudo la porta alle mie spalle assicurandomi di non aver dimenticato la tessera magnetica per poi riaprirla, e raggiungo il giardino dove Mirko mi sta aspettando intrattenendo nello stesso tempo una conversazione con Pio, che mi saluta sorridendo.
«Ciao! Di che parlate?»
Mi siedo sull'erba portando le ginocchia al petto, e poggio il capo sulla spalla di Mirko mentre gli occhi di Pio mi scrutano attentamente e sul suo viso riesco ad intravedere un sorriso divertito quando rivolge un occhiolino al mio ragazzo, che ricambia invece con un'occhiataccia.
«Stavate parlando di me?»
Inarco un sopracciglio e sbuffo in una risata divertita alla vista di un leggero rossore sulle guance di Mirko, che lo porta a nascondere il viso tra i miei capelli.
«Non sentirti sempre al centro di ogni cosa.»
Soffia in modo giocoso su di me dopo avermi lasciato un piccolo bacio alla base della guancia e si allontana raddrizzando la schiena.
Ha lo sguardo rivolto verso qualcosa dietro di me, e dal movimento lento dei suoi occhi accompagnato dall'accenno di un sorriso capisco che sta osservando attento l'oggetto del suo interesse.
Provo a voltarmi in quella direzione, ma vengo fermata da due braccia che si avvolgono intorno al mio collo, mentre gli inconfondibili capelli lisci e neri di Martina mi solleticano il viso.
Le risate, miste alla stretta della mia amica, mi fanno perdere l'equilibrio e mi ritrovo distesa sul prato, chiedendo ironicamente aiuto a Mirko che ride di me scuotendo la testa.
Riesco a rialzarmi e strofino le mani sui miei jeans nel tentativo di pulirli, proprio quando sento la voce di Giulia chiamare il mio nome e le sue braccia si stringono intorno a me in un altro grande abbraccio.
«Così la uccidete!»
Il tentativo di Mirko di attirare l'attenzione però fallisce miseramente quando Martina scocca un'occhiataccia nella sua direzione, per tornare un momento dopo all'abbraccio interrotto da lui.
Alzo gli occhi al cielo, allontanandomi, e rivolgo la mia attenzione al ragazzo che ci fissa confuso.
«Lei è Martina, e lei Giulia»
Indico le mie amiche, con un sorriso sul volto, che però si spegne subito quando sento un "non mi fido di lui" sussurrato all'orecchio di Giulia. Per mia grande fortuna però Martina mette in gioco tutte le sue abilità da attrice e, dopo aver fatto roteare gli occhi, sfodera un sorriso cordiale in direzione del mio ragazzo e stringe la mano tesa verso di lei, permettendomi di tirare un sospiro di sollievo sotto lo sguardo divertito di Pio che si affretta a salutare agitando la mano davanti a lui.
So la preoccupazione della mia amica, il ricordo che ha di Mirko non è dei migliori, ma sono sicura che avrà la possibilità di ricredersi.
«Ci vediamo dopo, vero?»
Mirko annuisce sorridendo, ed io lo saluto con un bacio sulla guancia prima di lasciare il giardino, seguita dalle mie amiche che si guardano intorno, probabilmente affascinate quanto me dall'ambiente circostante.
Striscio la tessera magnetica, facendo aprire la porta con un sonoro click ed entro nella mia camera, felice che da adesso i due letti vicini al mio non saranno più vuoti.
«Io voglio quello vicino alla finestra!»
Martina sorpassa Giulia con uno scatto veloce, ma i miei occhi si spalancano e socchiudo involontariamente la bocca quando la sua valigia rimane incastrata tra la scrivania e l'armadio, facendola scivolare sul legno lucido del parquet.
«Ahi!»
Poggia le mani davanti a sé, controllando la sua caviglia, ed io faccio un passo avanti verso di lei piegandomi sulle ginocchia.
«Che ti sei fatta?»
Lei alza gli occhi verso di noi, che la guardiamo in cerca di una risposta, e corruga la fronte in un'espressione triste. Restiamo a guardarci per alcuni secondi, con gli occhi spalancati e un cipiglio evidente sul volto, prima che le labbra di Martina si pieghino facendo apparire un sorriso che coinvolge anche gli occhi, ormai socchiusi, e che da inizio ad sua una fragorosa risata seguita subito dalla mia e da quella di Giulia.
Scuoto la testa, ancora scossa dalle risate che non vogliono cessare e porgo la mano alla mia amica ancora seduta per terra.
«Sei sempre la solita!»
Muove la caviglia verso destra e poi verso sinistra, per accertarsi che non faccia più male, e con un balzo atterra sul morbido materasso, coprendosi il viso con le mani e continuando a ridere a crepapelle.
Mi sono mancate tantissimo, e queste risate sono la prova che la nostra amicizia non si è trasformata e non si trasformerà a causa della distanza.
Mi sdraio sul letto di Martina, poggiando il capo sulla sua spalla e abbracciandola scherzosamente, mentre Giulia prende invece posto difronte a noi.
«Che mi raccontate?»
Martina si mette a sedere, tenendosi le ginocchia strette al petto con le mani, e un sorriso smagliante si fa strada nel suo volto prima che lasci ricadere la testa sul grande cuscino dietro di lei, ma non riuscendo comunque a mascherare tutta la sua felicità.
«Tutto bene con Marco?»
Dal rossore sulle sue guance capisco di averle posto la domanda esatta, e il mio sorriso furbo si espande sempre di più quando lei si limita ad annuire imbarazzata, puntando invece lo sguardo verso Giulia, con l'evidente intenzione di spostare altrove l'argomento del discorso.
«E tu? Hai niente da dirci?»
Il tono della mia amica, dolce ma anche tagliente, mi fa pensare di non essere esattamente al corrente di tutta la verità, e la mia supposizione diventa una certezza quando lei le lancia un'occhiata capace di farla ammutolire.
«No. Nessuna novità!»
Giulia rivolge l'attenzione alle sue converse, facendole scontrare l'una sull'altra e Martina risponde alla mia espressione interrogativa scrollando le spalle e alzando le mani in segno di resa.
La giornata trascorre allegramente, e mi sembra di essere tornata indietro ai nostri vecchi pomeriggi estivi passati insieme. Parliamo a lungo, come se fosse passato solamente un giorno dall'ultima volta, fin quando gli sbadigli non prendono il posto delle risate e, augurandoci reciprocamente la buonanotte, ci lasciamo andare ad un sonno profondo e tranquillo.
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Sarà per Sempre
FanfictionMarika è una ragazza di 14 anni, sognatrice e con tante aspettative. La sua vita è sempre trascorsa normalmente tra scuola, amici e tante risate, in un piccolo paesino della Sicilia. Ma le era sempre mancato qualcosa. Forse mancava proprio lui nel...