Sento un braccio attorno alla mia vita e una mano che mi accarezza dolcemente la fronte ravviandomi con delicatezza i capelli sulle spalle.
Alzo lo sguardo incrociando quello di Mirko che mi guarda sorridendo, e capisco che dobbiamo esserci addormentati ieri sera durante il film.
Mi stupisco però che la televisione sia spenta e mi alzo sui gomiti spostando lo sguardo in direzione del letto di Sabrina, e trovandolo stranamente vuoto e perfettamente sistemato.
Stringo le labbra e inarco un sopracciglio, mentre mi chiedo dove sia stata questa notte e mi riprometto di parlare con lei il prima possibile.
«Buongiorno dormigliona!»
Sento Mirko ridacchiare, ma ignoro il suo ultimo commento e rispondo al buongiorno sorridendogli.
«A cosa pensavi?»
«Mh?»
Fa un gesto con la mano con il quale vorrebbe dirmi di lasciar perdere e sposta il polso sinistro vicino al viso controllando l'orario sul suo orologio.
«Siamo in ritardo di cinque minuti, dovremmo essere giù, proprio adesso.»
Alle sue parole spalanco gli occhi e balzo giù dal letto, mentre lui cerca invano di reprimere una risata. Gli lancio un'occhiataccia, sperando possa smetterla, ma questo lo fa ridere ancora di più e di gusto. Quando lo vedo nascondere la faccia nel cuscino, un sorriso scappa anche a me, ma sospiro mettendo le mani sui fianchi.
«Perché non mi hai svegliata prima?»
Cerco di pronunciare queste parole nel tono più arrabbiato possibile, ma nonostante tutti i tentativi la mia voce appare stridula e con una leggera sfumatura di disperazione.
«Ho provato! Ma dormivi come un ghiro»
Gli faccio il verso, roteando gli occhi e lui scuote la testa ancora sorridendo, prima di alzarsi dal letto e venire verso di me, che sto ancora stropicciando gli occhi mentre sono alla ricerca di qualcosa da mettere.
Mi da un bacio sulla fronte e mi dice che mi aspetterà nella hall, poi mi rivolge un ultimo sorriso e chiude la porta dietro di sè.
Decido di indossare degli shorts bianchi e una maglia blu traforata a fantasia floreale, abbinando poi un paio di sandali dello stesso colore. Raccolgo i miei capelli in una treccia che lascio ricadere sulla spalla sinistra e mi trucco applicando soltanto un leggero strato di mascara. Prendo il cellulare, mettendolo nella borsa ed esco dalla camera pronta per la mia ultima giornata a Parigi.
Scendo giù e mi dirigo verso la hall trovando i miei amici chiacchierare allegramente.
Faccio un cenno di saluto con la mano, e rivolgo un sorriso ad Andrea, seduto sul bracciolo della poltrona, e uno sguardo confuso a Mirko che si avvicina verso di me dandomi un bacio sulla guancia, come se non ci fossimo visti e salutati cinque minuti fa.
«Buongiorno piccola!»
Mi fa l'occhiolino, e io lascio andare un sospiro, capendo però di non essere riuscita a mascherare bene la mia felicità, quando mi accorgo di essere osservata da tutti i miei compagni. Ma proprio quando mi sento come se fossi l'oggetto di attenzione di tutto l'hotel, sento una voce in lontananza gridare il mio nome e farsi sempre più vicina. Mi volto giusto in tempo per vedere Sabrina correre verso di me, e un secondo dopo mi ritrovo sdraiata sul divanetto in pelle bianca con la mia amica che tenta di scusarsi tra una risata e l'altra, e gli occhi di tutti i presenti nella hall puntati su di me. Mi rialzo, e quando vedo i volti di chi mi sta osservando non riesco a trattenere una risata che viene seguita da quella dei miei amici.
Mi lascio abbracciare da Sabrina che mi trascina correndo in giardino e si siede per terra facendomi segno di prendere posto accanto a lei. Guardo con disappunto l'erba, poi sposto lo sguardo sui miei shorts bianchi, e faccio una smorfia al pensiero di sporcarli, così faccio ricadere la mia scelta sullo stare in piedi.
Sabrina mi guarda ridendo e borbotta qualcosa di incomprensibile prima che io possa intravedere un lampo di malizia nei suoi occhi. Mi copro la faccia con le mani sapendo già cosa sta per dirmi e scuoto la testa.
«Allora?»
La guardo scrollando le spalle e decido che l'unica cosa da fare è far finta di non capire a cosa voglia alludere.
«Che c'è?»
«Questo metodo con me non funziona! Sai benissimo di cosa sto parlando»
Mi rivolge uno sguardo di sfida e un sorriso sghembo, prima di sbuffare e alzare le braccia al cielo in un gesto plateale, tipico suo.
«Tu e Mirko. Cos'è successo tra te e Mirko?»
Scandisce bene le parole, ponendo l'accento su ogni sillaba, come se stesse parlando ad una bimba di due anni e poi mi guarda corrugando la fronte e incurvando le labbra in un sorriso accennato.
«E io che pensavo volessi consigli su come chiarire con il tuo ragazzo...»
Il suo sorriso si spegne subito e assottiglia gli occhi riducendoli ad una linea sottilissima, scuote leggermente la testa con un movimento lento e guarda fisso davanti a se per un momento brevissimo, prima di riaprire i suoi occhi verdi e scrollare le spalle.
«Non è il mio ragazzo, e non lo sarà più.»
«Scusa, non volevo rattristarti!»
Mi avvicino a lei e poggio una mano sulla sua spalla, sperando così di riuscire ad evitare l'argomento "Mirko".
«Vi siete più sentiti?»
Guarda prima la mia mano, e poi alza lo sguardo sul mio viso, ridendo di gusto. La osservo sdraiarsi sull'erba tenendosi le mani sulla pancia e inarco un sopracciglio in un'espressione smarrita.
«Perché ridi?»
Sì rimette a sedere e strofina le mani sugli occhi attenuando leggermente la sua risata.
«Perché vuoi nascondermi cosa sta succedendo, e pensi di riuscirci cambiando argomento!»
Incrocio le braccia al petto e mi fingo offesa, distogliendo lo sguardo dal suo e rivolgendolo all'acqua che zampilla dalla piccola fontana dietro di lei.
«Volevo solo aiutarti, in qualche modo.»
«E io adesso dovrei crederti?»
Ricomincia a ridere, ma la fermo prima che la situazione diventi più imbarazzante di quanto non lo sia già adesso.
«E va bene, ora ti racconto, ma resta il fatto che sei esagerata!»
Metto il broncio, mentre lei ignora la mia provocazione e incrocia le gambe appoggiando il mento sui palmi delle mani, aspettando la mia spiegazione, che non tarda ad arrivare. Prima le parlerò, prima il mio imbarazzo cesserà.
«Ieri mi ha baciata.»
Balza in piedi congiungendo le mani e si avvicina a me puntandomi un dito contro.
«Continua!»
«E adesso... Stiamo insieme»
Pronuncio le ultime parole tutte d'un fiato in un sussurro, e sul viso di Sabrina, che batte freneticamente le mani, si dipinge un sorriso gigante.
«Lo sapevo! Lo sapevo io che non sareste riusciti a resistere a lungo separati!»
Mi lascio scappare una risatina, perché in fondo lo sapevo anche io, e lei mi abbraccia tenendomi stretta a se e trasmettendomi tutta la sua felicità. Capisco che è veramente sincera e stento a credere che sia la stessa persona che ho conosciuto pochi mesi fa. Non credevo fosse così simile a me, non pensavo neanche potessimo condividere una conversazione, prima d'ora.
Si allontana dal mio abbraccio quando sente vibrare il cellulare e lo tira velocemente fuori dalla tasca posteriore dei jeans, mentre io riesco a vedere per un attimo i suoi occhi brillare. Ricordo che non è la prima volta che reagisce così ad un messaggio e la mia memoria riporta alla mente le immagini di lei che sorride guardando il display e il rossore sulle sue guance quando le ho domandato con chi stesse parlando, quel giorno in cui mi raccontò della rottura con il suo ragazzo. Spero voglia dirmi il motivo prima o poi, ma decido che per adesso non è il momento. La osservo digitare velocemente qualcosa e poi fissare per un attimo il cellulare, bloccandolo subito dopo e lasciandolo ricadere nella tasca.
«Verrai con me!»
La guardo confusa, non capendo a cosa si stia riferendo e lei ricambia il mio sguardo facendo spallucce, come se stesse parlando della cosa più ovvia al mondo.
«A fare shopping, no?»
«No, ti prego...»
Sì rabbuia quando scuoto insistentemente la testa e porta una mano alla fronte guardandomi imbarazzata.
«Scusa, devi stare con Mirko! È vero, scusami davvero sono...»
La fermo rassicurandola con un sorriso, e quando le spiego che non è Mirko il problema si porta le mani ai fianchi e sfoggiando un sorriso soddisfatto mi impone di andare con lei, in un tono che non lascia altra scelta.
Quando arriviamo al centro di Parigi, Sabrina sparisce subito in uno dei luminosissimi e colorati negozi, mentre io rimango ad osservare tutto ciò che mi circonda, scattando qualche foto fin quando non vengo trascinata dalla mia amica, che si è accorta della mia assenza, all'interno di un negozio pieno zeppo di borse, valige, e oggetti in pelle di ogni tipo.
Mi sposto verso lo scaffale sulla parete destra del negozio e la mia attenzione si focalizza su piccola borsa a tracolla in pelle blu, con una catenina sottile e argentata, del medesimo colore delle rifiniture ai lati. Mi soffermo posando una mano sul tessuto morbido quando la voce della mia amica alle mie spalle mi fa sussultare
«Ti piace?»
Ritraggo subito la mano e, faccio segno di no con la testa, proprio quando il mio cellulare squilla mostrando il nome di Mirko che lampeggia sullo schermo. Esco fuori per rispondere e quando chiudo la chiamata e mi volto per raggiungere di nuovo Sabrina all'interno, la vedo ad un passo da me e con un pacchettino rosso e azzurro in mano.
Mi sorride porgendomelo, e io sgrano gli occhi mentre indietreggio di un passo.
«No! Perché?»
«Aprilo!»
Non ne ho bisogno, so già cosa troverò al suo interno, ma lo faccio ugualmente e faccio un sorriso di ringraziamento a Sabrina, prima di abbracciarla.
«Non ce n'era bisogno! Davvero, non avevi nessun motivo per farlo e poi...»
Mi prende la mano e richiude la borsa nel pacchettino sistemando con cura i nastri.
«Ho visto come la guardavi e ho pensato di farti un regalo, tutto qui!»
Mi rivolge un sorriso rassicurante e afferra la mia mano dirigendosi verso il luogo in cui ci starà sicuramente già aspettando il pullman.Percepisco un po' di nostalgia, mentre salgo sull'aereo, ma subito mi rallegro quando incontro lo sguardo di Mirko che mi aspetta tenendo occupato il posto accanto a lui. Mi siedo, salutando con un bacio e gli racconto di come ho trascorso la giornata, mentre lui ascolta attentamente e annuisce sorridendo di tanto in tanto. Quando l'aereo decolla e prende quota, mi rilasso e Mirko mette un braccio intorno alla mia schiena avvicinandomi a lui.
Io poggio la testa sulla spalla, e mi addormento tranquilla, mentre ci allontaniamo sempre di più da questa città stupenda, diretti verso casa.
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Sarà per Sempre
FanfictionMarika è una ragazza di 14 anni, sognatrice e con tante aspettative. La sua vita è sempre trascorsa normalmente tra scuola, amici e tante risate, in un piccolo paesino della Sicilia. Ma le era sempre mancato qualcosa. Forse mancava proprio lui nel...