Capitolo 31

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Perché ho condiviso la stanza con loro due?
Rotolo sul letto, coprendomi le orecchie con il cuscino mentre le note di una qualche canzone a me sconosciuta escono dalle labbra di Giulia e Martina che corrono da una parte all'altra della camera, aprendo tutte le finestre.
Mugulo un lamento accennato quando il lenzuolo lascia scoperto il mio corpo, cadendo sul parquet dopo una giravolta di Martina, e abbraccio il cuscino affondando il viso nel morbido tessuto bianco nella speranza di riuscire a riaddormentarmi.
Dovrò trovare un modo per vendicarmi, ma adesso la soluzione migliore è ignorarle... Si stancheranno prima o poi, no?
Sposto il piede quando Giulia salta nel mio letto, sedendosi a gambe incrociate vicino a me, e scuoto il capo sbuffando e strofinandomi gli occhi con le mani, quando comincia la sua divertente tortura accarezzandomi lentamente i capelli e rigirandoli tra le sue dita.
«Smettila»
Sento una sua leggera risata in risposta e rotolo giù dal letto non appena si avvicina maggiormente a me, con l'evidente intenzione di farmi il solletico.
«Siete terribili!»
Le addito indietreggiando fino al bagno, mentre la mia voce si incrina, vinta dalle risate che tentano di prendere il sopravvento, e le mie amiche mi rivolgono un occhiolino sorridendo compiaciute da quello che, visto dalla loro prospettiva, è un complimento.
Oggi andrò sul set insieme a Mirko, vuole mostrarmi come viene girata la serie, e farmi conoscere Giacomo e il resto del cast.
Devo ammettere che l'idea mi renda un po' nervosa, ma la curiosità e la voglia di veder recitare il mio ragazzo hanno avuto la meglio quando ho accettato felice la sua proposta.
Mi specchio, applicando il mascara sulle mie ciglia, e spruzzo qualche goccia del mio profumo preferito dopo aver pettinato i capelli, lasciandoli sciolti sulle spalle, ma tenuti fermi ai lati da due fermagli neri decorati da una fila di strass.
«Siete pronte?»
Sento Martina borbottare una risposta affermativa, e spengo la luce dei faretti che contornano lo specchio.
Ho deciso di portare con me sul set anche le mie amiche, e spero che fra Giulia e Brando succeda qualcosa, ovviamente con l'aiuto mio e di Martina che ho costretto ad essere mia complice.
«Ragazze, io vi aspetto giù!»
Giulia annuisce, mentre io indosso gli occhiali da sole e chiudo la porta alle mie spalle percorrendo il corridoio in cerca del mio ragazzo.
Affrettò il passo, quando lo vedo insieme a Pio ed Aurora in giardino, ma mi fermo subito vedendo dei fogli nelle sue mani. Mi avvicino silenziosamente per non disturbarli, ma il mio tentativo di non farmi notare fallisce quando la curiosità vince sul mio buon senso, e agito la mano facendomi notare da Pio, mentre Mirko alza le braccia per poi farle ricadere velocemente sui fianchi, tra le risate di Aurora.
«Che fate?»
Mirko si volta verso di me, e sul suo volto si dipinge un sorriso quando mi chino e premo le labbra sulla sua guancia.
«Mari! Mi hai salvato!»
Inarco un sopracciglio, prendendo posto sull'erba accanto a lui, e allungo un braccio verso Aurora, che mi porge uno dei due fogli nelle sue mani. Lo osservo, accorgendomi che si tratta del copione, e sorrido nel leggere le battute.
«Non riesco a ricordarmi questa scena!»
Guardo il punto in cui è fermo il dito di Mirko, leggendo con attenzione tutte le parole, e mi volto verso di lui con un sorriso furbo, che contrasta con la sua espressione quasi disperata.
«Avevo ragione allora!»
«Su cosa?»
Scuote il capo, e sfila il cellulare dalla tasca dei jeans scorrendo lentamente il dito sul display mentre mi guarda ancora annoiato e confuso.
«Sul fatto che non ero io la causa dei tuoi errori quando stavi sul set la settimana scorsa!»
Incrocio le gambe, e mi avvicino a lui passando le mie dita tra i suoi capelli.
«Non sei un bravo attore.»
Agito le mani davanti a me portandole poi sui miei fianchi, e rivolgo un occhiolino compiaciuto ad Aurora, che ci guarda sorridendo.
«Ma non è vero!»
Mirko rotea gli occhi, e respira profondamente prima di alzarsi in piedi e rivolgermi un'occhiata decisa.
«Ora te lo dimostro»
Prende la mia mano, tirandomi sù, ed io cammino posizionandomi davanti a lui. Mette le mani dietro la schiena, nascondendo il copione, e mantiene il mio sguardo con aria di sfida.
Dà voce alla prima parola scritta sul foglio ormai quasi distrutto dalle sue mani che si muovono seguendo la sua agitazione, chiudendo gli occhi e riaprendoli soltanto quando il tono della sua voce acquista sicurezza.
Stringe ancora le mie dita tra le sue, che si contraggono involontariamente accompagnando il movimento della sua testa, quasi a voler dare più enfasi alle parole pronunciate.
Chiude con un ampio sorriso la battuta, recitata perfettamente, ed io spalanco gli occhi ritrovandomi di colpo il suo petto contro il mio e le sue braccia avvolte intorno i miei fianchi in una stretta forte che ricambio subito, spostando le mani sui suoi ricci e poggiando il capo nell'incavo del suo collo.
«Sono stato bravo?»
Viene scosso da una piccola risata, e le mie labbra si aprono in un sorriso quando vedo Aurora parlottare con Pio e portare le braccia al cielo, per indicare subito dopo me.
«Ma io non ho mai avuto dubbi. Volevo solo vederti recitare!»
Mi dondola tra le sue braccia, tracciando con le dita delle linee immaginarie sulla mia schiena.
«Con te è tutto più semplice»
Sussurra queste ultime parole, e il suo fiato caldo mi solletica il collo procurandomi una risata che lo spinge ad allontanarmi dal suo abbraccio per sostituirlo con un'espressione confusa ma divertita, che però svanisce subito quando premo le mie labbra sulle sue e gli sorrido.
Mi accarezza la guancia, e si allontana da me per poi posare un ultimo sguardo sul copione e ripiegare il foglio su se stesso.
«Sarà meglio andare»
Ruota il polso portandolo davanti al viso, e lancia un'occhiata alle lancette del suo orologio, prima di raccogliere il cellulare ancora nascosto tra i fili d'erba del prato, e porgermi la mano proprio quando Giulia e Martina sbucano dal porticato correndo verso di noi.
«Scusate, stavo... beh si, stavo parlando al telefono.»
Martina gesticola freneticamente, nascondendo il viso e le guance colorate da un leggero rossore tra i capelli, e Giulia alza gli occhi al cielo abbozzando un sorriso eloquente nella mia direzione, che viene ricambiato da un occhiolino.
Mirko annuisce sorridendo e, dopo avermi rivolto un cenno del capo, varca il piccolo cancello del residence attraversando il giardino e prende posto sul sedile posteriore di un auto nera, seguito da me e dalle mie amiche che occupiamo invece quelli anteriori.
Poggio la borsa sulle ginocchia e sposto i miei occhiali da sole tirandoli fin sopra i capelli, liberando così la mia fronte da un ciuffo ribelle.

«È stato un piacere, spero di vederti anche domani!»
Stringo affettuosamente la mano tesa del regista, ricambiando il suo sorriso cordiale, e gli rivolgo un ultimo cenno della mano mentre un uomo stempiato e vestito in maniera elegante, distoglie la sua attenzione da me facendola spostare sulla cartellina grigia che tiene tra le mani.
Sono rimasta stupita nel vedere quanto possa essere difficile, ma al contempo bello, lavorare ad un film. Ho percepito un'atmosfera gioiosa tra chi si muoveva frettolosamente sul set tra una scena ed un'altra, e vedere i ragazzi recitare proprio davanti i miei occhi mi ha emozionato non poco.
Mi avvicino a Mirko, che sta parlando con Luisa, forse discutendo animatamente, e poso una mano sulla sua spalla facendolo voltare verso di me, mentre con un rapido movimento sistema i ricci ricaduti sulla sua fronte.
«Vieni con noi a prendere un gelato?»
Mi guarda, rivolgendo poi la sua attenzione a Luisa, e scuote la testa mentre con un cenno della mano declina la mia proposta.
«In realtà preferirei rimanere qui, ho una scena da girare subito dopo la pausa.»
Mi da un frettoloso bacio sulla guancia e si allontana da me, seguendo la ragazza che sistema con le dita i suoi lunghi capelli biondi dopo avermi rivolto un ampio sorriso come saluto.
Rimango un po' delusa da questa sua risposta, ma dimentico subito ogni motivo per cui essere triste quando indirizzo lo sguardo verso le mie amiche, vedendo Giulia chiacchierare allegramente con Brando, che gioca nervoso intrecciando le sue dita le une con le altre.
Mi avvicino sorridendo, e prendo la mia borsa dalle mani di Martina che me la sta porgendo, mentre Giulia si alza sistemando i suoi shorts e scrollando le gambe, prima di rivolgermi un'occhiata imbarazzata.
«Può venire anche lui con noi?»
Indica Brando con un'espressione innocente, e questo mi fa capire che non l'idea non sia stata sua, ma del ragazzo che la sta fissando.
Mi affretto ad annuire, ed insieme percorriamo il piccolo sentiero acciottolato, ritrovandoci in una grande strada alla fine della quale spicca una coloratissima insegna luminosa che ci indica la gelateria di cui ho tanto sentito parlare da Mirko, durante una delle nostre liti sui nostri cibi preferiti.
Cammino, calpestando di tanto in tanto una bottiglia vuota che rotola sull'asfalto, quando ad un tratto un'idea invade i miei pensieri e fermo Martina, prendendo la sua mano, mentre un sorriso furbo si fa strada sul mio volto.
Segue il mio sguardo e sgrana gli occhi quando anche lei, come me, si accorge della mano di Giulia intrecciata in quella di Brando che la tiene stretta, ma scuote subito la testa quando capisce la direzione in cui vanno i miei pensieri.
Pianta i piedi a terra, mentre io la trascino per un braccio, e nonostante le sue lamentele ci ritroviamo a camminare dalla direzione opposta da quella della nostra amica.
So che non rimarrà entusiasta quando si accorgerà della mia decisione, e so che dovrò darle delle spiegazioni, ma al suo ritorno avrà qualcosa da raccontarci. O almeno, lo spero.

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