«Mirko?!»
Pronuncio il suo nome in un sussurro quasi inaudibile anche per me, mentre continuo ad alternare lo sguardo posandolo su di lui e poi sui miei genitori, che annuiscono soddisfatti.
Sulle mie labbra si forma un sorriso spontaneo nel vederlo qui, e il mio lato egoista è davvero felice che sia tornato nonostante il suo lavoro. Fatico ancora a credere che sia possibile, ma mi convinco che tutto questo sia reale quando lui si avvicina a me e asciuga dolcemente la lacrima di commozione che sta rigando la mia guancia, prima che le sue braccia avvolgano la mia schiena. Poggia il capo sulla mia spalla, mentre continua a stringermi forte, mormorando qualcosa di incomprensibile tra i miei capelli.
«Mi sei mancata...»
Si allontana da me, dopo aver lasciato un bacio sulla mia fronte, e stringe la mia mano nella sua, facendo intrecciare le nostre dita.
«Perché non mi hai detto che saresti tornato?»
«Non sarebbe stata una sorpresa!»
Piega le sue labbra in un sorriso, e mi guarda corrugando la fronte e scuotendo leggermente la testa, senza perdere il bagliore nei suoi occhi.
«Adesso che sei tornato come farò a lasciarti andare di nuovo?»
Lo vedo sgranare gli occhi e massaggiarsi la nuca, prima di rivolgere uno sguardo confuso ai miei genitori.
«Beh... in realtà...»
Lo guardo corrucciando il viso in un'espressione interrogativa, e lui abbassa lo sguardo, ma proprio quando lo incito a continuare la frase che stava per dire, mia madre ci interrompe avvicinandosi a noi con un grande sorriso.
«Ragazzi, perché non salite su? Avrete sicuramente tante cose da dirvi...»
Annuisco lentamente e mi allontano verso le scale seguita da lui.
Sto per girare la maniglia della porta della mia stanza, ma sento due braccia cingermi la vita, mi volto verso Mirko, e le sue labbra si posano rapide sulle mie. Rimango sorpresa dalla velocità di questo suo gesto, ma ricambio il bacio subito dopo, prima che lui sposti la mano dal mio fianco per aprire la porta, mentre con l'altra continua a stringermi forte. Si allontana da me soltanto per trascinarmi dentro e chiude la porta alle sue spalle.
«Finalmente!»
Accenna un sorriso guardando nei miei occhi, e riprende il bacio che aveva interrotto spostando le sue mani sul mio viso, mentre io gioco con i suoi capelli. Per un momento indefinito dimentico tutto, non penso a quanto io abbia sentito la sua mancanza, alla sua frase rimasta incompleta, ma concentro tutta la mia attenzione in lui, nel suo modo di dimostrarmi che gli sono mancata, e alle sue mani che mi accarezzano dolcemente.
Mi sorride quando si allontana da me, e lascia un ultimo bacio sulla mia fronte, scostandomi i capelli dietro l'orecchio.
«Sono felice che tu sia qui»
Accarezza la mia guancia in risposta, per poi rivolgermi un grande sorriso.
Di colpo mi torna in mente la sua frase e la certezza che mi nasconda qualcosa, e lo guardo curiosa incrociando le braccia al petto, ma le sue parole non tardano ad arrivare.
«C'è anche un'altra cosa che dovrei dirti...»
Mirko assume un'espressione misteriosa e si siede con un balzo sul mio letto, mentre io prendo posto di fronte a lui. Non so cosa aspettarmi da questa che sembra un'altra delle sue sorprese, ma sono sicura che si tratti di una bella cosa, perché i suoi occhi e il suo sorriso trasmettono tutta la sua gioia.
«Dai! Che devi dirmi?»
Metto il broncio assumendo l'espressione di una bambina a cui è stato negato un bel giocattolo, e sporgo il labbro inferiore suscitando in lui una risata, impaziente di sapere quello di cui sono ormai a conoscenza tutti in famiglia, eccetto me.
«Parla!»
Punto un dito contro di lui e lo guardo corrucciando la fronte, ma non riuscendo a smettere di osservare il suo sorriso. Non smetterò mai di dirlo, ma adoro la sua risata.
«Va bene, ok, parlo.»
Incrocio le gambe e poggio il capo sui palmi delle mani, annuendo soddisfatta.
«Ma sai che la tua è davvero una bella stanza?»
Roteo gli occhi rivolgendoli al soffitto, ed emetto un sospiro, prima di posare lo sguardo sul grande cuscino rosso alle mie spalle ed afferrarlo, lanciandoglielo. Lo schiva con un movimento agile del braccio e lo recupera dal parquet prima che possa farlo io, ricambiando il gesto e lanciandomi il cuscino che finisce esattamente sulla mia faccia. Mi lascio andare ad una risata fragorosa, seguita dalla sua, e nel farlo mi spingo in avanti facendo incrociare le nostre dita.
La sua risata si trasforma in un sussurro sempre più lieve, mentre sulle mie labbra rimane un grande sorriso.
«Allora, vuoi saperlo?»
«Se non me lo dici adesso ti caccio. E sai che posso."
Porto le mani ai fianchi, e smorzo un'altra risata, mentre lui mi guarda divertito e con un lampo di malizia negli occhi.
«Sappiamo entrambi, invece, che non riusciresti a farlo. Ma considerando il fatto che anche io sia impaziente di dirtelo... »
Mi fa la linguaccia, ma poi continua dopo essersi messo a sedere nella mia stessa posizione.
«Che programmi hai per l'estate?»
Rimango stupita dalla sua domanda, e sul mio volto si forma un cipiglio quando cerco di capire a cosa sia dovuta questa frase. Vorrei tanto che l'idea che si sta facendo spazio nella mia mente sia reale, ma scrollo le spalle e gli do la risposta che sta ancora aspettando.
«Niente, starò qui... Aspetterò te.»
«Invece no.»
«In che senso?»
Accenna un sorriso vedendo la mia espressione confusa e si avvicina posando un bacio sulla mia guancia, per poi sfiorare il mio orecchio mentre i suoi ricci mi solleticano la pelle, e sussurrare le parole che mi portano a sgranare gli occhi.
«Tu partirai con me»
Sbatto un paio di volte le palpebre per riprendermi dalla sorpresa e lui osserva l'espressione del mio viso, cercando forse di cogliere qualche segnale che non sia solamente stupore.
«È uno scherzo?»
Non riesco ancora a capacitarmi di come sappia sempre come rendermi felice. Dovrei ormai essere abituata alle sue idee, ma ogni volta riesce a sorprendermi e a lasciarmi senza parole.
«No! Verrai a Fasano con me, lo sanno già tutti, la partenza è per domani mattina quindi passerò a prenderti presto e poi...»
Lo fermo, ridendo per il suo entusiasmo, e mi avvicinò a lui facendo incontrare le nostre labbra in un bacio con il quale spero di trasmettergli tutta la mia gratitudine, mentre mi convinco sempre di più che sia il ragazzo migliore del mondo.
«Grazie, davvero!»
Lo abbraccio, ma perdiamo entrambi l'equilibrio finendo sdraiati, mentre lui posa un braccio sulla mia schiena accarezzandola, ed io poggio il mento sul suo torace per rivolgere il mio sguardo all'espressione felice del suo viso.
«Non ringraziare me, ringrazia Giacomo!»
«Giacomo?»
Si morde il labbro inferiore, imbarazzato e poi guarda fisso nei miei occhi.
«Beh... si, parlavo sempre di te, mi risultava difficile anche girare alcune scene, dire alcune battute, e lui ha capito che l'unico modo affinché potessimo continuare le riprese sarebbe stato quello di portarti con me.»
Posso quasi avvertire i miei occhi brillare alle sue parole, ma provo a nascondere l'emozione guardandolo divertita e con aria di sfida.
«Sei sicuro che sbagliavi perché pensavi a me, o i tuoi errori sono dovuti al fatto che tu non sia un bravo attore?»
Inarca le sopracciglia verso l'alto e rotea gli occhi, increspando le labbra.
«Ma smettila, lo sanno tutti che sono il migliore!»
Si rialza agilmente dal letto, ed io mi limito a scuotere piano la testa annuendo, davvero convinta delle due parole.
Tende la mano verso di me, aiutandomi a rialzarmi, e continua a stringerla anche quando siamo in piedi l'uno difronte all'altra.
«Lo sai che ti amo?»
«Si, ti amo anche io»
Gli sposto i ricci dalla fronte e lui mi accarezza la mano, prima di correre fuori dalla mia stanza e scendere in fretta le scale per recuperare la sua macchina fotografica dalla piccola valigia, impaziente di mostrarmi ogni foto.
Andrò a Fasano, incontrerò i braccialetti rossi e trascorrerò l'intera estate con Mirko. Realizzerò il mio sogno.
Lascio viaggiare la fantasia, immaginando i mesi che mi aspettano, e sospiro felice.
Cosa posso desiderare di più bello?
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Sarà per Sempre
FanfictionMarika è una ragazza di 14 anni, sognatrice e con tante aspettative. La sua vita è sempre trascorsa normalmente tra scuola, amici e tante risate, in un piccolo paesino della Sicilia. Ma le era sempre mancato qualcosa. Forse mancava proprio lui nel...