Capitolo 28

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Le mie labbra si rifiutano di pronunciare qualsiasi parola che vorrei proferire in questo momento, mentre i miei pensieri si accavallano ed io riesco solamente a mantenere lo sguardo fisso negli occhi di Mirko, ancora stretto nell'abbraccio di Luisa.
Mi domando perché non mi abbia detto niente, e cerco di convincermi che lui fosse all'oscuro di tutto. Perché avrebbe dovuto invitarmi qui se avesse saputo del suo arrivo?
Mi accorgo soltanto adesso della mano di Aurora che mi accarezza la spalla, e volto il capo nella sua direzione incontrando i suoi occhi che mi guardano come se volessero confortarmi.
Corrugo la fronte in un'espressione interrogativa, quando vedo Mirko rivolgere lo sguardo verso il basso, e cerco di trovare un accenno di tristezza o rabbia in me, ma stranamente senza risultati. Sono soltanto confusa, e so che l'unica cosa di cui avrei bisogno adesso è una spiegazione.
«Lo sapeva?»
Il tono della mia voce è piatto, ma quando Aurora annuisce incerta sento affiorare un po' di quella delusione che cercavo poco tempo fa', e che si unisce alla mia confusione.
Luisa preme le sue labbra sulla guancia di Mirko e sorride, prima di salutare con meno convinzione il resto del gruppo, porgendo loro la mano e passando le dita tra i suoi lunghi capelli.
«Tu che fai qui?»
Sgrano gli occhi alla sua domanda, ma prima che io possa rispondere sento la mano di Mirko stringere il mio polso, e le sue parole prendere il posto delle mie.
«Marika è con me»
Lo guardo stranita quando la sua risposta brusca fa stringere le labbra di Luisa in una smorfia e scuoto il braccio per liberare il mio polso dalla sua mano, sostituendo il contatto intrecciando le mie dita con le sue, prima di trascinarlo via dal campetto.
Percorriamo in silenzio la breve distanza che ci separa dalle camere del residence, la mia mano è ancora stretta in quella di Mirko, che però la tiene incerto, come se avesse paura della mia reazione. Lo sento emettere un sospiro quasi frustrato, e le sue dita allentano maggiormente la presa sulle mie prima che le sue mani raggiungano delicatamente il mio viso. Sfiora con il pollice il mio zigomo destro e i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo, poi le sue labbra si posano sulle mie in un bacio capace di trasmettermi tutta la sicurezza di cui avevo bisogno. Gioco con i suoi ricci, mentre le sue braccia circondano i miei fianchi tenendomi vicina, ma dura soltanto pochi secondi prima che lui si allontani da me abbassando lo sguardo verso la moquette blu.
«Lo sai che non è colpa mia, vero?»
Ravvia i suoi ricci sulla fronte con un movimento veloce, e mi guarda inclinando il capo.
«Perché non mi hai detto niente?»
Evito di rispondere alla sua domanda, ma mi sforzo di mantenere il tono della mia voce calmo, facendo pian piano sparire un po' della preoccupazione che leggevo nei suoi occhi.
«Non lo sapevo!»
Incrocio le braccia al petto, appoggiandomi alla parete dietro di me, e lo guardo mentre picchietta nervosamente le dita sulla cover rossa del cellulare.
«Non quando sono partito per venire da te...»
«E allora perchè non me lo hai detto?»
Ripeto le parole pronunciate qualche attimo fa, ma adesso la mia voce si alza inevitabilmente. Vorrei che mi parlasse guardandomi negli occhi, quando invece tutto quello che ottengo sono sguardi imbarazzati e parole sussurrate e lasciate incomplete.
«Ero così felice che tu saresti stata qui con me, avevo programmato ogni cosa, tutto nei minimi particolari. Quando Carmine mi ha chiamato dicendomi che proprio lei aveva superato i provini per l'unico ruolo disponibile non ho saputo che fare, mi sembrava impossibile... Ho parlato con Giacomo, ma la decisione era ormai stata presa ed io non sono nessuno per poterla cambiare.»
Fa un passo verso di me e prende le mie mani fra le sue stringendole forte. Mi piace vedere le nostre mani intrecciate, il contrasto che c'è tra le mie, piccole, e le sue, grandi e calde... Mi trasmette sicurezza, e lui lo sa bene.
«Saresti venuta con me se te lo avessi detto?»
Mi guarda negli occhi con un'intensità alla quale non sono in grado di mentire, e non ho nessun dubbio nel rispondergli "no", scuotendo la testa.
«Scusami se sono stato egoista, lo so, non dovevo farlo.»
«Ti amo, Marika»
È la prima volta che leggo nei suoi occhi tutto l'amore che prova per me, e dalle sue parole sussurrate traspare così tanta sicurezza che mi lascia senza fiato.
Gli sorrido mentre si avvicina a me e spinge la mia mano contro la parete, con le sue dita ancora strette nelle mie.
«Anche io»
Posa un lieve bacio sulle mie labbra e con la mano libera sfiora la collanina con la lettera "M" che luccica sotto i raggi del sole provenienti dalla grande finestra alla mia destra, un suo regalo che porto sempre con me. Mi piace tanto perchè racchiude entrambi i nostri nomi, e non ho bisogno di una sua affermazione per sapere che anche per lui è lo stesso.
«Non devi preoccuparti di Luisa, nè di nessun'altra.»
Lo abbraccio, avvolgendo le braccia intorno al suo collo, e lo sento sorridere quando avvolgo i suoi ricci nelle mie dita.
«Torniamo di là?»
Mi guarda, come per valutare la mia proposta, e scuote energicamente il capo accompagnando il movimento con una smorfia.
«Preferisco stare con te adesso!»
Sporge il labbro inferiore e corruccia la fronte sbattendo le ciglia, mentre io lascio andare una risata prima di fargli la linguaccia.
«Vieni con me!»
Cammina a passo sicuro attraversando l'ampio corridoio, e si assicura che io lo stia seguendo voltandosi un paio di volte nella mia direzione. Spinge una porta girevole e allarga le braccia quando la leggera brezza estiva ci scompiglia i capelli.
Mi siedo sull'erba, poco distante dalla grande piscina, e reggo il peso del corpo sui gomiti alzando lo sguardo verso le poche nuvole che spiccano nel cielo azzurro.
Vedo Mirko allontanarsi per raggiungere il piccolo chioschetto tra il verde degli alberi, e tornare con in mano due bicchieri colmi di un fresco frullato alla fragola.
«Ecco a te!»
Stringo la mano intorno al vetro colorato e porto la cannuccia alle labbra.
«Buono»
Mirko ride quando spalanco gli occhi e prende posto sul prato, vicino a me, sorseggiando a sua volta il frullato.
«Da quando Luisa recita?»
Mirko inarca un sopracciglio, ma quando si accorge che nella mia voce c'è solamente curiosità scrolla le spalle.
«Non lo so con precisione, penso fin da quando era piccola, ma non era mai andata oltre alcuni piccoli spettacoli.»
Stringo le labbra in cenno di assenso e bevo un altro sorso dalla cannuccia.
«Ti piace stare qui?»
Annuisco decisa, facendo nascere un piccolo sorriso sulle sue labbra quando la consapevolezza di essere riuscito a spostare il discorso altrove si fa strada nella sua mente, e concentro la mia attenzione sul rumore dell'acqua che crea piccole increspature nella piscina, ma il sentire le risate dei miei nuovi amici mi fa voltare verso il campo da basket, facendomi riuscire a scorgere una partita in corso. Li osservo ridere e divertirsi, e persino Luisa vista da questa prospettiva mi appare meno ostile del solito mentre sorride rincorrendo il pallone, lisciandosi comunque di tanto in tano le pieghe della sua gonna celeste.
Non voglio che Mirko si allontani dai suoi amici a causa mia, mi sembra realmente felice di stare con me, ma so anche che una parte di lui vorrebbe passare il suo tempo con loro.
«Siamo diventate terribilmente silenziose"
Mirko mi sta osservando con un'espressione preoccupata sul volto, ma includendo sempre il suo solito sorriso.
«Riflettevo...»
Lo guardo accarezzare le punte dei miei capelli, prima di posare le mani sui miei fianchi e spostare il mio corpo sulle sue gambe.
«Non agitarti, Mari! Sta' tranquilla»
Strofina la sua mano sulla mia schiena mentre io poggio il viso sulla sua spalla e chiudo gli occhi, lasciandomi calmare dalle sue attenzioni.
Mi dimentico di Luisa, di tutto ciò che mi preoccupava, e concentro i miei pensieri su di lui. Mi ha dimostrato in tutti i modi quanto tenga a me, e continua a mostrarmi tutto il suo affetto giorno dopo giorno. Non ho nessun motivo di dubitarne.
Mi allontano dal suo abbraccio e lo osservo mentre mi scruta, cercando nella mia espressione un segno diverso dal disagio che aveva notato poco prima.
«Va un po' meglio?»
Sorrido in risposta e lui mi lascia un bacio sulla fronte.
«Andrà tutto bene»
Ha sicuramente compreso quale fosse la mia preoccupazione ed io nonostante sappia che sarà difficile, gli credo. Mi fido di lui.

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