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Doppio aggiornamento, amatemi.

L'ho scritto in poco tempo, avevo più che altro bisogno di sfogarmi, quindi spero che vi piaccia e che non ci siano errori

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L'aereo atterra e lei non si sofferma a guardarsi attorno. Il Canada, come stato, non l'ha mai attratta poi molto, e ora è ancora peggio, visto che è costretta a essere li. Ian, al suo fianco, si sente un po' in colpa, ma sta facendo tutto questo per il bene della sua carriera.

"Stai bene?"le chiede

"Una meraviglia, non vedi?"risponde acidamente e lui sospira.

"Mi dispiace, ma prova a capirmi, l'ho fatto per te"Valerie si blocca improvvisamente.

"Vaffanculo"dice a denti stretti, non gli interessa di apparire scortese o di aver problemi, è incazzata nera.

"Ho dovuto mollare il mio ragazzo perché, per fare il lavoro che mi piace, devo uscire con un altro. Che problemi avete? Non avete un fottuto cuore?!"sbotta non facendosi sentire da altre persone.

"È per la tua carriera, Valerie, ve ne farete una ragione"Ian si pente delle parole appena dette.

"Se tu avessi avuto una possibilità di diventare famoso, di realizzare il suo fottutissimo sogno ma dovevi fare ciò che sto facendo io, come reagiresti?" Detto questo, si allontana, lasciandolo a ragionare. Raggiunge l'auto che li porterà all'hotel e infila le cuffie per non sentire altre cazzate. Louis non le ha scritto, non l'ha chiamata e le possibilità quindi, sono due: o è troppo arrabbiato per fare qualsiasi cosa che implica ragionare oppure è andato ad ubriacarsi per dimenticare e Valerie, spera vivamente la prima, non sopporterebbe di sapere che si è ubriacato a causa sua. Si porta la mano al collo, prendendo il ciondolo tra le dita e lo porta alle labbra subito dopo. Non vuole questo. Vuole Louis. Ian la raggiunge, ancora perso tra i suoi ragionamenti. Avrebbe fatto anche peggio, arriva a conclusione.

"Valerie"la chiama per almeno tre volte, prima di toglierle la cuffietta, venendo subito fulminato con lo sguardo

"Hai ragione. Ho sbagliato a dirti di lasciarlo, non avrei dovuto, e mi dispiace che tu stia così"

"Ma è successo, e non posso stare con lui per sei fottuti mesi e a quel punto sarà troppo tardi"rimette la cuffia e si gira dalla parte opposta,per guardare il paesaggio che scorre fuori dal finestrino.

"Magari un futuro con te"sente le parole di Louis rimbombarle nella testa e lei scuote la testa. Ian la osserva, e scuote la testa, lui ha sbagliato e lui deve riaggiustare le cose. Arrivano in hotel e prendono le chiavi delle camere, prenotate qualche giorno prima.

"Riposati un po'. Scendi per pranzo però, non hai mangiato niente durante il volo"la ragazza annuisce distrattamente e si dirige verso l'ascensore. Ian chiama i manager di Max, per il numero di telefono, e una volta che l'ha salvato, lo chiama. Max risponde dopo sei squilli, mezzo addormentato.

"Pronto?"la voce roca arriva nelle orecchie di Ian
"Sono Ian"non ha bisogno di dirgli il cognome, pensa che abbia già capito
"Oh, siete già atterrati?"guarda Alaska al suo fianco, che dorme tranquillamente.
"Si, ma non è di questo che volevo parlarti. Conosci il ragazzo, o meglio ex, di Valerie?"spera in una risposta affermativa.
"No, perché?"
"Motivi personali. Grazie comunque Max, ci si vede oggi pomeriggio" riattacca lasciando il ragazzo confuso, ma subito dopo scrolla le spalle e torna ad abbracciare Alaska.

Ian sbuffa, non sa come può avere il numero di telefono di Louis. Decide di andare in camera per chiamare la moglie e la figlia quattordicenne. Una volta chiusa anche quella chiamata, dove è stato rimproverato da Katy e Nathalie, moglie e figlia, per quello che ha fatto a Valerie, nota che è quasi ora di pranzo. Valerie ha passato tutto il tempo a guardare le foto con Louis mentre ascoltava canzoni deprimenti. Sono quasi le una, quando bussano alla porta e di malavoglia si alza.

"Andiamo a pranzo"dopo aver alzato gli occhi al cielo, ha seguito Ian. Arrivano nel ristorante dell'hotel e si siedono ad un tavolo, scortati da un cameriere, che consegna i menù.

"Non ho molta fame"prende parola Valerie, il che è vero, ha lo stomaco sottosopra per tutta questa faccenda.

"Ma devi mangiare qualcosa Valerie!"la rimprovera Ian.

"Del brodo di pollo,se proprio insisti"
"Ah beh, se quello lo chiami mangiare"questa volta è lui ad alzare gli occhi al cielo. Ordinano il loro pranzo e attendono silenziosamente l'arrivo di quest'ultimo. Un silenzio di cose non dette, uno di quelli carichi di tensione.

"Buon appetito"augura il cameriere con educazione, prima di andarsene. Il silenzio tra loro è rotto solamente dalle posate che si scontrano con il piatto.

"Vado alla toilette"si alza, stanca di tutto questo, e si dirige a passo svelto verso i bagni. Ian la segue con lo sguardo fino a guardare sotto il tovagliolo,dove ha visto Valerie nascondere il telefono. Lo prende e benedice la ragazza per non avere password. Cerca tra i contatti recenti e oltre alla famiglia ci sono: Maschilista e Nialler.

"Ma mettere nomi normali no?"borbotta salvandoseli entrambi sul telefono. Appena sarà da solo chiamerà. Rimette il telefono al suo posto e qualche minuto dopo torna Valerie.

"Sono stanca, torno in camera"e recupera il cellulare prima di dirigersi verso l'ascensore. Ian segue il suo esempio, dopo aver terminato il pranzo, e si chiude in camera, pronto ad affrontare i suoi errori. Chiama prima il nome che gli risulta più normale e affidabile

"Pronto?"risponde il ragazzo dal forte accento irlandese.

"Uhm, salve sono Ian Davis, rappresento Valerie Thompson, parlo con il suo... Ragazzo?"è in imbarazzo e Niall trattiene il respiro mentre sposta lo sguardo verso Louis, seduto sull'altro divano, perso nei suoi pensieri.

"No, sono il suo migliore amico, ma se vuole glielo passo" si girano tutti verso Niall, tutti tranne il diretto interessato della conversazione.

"Mi farebbe un piacere"

"Louis"allontana la cornetta dall'orecchio e passa il telefono a Louis.

"Pronto?"risponde quasi annoiato.

"Sono Ian Davis"Louis serra la mascella a sentire quel nome, e si alza dal divano per avere un po' di privacy.

"Mi dica"Ian è ancora più nervoso dopo aver sentito il tono arrabbiato, solitamente giocoso, di Louis.

"Volevo solo scusarmi. Ho fatto un errore a obbligare Valerie a chiudere la vostra relazione"

"È stato lei?!"si trattiene dall'urlargli contro.

"Si, e mi dispiace"

"Io me la sto prendendo con Valerie quando la colpa è solo sua?!"Ian deglutisce a vuoto, corroso dai sensi di colpa.

"Si... La colpa è solo mia"ammette con un sospiro.

"Cristo"impreca Louis tirando un calcio a vuoto.

"Ora mi spiega come ha fatto a convincerla a fare una cosa simile! Valerie non la farebbe mai!"questa volta non si trattiene dall'urlare.

"Le ho detto che ci stavi rimettendo tu. Che eri tu quello ferito per tutta questa faccenda, che stando con te non avrebbe fatto altro che ucciderti..."

"Mi uccide sapere che non è con me. Complimenti comunque, ha fatto un perfetto lavoro in quanto manager, ma un pessimo lavoro in quanto uomo"detto questo riaggancia lasciando Ian a bocca asciutta.

"Ora capisco come fanno questi due a stare insieme, sono uguali"borbotta subito dopo. Ma il ragazzo ha ragione, pensa, ha fatto un pessimo lavoro in quanto uomo. A grandi falcate raggiunge la camera di Valerie, che sta ancora pregando in un arrivo di chiamata da parte di Louis, che ha iniziato a prendere a pugni e calci la porta. Ian bussa e nota la porta socchiusa, quindi entra vedendo Valerie a fissare il soffitto, in completo silenzio.

"Si torna a casa, con il primo aereo disponibile"

Valerie || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora