Louis, sdraiato comodamente sul divano, sobbalza quando sente la porta principale sbattere.
"Val?"chiama la moglie, per capire se era lei, ma un singhiozzo strozzato gli fa corrugare la fronte.
Si alza mentre sente i passi della figlia minore dirigersi veloci verso la sua camera, e le va dietro, preoccupato.
"Lea?"bussa alla porta per poi aprirla, senza aspettare il permesso che sa, non sarebbe mai arrivato. "Ehi tesoro, cosa succede?"si siede affianco a lei sul letto, che è sdraiata con il viso immerso nel morbido cuscino rosso.
"Lea"mormora accarezzandole la testa castana.La sedicenne si volta verso di lui, il poco mascara che accentuava l'azzurro dei suoi occhi, è colato sulle sue guance arrossate.
"Perché fa così male?"singhiozza stringendo a se il cuscino. Louis corruga la fronte, non avendo idea di cosa la figlia stia parlando. "Dov'è la mamma?"gli chiede."È da Joelle, la sta aiutando ad organizzare il suo matrimonio"sorride malinconico al pensiero della piccola bambina cresciuta così velocemente.
"Ma puoi parlare con me"si sente inutile quando bisogna parlare con i figli, essendo lontano per la maggior parte del tempo a causa del lavoro non riesce a stare al passo con le loro vite, nonostante Valerie cerchi di dirgli ogni cosa.
"Non capiresti"Louis ride, cercando di risollevarle il morale.
"Può sembrare strano, lo so, ma sono stato sedicenne anche io"Lea sorride leggermente a quelle parole. "Dai, cosa succede? Devo uccidere qualcuno?"le chiede subito dopo.
"Scusa papà ma.."lui la interrompe, dispiaciuto, e la tranquillizza.
"No, no, capisco, ti-ti mando la mamma quando torna"si alza e dopo averla guardata un'ultima volta prima di uscire.
Avrebbe voluto far di più, ma Lea gli assomiglia fin troppo e tutti sanno, che se Louis non vuole parlare, niente gli fa cambiare idea.
Sospira, e chiude gli occhi qualche secondo, andando poi verso il soggiorno, pensando e ripensando a cosa può essere successo alla figlia. Per la seconda volta la porta sbatte e riconosce facilmente i passi non esattamente leggeri di Thomas, che lo raggiunge in salotto qualche secondo dopo, sembrando più stanco del solito.
"E a te cosa è successo? Sei stato tirato sotto da un camion?"chiede ironicamente al diciottenne.
"Tu e mamma siete sempre andati d'accordo?"gli chiede non rispondendo alla sua domanda. Louis arriccia il naso.
"No, ovviamente no, conosci tua madre, non ha un carattere molto 'pace e amore'"i due ridono "Ma siamo d'accordo sulla maggior parte delle cose, sopratutto da quando ci siamo sposati. Prima avevamo alcune cose su cui discutere"ripensa alle volte in cui non si sono parlati per giorni.
"E come avete fatto a risolvere"
"Ci siamo urlati contro"scrolla le spalle con semplicità, come se fosse una cosa normale, facendo sgranare gli occhi al figlio.
"Cosa?"chiede sperando di aver capito male, sa che i suoi genitori non sono completamente normali, ma non pensava che arrivassero ad urlarsi contro per risolvere i loro problemi.
"Ogni volta che litighiamo siamo arrabbiati per vari motivi, ma sopratutto perché nessuno dei due riesce a chiedere scusa per primo -è una cosa che va avanti da quando ci siamo conosciuti- quindi per sfogare tutto arriviamo ad urlarci contro, dicendoci tutto ciò che non abbiamo il coraggio di dire"spiega.
"E state ancora insieme?!"esclama facendolo ridere.
Valerie rientra in casa e sorride riconoscendo la risata di Louis. Appoggia le chiavi sul mobiletto all'entrata e va verso il soggiorno.
"Come pensi che mi abbia detto di amarmi la prima volta?"chiede Louis ridendo, non accorgendosi della moglie.
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Valerie || Louis Tomlinson
FanfictionAnche se per del tempo non ti senti bene, anche quando sembra che le cose non torneranno a posto e pensi di aver perso ciò che ti sta più a cuore... tutto si sistema alla fine.