Capitolo 19

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Pov's Elisa

Torniamo a Roma dopo questa vacanza stupenda.
Entriamo in casa e disfo le valigie per poi cominciare ad ordinare meglio i vestiti che insieme a Nic avevo buttato nell'armadio.
"Allora, che ne pensi dei miei amici?", chiede Nic mentre mi aiuta a sistemare.
"Sono veramente carini, Priscilla poi è un amore" gli dico.
"Hai ragione, è proprio una brava ragazza"
"Adriano è l'amico perfetto invece, così come Gabri. Sei proprio fortunato"
"E non hai ancora visto Alessandro, Gianmarco, Tiziano e Valerio. Solo per citartene alcuni"
"Me li farai conoscere, ma non oggi perchè non ce la farei"
"Tranquilla, anche io sono sfinito"
Continuiamo a sistemare cassetto per cassetto.
Per fortuna Niccolò ha un'altra stanza vuota con solamente un armadio: è lì dove sto sistemando tutto.
"Ti prometto che cercherò una sistemazione" gli dico ad un tratto.
"Dove? A Torino?", dice ridendo.
"Smettila" gli do una pacca simpatica sulla spalla.
"Comunque puoi restare anche per sempre per quanto mi riguarda, tanto io di ragazze non ne voglio più. Tu porta qui chi ti pare, chiuderò gli occhi e non guarderò, oppure mi andrò a fare un giro" dice Nic.
"Ah, come la sera che ho baciato Andrea in discoteca?"
Avevo notato che Niccolò fosse scappato via, non lo poteva negare.
Non ha risposto alla mia provocazione, ma faccio finta di nulla.

L'armadio è sistemato, è arrivata l'ora di cenare.
"Io ordino una pizza, a te va?"
Queste sono le prime parole di Niccolò dopo la mia provocazione.
"Si, volentieri. Con il prosciutto cotto e i funghi"
"Che schifo i funghi" dice tirando fuori la lingua disgustato.
"La devi mangiare te o io?"
"Tu, tu! È tutta tua! Per carità"
Ordina le pizze e in pochissimo tempo il fattorino si presenta sotto casa.
Scendo io per pagare e torno su con Niccolò che mi aspetta sul divano con Netflix acceso.

"Buon appetito" diciamo in coro.
Schiocchiamo le due birre e iniziamo a vedere una serie TV che divoriamo assieme alla pizza.

"Abbiamo fatto le quattro del mattino, menomale che eravamo stanchi!", dice Nic alzandosi dal divano.
"Però queste sono le serate belle che mi piace passare con te. Mi ricorda quando lo facevo con mio fratello" dico.
"Si, devo dire che mi è piaciuto. Ma la serie faceva cagare"
"Eppure ce la siamo vista"
Vado a lavarmi i denti per poi andare nel letto che ancora avrei condiviso con Niccolò per poche notti, poichè ne avevo comprato uno online e sarebbe dovuto arrivare nei prossimi giorni.

Chiudo gli occhi e sento Niccolò sdraiarsi al suo posto.
Ora mi sento al sicuro e riesco a prendere sonno.
Mentre i miei occhi sono chiusi per cercare di addormentarmi, un dito inizia a percorrermi il naso, fino ad arrivare ai capelli.
"Mi rilassa farti i grattini, posso?"
Annuisco e mi sposto verso di lui appoggiando la testa sul suo petto.

Mi sveglio e sono sola nel letto.
Sento una melodia provenire dal salotto, melodia di un piano.
Mi alzo senza fare rumore e a passi lenti procedo seguendo il suono.
Le parole pronunciate sono incomprensibili, ma vedo Niccolò scrivere con una penna su un foglio di carta velocemente, per poi tornare con entrambe le mani sul piano.
Decido di andare in bagno e di fare anche qui meno rumore possibile.
Esco ed in punta di piedi vado verso la cucina, ma dal riflesso del piano, Niccolò mi nota.
"Arrivo" mi dice.
"Fai pure, non ti distrarre" sussurro.

"Eli, vieni qua" urla Niccolò dopo una mezz'oretta.
Vado verso il piano e vedo il foglio di carta tutto scarabocchiato.
"Ho scritto un pezzo, secondo me è molto bello musicalmente. Se te lo facessi sentire? Ti andrebbe?"
Sorrido e mi siedo sul divanetto accanto al piano.

"È da tempo che non sento più
La tua voce al mattino che grida "bu"
E mi faceva svegliare nervoso ma
Adesso invece mi sveglio e sento che
Mi mancan tutti quei tuoi particolari
Quando dicevi a me
"Sei sempre stanco perché tu non hai orari"
È da tempo che cucino e
Metto sempre un piatto in più per te
Sono rimasto quello chiuso in sé
Che quando piove ride per nascondere
Mi mancan tutti quei tuoi particolari
Quando dicevi a me
"Ti senti solo perché non sei come appari"
Oh, fa male dirtelo adesso
Ma non so più cosa sento
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che
Siamo soltanto bagagli
Viaggiamo in ordini sparsi
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole
Potrei scrivere per te nuove canzoni d'amore e cantartele qui
È da tempo che cammino e
Sento sempre rumori dietro me
Poi mi giro pensando che ci sei te
E mi accorgo che oltre a me non so che c'è
Mi mancan tutti quei tuoi particolari
Quando dicevi a me
"Sei sempre stanco perché tu non hai orari"
Oh, fa male dirtelo adesso
Ma non so più cosa sento
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che
Siamo soltanto bagagli
Viaggiamo in ordini sparsi
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole
Potrei scrivere per te nuove canzoni d'amore e cantartele qui
Fra i miei e i tuoi particolari
Potrei cantartele qui
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che
Siamo soltanto bagagli
Viaggiamo in ordini sparsi
Se solamente Dio inventasse delle nuove parole
Potrei scrivere per te nuove canzoni d'amore e cantartele qui
Potrei cantartele qui"

"Wow Nic, ma come ti è uscita?", dico asciugando alcune lacrime.
"Ho pensato a Federica e a ciò che ho provato quando l'ho persa. Non mi manca, ma mi mancano quei particolari di una relazione che mi faceva sentire in qualche modo protetto da tutti"
"Tu non hai idea quanto descriva la situazione uguale presente nella mia testa"
"Da quando ci sei tu, quel piatto in più ha più senso, devo ringraziarti perchè anche se il nostro rapporto è diverso, mi stai facendo sentire protetto dal mondo"

C'era lei a contare le stelle con me - ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora