Il pilastro delle tenebre🌑|Rengoku Kyojuro x OC|

capitolo 12

Pov's Kaneko

Ormai sono passati due giorni da quando ho parlato alle mie amiche del libro e non avevo ancora deciso cosa fare, se andare dalla mia famiglia o lasciar perdere.
Ma purtroppo la curiosità vince sempre su tutto no? Ero sul divano a disegnare sul mio taccuino e nel mentre stavo pensando al libro, alla fine decisi che ci sarei andata, siccome non avevo niente di meglio da fare sarei partita ora. Appoggio carta e penna sul tavolino e vado in camera a prendere la mia katana, la divisa ce l'avevo già addosso, appena varco la soglia della camera sento qualcuno bussare alla porta di casa -Entra pure!- urlo per farmi sentire.
Prendo quello che mi serve e torno giù andando verso la sala per mettere a posto i fogli quando vedo Kyojuro sfogliare i miei disegni.
-Ehi, ciao.- dico entrando -Ehi...li hai fatti tu?- dice riferendosi hai disegni ed io annuisco -Sono davvero molto belli, complimenti.- -Beh grazie, ora però dammi che lo rimetto a posto che devo andare via.- fa come dico e mi ridà il blocchetto insieme alla matita -Dove vai?- mi domanda -Vado a trovare la mia famiglia, ma più che visita di cortesia devo chiedergli alcune cose su questo libro.- dico andando verso la libreria per prenderlo, glielo passo e lui lo guarda attentamente -Perché non ce scritto niente?- alzo le spalle e lo riposo -Vado la apposta per chiederglielo. Ti va di accompagnarmi? Sai staresti simpatico a mia sorella. Si chiama Mayumi.- dico e lui annuisce dicendo che gli farebbe molto piacere venire con me.

Prendo altre due cosette cominciammo ad avviarci, casa mia era a due villaggi da qui quindi ci avremo messo un po' senza correre, perché beh non potevamo presentarci magari sudati per la corsa dobbiamo pur sempre andare dalla mia famiglia, non vorrei farmi vedere strafatta!
Caminammo per quelle che furono delle ore e non incontrammo nemmeno demoni per la strada, arrivammo davanti casa mia all'ora di pranzo ed io non volevo proprio sentirne di entrare.
Kyojuro con la sua mano sulla mia schiena stava cercando di invogliarmi a fare i passi che rimanevano per arrivare alla porta, ma io ero inchiodata al terreno.
Provava anche a rassicurarmi con il suo sguardo e un po ci riusciva, allora vedendo che anche dopo dieci minuti che non mi muovevo decise di abbracciarmi e di darmi un bacio sulla testa, con questo gesto ritornai alla realtà e mi lasciai cullare dal suo calore -Grazie.- gli dico.
Appena gli dico che sono pronta ad entrare lui scioglie il contatto e mi affianca prendendomi per mano, girai lo sguardo verso di lui per darmi la forza di entrare, riportai la mia attenzione davanti a me e andai a bussare.

Tre colpi secchi alla porta bastarono per far si che venisse una donna dai lunghi capelli bianchi e dagli occhi neri, ci venisse ad aprire.
-Madre...- dico soltanto guardandola, lei appena mi nota fa un enorme sorriso e mi abbraccia -Dio mio Kaneko...come mi sei mancata.- dice, con lei avevo un rapporto decente molte volte, il problema maggiore é sempre stato mio padre.
Sentivo molti piccolo passi in lontananza per poi vedere una bambina dai lunghi capelli neri correre nella mia direzione -Sorellona sei tornata!- urla saltandomi addosso -Ehi ciao tesoro.- dico prendendola in braccio, il tutto sotto lo sguardo di Kyojuro.
-Chi é il tuo amico Kaneko?- mi domanda mia madre -Piacere di conoscerla signora Maeda, io sono Renogku Kyojuro pilastro delle fiamme.- risponde lui facendo un leggero inchino.
-Possiamo entrare?- domando alla donna e lei annuisce.

Mentre andavamo in sala mia madre mi fece alcune domande su com'era vivere, come é la vita da pilastro ed altro, -Allora quand'é che mi porterai dei nipotini? Insomma hai 25 anni e tra due settimane 26!- dice, ecco questa era la domanda che non volevo proprio che mi facesse.
Mi fermo in mezzo al corridoio con la faccia al quanto scioccata ma con le guance rosse -In questi anni cosa hai fatto scusa?- mi domanda ed io mi ricompongo un attimo -Ho sempre girato non ho mai avuto una meta fissa, perciò non mi sono con entrata sulle relazioni, svolgevo solamente il mio lavoro tutto qui.- dico raggiungendoli siccome si erano fermati un po' più avanti  per guardarmi, mia madre sospira e non dice più niente.