XV

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                                    Johnny
Quel diamante sarebbe, in un modo o nell'altro,
stato suo.
Ma l'avrebbe accettato ?
Oh questa era l'unica certezza, in un momento della mia vita dove tutto mi sembrava incerto.
Avrei fatto di tutto per convincerla.
Lei sarebbe diventata mia moglie.
Era una pazzia. Lo so. Stavo ancora pagando le
Conseguenze di un matrimonio sbagliato. Ma c'era una differenza profonda fra lei e la donna che mi aveva sfruttato per poi rovinarmi la vita.
Passeggiammo per ancora qualche ora.
Le piccole e strette vie del centro storico, raccontavano di una Roma ottocentesca e sfarzosa.
Via Giulia era un monumento più che una strada.
Balconcini  caratteristici e fiorire riempivano la via fino in fondo, dove si apriva la Roma più caotica  del vicino Gianicolense.
Oltrepassando il ponte sul Tevere ti immergevi nelle famose strade di trastevere, dove enoteche di ogni tipo riempivano le vie con i profumi tipici
Era strano e irreale poter ammirare indisturbati tali bellezze.
Ed era tutto merito suo.
Ci fermammo in un osteria tipica Romana.
Il proprietario, un grosso uomo simpatico con una enorme pancia nascosta sotto il grembiule rosso, non ci porto' il menu perché, a suo dire,
era un usanza da signori. Nelle vere osterie romane si mangiava quello che c'era e l'oste avrebbe provveduto a portare il miglior vinello e a vigilare che la bottiglia non fosse mai vuota.
Mangiai per la prima volta .
O almeno era quella la sensazione perché assaporavo per la prima volta in vita mia, sapori e profumi che mai avevo provato.
Come immaginavo non volle sentire ragione e insistette per pagare il conto.
Mai avrei acconsentito ad una proposta del genere, ma mi serviva del tempo lontano da lei per mettere a segno un progetto che aveva  preso forma nella mia testa poche ore prima
- Sean
- Johnny ci sono problemi ?
- No anzi, tutto a meraviglia. Ti sto per inviare una foto. E' un anello, Bulgari.
Inviai l'immagine
- Amico che hai intenzione di farci con questo ?
Non risposi
- Ok tanto e' inutile cercare di convincerti. Spero solo tu abbia imparato la lezione
- In camera mia domani mattina. Ah Loreinne non lo deve sapere
- Si, certo
Non mi piaceva il suo tono. Era chiaro che un istinto protettivo lo invogliava a dissuadermi da quella idea. Non ci sarebbe riuscito
- Posso almeno offrirti un caffè.
Era tornata da me, il mio sole, il mio tutto.

Fare l'amore con lei non era solo sesso, piacere,
Godimento
Era qualcosa di più. Era l'estasi più completa. Era come respirare, ricaricarmi, tornare a essere vivo.
Era piacere puro, non solo fisico.
Era un bisogno primario, come bere quando sei assetato. Ed ero costantemente assetato di lei
Come se tutto quello che fino ad allora aveva avuto un senso, ora fosse irrilevante.
Quando ero dentro di lei, sentivo che mi completava.
Per tutta la vita ho avuto come l'impressione che fossi rotto.
Eppure ho sempre avuto donne accanto a me.
Alcune le ho amate, altre meno, altre pensavo di amarle, alcune solo per sesso, ma mai nessuna, mi ha completato, mai per nessuna avrei rinunciato a tutto. Mi rendevo conto che era tutto troppo forte e troppo veloce, ma sentivo anche che non sarebbe mai passato. Non so dire cosa sia successo. So solo che era come se la conoscessi da sempre e che tutto quello che avevo fatto fino a quel punto fosse destinato a portarmi a lei.
L'amavo nel modo più completo e più sincero, e per la prima volta avevo paura. Paura di perderla, paura che lei si stancasse di me, paura che lei non fosse troppo coraggiosa da sostenere il carico mediatico che inevitabilmente il processo avrebbe portato.
Sicuro che sarei morto.
La vita non avrebbe senso senza di lei.
La guardavo dormire. Era sfinita
Povero amore mio, aveva avuto una giornata difficile e forse quella notte ero stato troppo esigente
Era il modo che avevo per dimostrarle quanto ci tenevo a lei. Volevo che mi sentisse parte di lei, in profondità, che avesse anche lei bisogno di me per vivere, che fosse il centro del suo mondo.
Mi mancava anche quando dormivo
Volevo sentire i suoi occhi su di me, quello sguardo che mi spogliava come se mi leggesse dentro, la sua voce dolce.
Mi aveva chiamato "Amore mio", lo aveva detto in italiano, ma avevo capito perfettamente e adoravo quell'appellativo. Ero suo, mi sentivo suo.
Le accarezzai la guancia
Lei si mosse piano.
Avevo voglia di lei, di nuovo.
La bacia dolcemente.
Senti' il mio nome sussurrato sulle sue labbra
- Johnny ...
Respirai profondamente per calmare l'istinto di prenderla li e subito.
- Ti amo - continuo' nel dormiveglia
Non potevo resistere. Era troppo
La bacia ancora, prima dolcemente, poi la mia lingua cerco' la sua. Rispose automaticamente al mio richiamo.
Mi accarezzo' la guancia, ad occhi chiusi. Si sistemo' in modo che il bacio fosse più profondo e intenso.
Dio non potevo resistere.
Era nuda,' bella da morire. Il suo corpo era mio. Il mio posto sicuro, dove avrei sempre trovato la pace. Le baciai il collo.
Non potevo fare a meno di dirle quanto l'amavo. E l'amavo da morire
Il suo seno era lì, alto sodo e per me.
Baciai il capezzolo turgido
Fu scossa da un brivido e sospiro'
Passai all'altro succhiandolo
Si irrigidì inarcando leggermente la schiena
Era pronta per me. Mi voleva.
Leccai la pelle intorno all'ombelico e la sentii mugolare di piacere.
Scesi verso il frutto dolce dal sapore ormai familiare... e la stuzzicai. Dapprima lentamente e delicatamente ma presto il mio piacere mi spinse a cercare di più.
Soffiai su quella fessura ormai già umida di piacere. Piantando i talloni sul letto alzo' il bacino in modo che la potessi leccare e stimolare meglio. E così feci
Mi insinuai tra le sue gambe e le sollevai sulle mie spalle in modo ad averla di fronte e me, mia , umida e pronta a godere
Leccavo, soffiavo, succhiavo la piccola protuberanza. Sentivo il mio pene ormai duro pulsare
Avevo bisogno di lei adesso,
Ma stava godendo così bene e volevo farla godere ancora prima di concentrarmi su di me, volevo che mi desiderasse e che cercasse quel piacere ogni istante della sua vita, piacere che solo io le avrei dato.
Quando la senti tendersi le infilai due dita lentamente e lei urlo' di piacere.
Piano, piano , poi più veloce, sempre più veloce.
La lingua torturava quella fragola calda e le dita battevano proprio sul punto del piacere
Venne urlando il mio nome
Venne godendo di me
Sfrenata e col fiatone mi attiro' a se baciandomi poi mi fece sdraiare di schiena e mi cavalco' ad occhi chiusi
Era uno spettacolo guardarla. Aveva il controllo totale, faceva quasi male osservarla mentre mi prendeva come suo e comandava il gioco, con i capelli sui seni ballonzolanti.
L'orgasmo ci travolse all'unisono
E crollammo entrambi ansimanti,
sudati e sazi di piacere,
ma non tanto da non continuare a baciarci ancora

Johnny Depp Il prima, durante e dopo il processoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora