𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 3.

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Maybe it's not about thehappy ending, maybe it's about the story

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Maybe it's not about the
happy ending, maybe it's
about the story.








Un'altra giornata di scuola è terminata; frettolosa e fugace come i due giorni passati.

Varco il cancello un piede dopo l'altro, con Sarah al mio fianco.
Non mi sorprendo quando intravedo il suo ragazzo fuori da scuola ad aspettarla.

«Dave mi dà un passaggio a casa, vieni con noi?»

La mia amica dai capelli rossi si ripassa il rossetto rosso sulle labbra carnose, mentre percorriamo la strada che ci porta all'uscita della scuola.
Si è fatta fare le trecce da Raya durante la pausa tra le ultime due lezioni, e ora che le ha sciolte i suoi capelli hanno un aspetto ancora più bello.

«No, grazie. Sai che Dave è amico di Rhys, sicuramente vorrà parlarmi di lui e convincermi a perdonarlo. Preferisco andare a piedi.»

«Sei sicura, purple? Posso sempre zittirlo, lo sai.» Sarah a volte usa questo nomignolo per chiamarmi dovuto ai miei capelli tinti di viola.

Quando ci siamo conosciute avevamo i capelli del nostro colore naturale: castano.
Poi un giorno abbiamo avuto la pazza idea di andare dal parrucchiere insieme e tingerci i capelli; io viola, lei rossi.
Sono passati anni, ma non abbiamo ancora abbandonato quei due colori che ormai ci rappresentano.

«Sicurissima. Ci vediamo domani.»

Ci salutiamo con un veloce abbraccio, poi la mia amica raggiunge il suo ragazzo e io mi affretto a infilarmi gli auricolari nelle orecchie e far partire la musica dal cellulare.
Mi piace camminare, ma farlo senza ascoltare la musica mi fa sentire in modo strano.

Dalla scuola alla mia abitazione distano circa venti minuti. Avrei anche potuto prendere l'autobus, ma essendoci una temperatura ancora calda, non voglio passare quei minuti rinchiusa in una spazio ristretto con l'odore non proprio piacevole delle altre persone.

Sono ormai sul vialetto di casa, con le chiavi in mano e lo zaino che penzola su una spalla sola, quando la mia attenzione viene attirata improvvisamente da qualcosa nel giardino dell'appartamento accanto al nostro.
Era vuoto da diverso tempo, a causa della morte del vecchio vicino, il signor Tucker, ma adesso noto le luci accese e una figura seduta sull'erba a dipingere la staccionata.

La mia vista da lontano non è delle migliori, ma grazie alle lenti a contatto riesco a focalizzare meglio quella figura impossibile da non notare. Non con quella altezza. I capelli castani e piuttosto lunghi, tirati all'indietro, e il biancore della sua pelle mi ricorda subito una persona.
Damian Barnes.

E nel momento in qui quella figura alza lo sguardo e si scontra con il mio, non ho più alcun dubbio.
È proprio lui.

Cosa ci fa nella casa accanto alla mia?

Black as my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora