𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 18.

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⇝ ℐ 𝒹ℴ𝓃'𝓉 𝒸𝒶𝓇ℯ 𝒾𝒻 ℐ 𝒻𝒶𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁ℴ𝓋ℯ 𝓌𝒾𝓉𝒽 𝒶 𝒹ℯ𝓋𝒾𝓁, 𝒶𝓈 𝓁ℴ𝓃ℊ 𝒶𝓈 𝓉𝒽𝒶𝓉 𝒹ℯ𝓋𝒾𝓁 𝓌𝒾𝓁𝓁 𝓁ℴ𝓋ℯ 𝓂ℯ 𝓉𝒽ℯ 𝓌𝒶𝓎 𝒽ℯ 𝓁ℴ𝓋ℯ𝓈 𝒽ℯ𝓁𝓁.⇜

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⇝ ℐ 𝒹ℴ𝓃'𝓉 𝒸𝒶𝓇ℯ 𝒾𝒻 ℐ 𝒻𝒶𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁ℴ𝓋ℯ 𝓌𝒾𝓉𝒽 𝒶 𝒹ℯ𝓋𝒾𝓁,
𝒶𝓈 𝓁ℴ𝓃ℊ 𝒶𝓈 𝓉𝒽𝒶𝓉 𝒹ℯ𝓋𝒾𝓁 𝓌𝒾𝓁𝓁 𝓁ℴ𝓋ℯ 𝓂ℯ 𝓉𝒽ℯ 𝓌𝒶𝓎
𝒽ℯ 𝓁ℴ𝓋ℯ𝓈 𝒽ℯ𝓁𝓁.⇜





Alcuni raggi del sole filtrano attraverso la finestra in vetro lucido, illuminando in gran parte la stanza.

Mi stiracchio con comodità, godendomi la morbidezza del letto che condividevo con Damian fino a poche ore fa.

Mi sono svegliata prima e ho visto che non c'era, poi mi sono riaddormentata e ora che sono sveglia del tutto, trovo la parte del letto accanto alla mia ancora vuota.

E anche se ammetterlo mi costa fatica, stare nel suo letto senza di lui, mi fa sentire... sola.

Non sento alcun rumore.

Deduco di essere rimasta ancora una volta da sola in questa casa dai ricordi sempre vividi, non solo nella mia testa, ma anche nel mio cuore.

Allungo una mano verso il comodino per prendere il cellulare, quando sento un pezzo di carta ripiegato. Mi metto seduta sul letto e lo apro, trovando una scrittura perfetta.

Sono andato a fare colazione. Non preoccuparti, al tuo risveglio troverai una brioche calda e un caffè in tazza grande.
- Damian. :)

Sorrido.

Non so da quanto tempo sia uscito, ma sento già lo stomaco brontolare e non credo di riuscire ad aspettare il suo arrivo. Vorrei tanto i fantastici pancake di mia madre, quelli sì che sono deliziosi.

Scrivo proprio a lei per sapere se è in casa e mi dice che sono andati a casa degli zii, mentre mia sorella è uscita con un'amica. Fantastico. Io non ho le chiavi e non posso nemmeno andare a casa per mangiare qualcosa o per farmi semplicemente una doccia.

Scendo le scale e arrivo al piano inferiore, constatando che in casa non c'è nessuno.

Salem viene a salutarmi e perdo qualche minuto ad accarezzarlo.
Il suo pelo è nero e morbido; immergere le dita tra i suoi peli è oltremodo rilassante.

Mi stiracchio, sentendomi ancora in parte stanca e assonata. La maglietta di Damian è così lunga che mi copre quasi tutto il corpo e non so se questo dovrebbe farmi ridere o meno.
Avendo i fianchi larghi, mi sorprende che la sua maglietta non me lo evidenzia affatto.

Il mio sguardo finisce sul pianoforte. È di un nero talmente lucido che ci si potrebbe addirittura specchiarcisi sopra.
Osservo con attenzione e meraviglia le vari parti che lo compongono: dalla cassa esterna, alle gambe nere e filiformi.
Tocco alcuni tasti, producendo un rumore stonato e fuori nota.

Ripenso all'eleganza di Damian mentre le sue dita affusolate si muovevano con maestria.

E come se nella mia mente partisse il trailer di un film; ripenso anche al suo tocco delicato ma sicuro sulla parte esterna del mio labbro. Al modo in cui ha intrappolato la crema nel suo pollice niveo, prima di portarselo alla bocca con un gesto sensuale e proibito.

Black as my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora