⇝ "𝒯𝒶𝓀ℯ 𝓂ℯ 𝓉ℴ 𝒫𝒶𝓇𝒾𝓈", 𝓈𝒽ℯ 𝓈𝒶𝒾𝒹.
"𝒴ℴ𝓊 𝒶𝓇ℯ 𝒫𝒶𝓇𝒾𝓈", 𝒽ℯ 𝓇ℯ𝓅𝓁𝒾ℯ𝒹. ⇜𝐃𝐚𝐭𝐢 𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐢 𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐯𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐫 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟒 𝐧𝐨𝐧𝐜𝐡𝐞́ 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨, 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨. 💞
Aver preso tutta quella pioggia mi ha causato un fastidioso raffreddore e qualche linea di febbre.
Mia madre ha notato che non stavo bene non appena è entrata in casa e mi ha vista, così mi ha cucinato una minestra calda e mi ha praticamente costretta a infilarmi sotto le coperte.
La mattina successiva sto ancora male e non vado a scuola.
«Fortunata» mia sorella mi guarda male. «Perché non la attacchi anche a me così posso stare a casa anch'io?» lo zaino le penzola su una sola spalla e il suo viso appena truccato è contratto in una smorfia.
«Vai a scuola, cretina.» le lancio un cuscino che si appresta a scampare. Lo raccoglie da terra e lo appoggia sul letto, con una smorfia giocosa sul viso dalla carnagione mulatta.
«Okay, okay» sbuffa. «A dopo!»
I miei genitori vengono a salutarmi prima di andare al lavoro e una volta rimasta da sola, mi copro meglio con le coperte e guardo qualche serie tv al computer. Mi soffio il naso ogni cinque minuti e sono già stanca di questa influenza.
Un tempo saltavo i giorni di scuola senza pensarci due volte. Non mi interessava saltare le lezioni, ma questo è l'ultimo anno e mi devo impegnare al massimo se voglio ottenere il diploma. Avrei dovuto averlo prima di mia sorella, ma penso sarà emozionante riceverlo insieme alla cerimonia.
Immaginare la me del futuro tra i corridoi del college con la mia macchina fotografica appesa al collo, mi fa sentire emozionata e spaventata al tempo stesso.
Prima non avevo qualcuno di speciale da lasciare in questa cittadina, se non i miei genitori, ma ora nella mia vita esiste un vampiro dallo sguardo scuro e il cuore grande. L'idea di stare lontana da lui non mi aggrada, ma al momento non voglio farmi influenzare da certi pensieri.
Mi sto quasi addormentando, con il computer ancora acceso, quando sento un rumore simile a dei passi provenire dal tetto e pochi istanti dopo delle nocche sbattono contro il vetro dellla mia finestra.
Inizialmente penso di essermelo immaginato, ma quando quel rumore mi colpisce ancora i timpani, mi decido ad alzarmi dal letto con il mio pigiama imbarazzante e il naso colante.
Intravedo una figura accovacciata. Scosto la tenda turchese, rivelando un viso conosciuto.
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Black as my soul
Vampiri«𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞, 𝐀𝐦𝐚𝐛𝐞𝐥. 𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐟𝐨𝐭𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐚𝐝𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐥 𝐬𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐞...