𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 35.

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– Loving a villain dosen't mean that you are

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– Loving a villain dosen't mean that you are.
It means you love him enough
to see the good in him.






«Amabel...»

Sento una mano scuotermi.

Mugugno qualcosa, girandomi dall'altra parte.

«Amabel, è mezzogiorno, ti vuoi alzare?» riconosco la voce di mia sorella. «Datti una lavata prima di scendere al piano di sotto, puzzi di fumo e alcol, mamma e papà non sarebbero contenti.»

Apro gli occhi, girandomi verso mia sorella, prima di lanciare uno sguardo sull'orologio.

La testa mi pulsa lievemente e mi sento un po' spaesata, ma so che mia sorella ha ragione: mi devo fare una doccia al più presto.

Mentre l'acqua calda mi scivola addosso, ripenso agli avviamenti di questa notte.

Ero con Harry, abbiamo fumato, bevuto, poi... ci siamo baciati e... Damian!

Lui mi ha portata a casa.
Mi sono completamente addormentata tra le sue braccia e non ho sentito più niente.
Devo sapere come ha fatto a portarmi fino alla mia camera senza farsi sentire dai miei genitori.
Era parecchio arrabbiato... e ripensando al bacio con Harry mi sento subito in colpa.

Sono una stronza.
Ma anche Damian lo è, quindi va bene così.

Cerco di convincermi, ma la realtà è che no, non va affatto bene così.

Lui mi ha mentito, è vero. Ma noi due stiamo ancora insieme, solo perché non ci parliamo da giorni – perché io mi sono allontanata – non significa che baciare un altro ragazzo sia giusto.

Mi guardo allo specchio più volte prima di scendere di sotto, le occhiaie sono troppo evidenti e sono costretta a nasconderle con il correttore. Sono in uno stato pietoso, stanca come se avessi corso una maratona quando ho semplicemente passato una serata fuori.

Pranzare con i miei genitori mi fa tornare il buon umore, perché solitamente non abbiamo molto tempo da trascorrere insieme, non come lo abbiamo nel weekend.

«Mamma, mi hai messo i piselli nel piatto?!» si lamenta Caelie. «Lo sai che non mi piacciono!»

«Passamelo» mia madre rotea gli occhi. «Ecco, niente piselli, contenta?» usa un tono derisorio, come se stesse parlando con una bambina.

Caelie annuisce senza dire più niente.

Durante il pomeriggio, non appena i miei genitori escono per fare la spesa e rimango da sola con Caelie, ne approfitto per farle qualche domanda.

«Senti, ma... tu questa notte hai sentito qualche rumore?» domando vaga.

Mia sorella fa un sorrisetto malizioso e lascia da parte il suo cellulare per un attimo. «Vuoi sapere se sono stata io ad aprire la porta a Damian, mentre tu dormivi beatamente tra le sue braccia?» domanda diretta.

Black as my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora