Capitolo 29.

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– "Perché non vuoi che gli altri vedano che c'è del buono in te?"– "Perché se vedono del bene, si aspettano il bene e non voglio dover soddisfare le aspettativealtrui

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– "Perché non vuoi che gli altri vedano che c'è del buono in te?"
– "Perché se vedono del bene, si aspettano il bene e non voglio dover soddisfare le aspettative
altrui."





⚠️ Nel capitolo sono presenti scene violente e un vampiro spietato e sexy.





Damian.



Alcuni giorni prima.


Quando ami una persona nel modo intenso e profondo in cui io amo Amabel, l'ultima cosa che vorresti è sapere che qualcuno le ha fatto del male.

Sono rimasto ore ad osservare la ragazza dai capelli viola dormire.
Ho studiato i suoi tratti – anche se ormai li conosco meglio dei miei, guardato le sue labbra carnose e schiuse fare dei mormorii buffi.

E se sono riuscito a mantenere la calma e non fiondarmi subito sul pezzo di merda che ha osato farle del male, è solamente grazie a lei.

Ma ora sono uscito dalla sua stanza; non sento più il suo odore fragrante, la sua voce sempre decisa e dal timbro piacevole come una nota di pianoforte.
Ora l'unica cosa che può calmare in parte il mio animo tormentato è uccidere Channing Hunt.

Impiego un po' per ricavare informazioni su di lui. Vago per la città come un nomade, osservo gli umani correre qua e là, impegnati nelle loro faccende noiose e non inclini all'interesse di un vampiro.

Lo cerco per ore, e non appena scopro dove abita, raggiungo quella via con la mia velocità vampiresca.
I canini già pronti per essere utilizzati e lo stomaco brontolare all'idea di essere riempito dal suo sangue.

Senza guardarmi intorno o preoccuparmi di essere visto da qualcuno, sfondo la sua porta con un calcio e quello che mi trovo davanti è un uomo con la barba folta, una cascata di capelli castani e diversi tatuaggi sulle braccia.
È seduto su un divano sporco e rovinato, con una birra in una mano e un sigaro nell'altra.

È talmente occupato a scolarsi quella birra da rendersi conto solamente dopo alcuni istanti della mia presenza.

Afferro un vaso di vetro, posto davanti all'entrata e lo scaravento contro il muro alle sue spalle.

«E tu chi cazzo sei?!» esclama non appena sente il frastuono e si accorge del mio arrivo.

Si alza con fatica e lo vedo puntare lo sguardo da viscido su un coltello posto accanto a dei piatti sporchi su un sudicio tavolino di vetro.

Lo raggiungo così in fretta da lasciarlo destabilizzato.

Le mie mani sono sulla sua gola e i miei canini iniziano a spuntare.

«Oh» stringo con talmente tanta intensità da fargli uscire gli occhi dalle orbite. «Io sono il diavolo, e tu, lurido bastardo, stai per andare all'inferno.»

Lui non può dire niente. Mi avvento sul suo collo e mi fermo prima che possa perdere i sensi.

«Cosa... cosa vuoi da me?» balbetta spaventato.

«Non è chiaro? Voglio farti a pezzi.»

Lo afferro per la gola e lo scaravento contro il muro. Il suo corpo finisce contro un quadro e il vetro si riversa lungo il pavimento.

Tossisce malamente, mentre la sua bocca si riempie di sangue.

Eseguo tutto con apposita lentezza, con il solo scopo di farlo soffrire.

Prima lo spoglio e lo lascio riverso a terra, nudo come un verme.
Dopodiché gli calpesto lo stomaco con uno stivale e mi godo il rumore dei suoi lamenti.
Un calcio.
Diversi pugni che gli spaccano la faccia.
E dopo, solamente dopo, prima che possa lasciare questo mondo, prendo un coltello da cucina e faccio quello che si merita: lo privo di quel membro che ha osato per insinuarsi nel corpo di una giovane ragazza innocente.

Le sue urla riempiono la stanza.

Qualcuno bussa alla porta, allertato dal rumore.

Ma io non mi fermo.

La mia rabbia non svanisce.
Nemmeno quando la sua testa rotola via e le sue urla hanno cessato di esistere.

Le mie mani sono sporche, la mia anima si è macchiata di un altro peccato.

Ma per Amabel Hunt sarei disposto a commettere qualsiasi sbaglio.

Giustizia e vendetta non sono sinonimi, non significano la stessa cosa.

Ma ci sono dei momenti, in cui la vendetta è l'unica arma che possiamo usare.

L'oscurità mi avvolge, ma mentre osservo quel corpo privo di vita, l'unica cosa a cui penso è il modo in cui lo farei e rifarei più volte, solo per sapere di aver liberato questo mondo dall'essere spregevole che ha osato ferire la ragazza che amo.

Black as my soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora