14. Credo in te

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Credo che giornate peggiori di quella di ieri, per me, si possano contare sulle dita di una mano

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Credo che giornate peggiori di quella di ieri, per me, si possano contare sulle dita di una mano. Non mi sono mai sentito peggio di così.

Dopo aver lasciato Athena, che stava andando a casa, mi sono chiuso nel box con i miei meccanici e ingegneri e dopo essermi scusato ci siamo messi tutti al lavoro. Ci abbiamo messo parecchio tempo e tutti siamo usciti di lì solo dopo le undici di sera.

Abbiamo abbondantemente rotto il coprifuoco ma del resto parto già ultimo quindi possono penalizzarmi quanto li pare.

Quando sono tornato a casa il mio raggio di sole era sul divano con un libro in mano. È la scena più bella che io abbia in mente al momento.

Ho sempre visto Athena come una ragazzina e siamo sempre stati prima amici che fidanzati ma in questo preciso istante mi sono reso conto che siamo entrambi cresciuti. Vederla sotto una nuova luce mi ha fatto battere il cuore troppo forte. Queste emozioni ritrovate ho paura che mi facciano solo del male.

La mattina dopo alle sette sono già in piedi e pensavo di lasciare un biglietto ad Athena prima di andare al circuito. Appena metto piede in cucina però l'odore di caffè mi sveglia definitivamente

DECLAN: già sveglia?

ATHENA: Certo, avevo da fare alcune cose

Come accade molto spesso, del resto è così che si è guadagnata il suo soprannome, è baciata da un raggio di sole che entra dalla finestra. Sembra quasi che il sole sia attratto da lei... e in fondo chi non lo è?

Questa mattina ha deciso di indossare il mio colore preferito e bisogna dire che il giallo le dona tantissimo.

ATHENA: Vai già al circuito?

DECLAN: Dobbiamo finire le ultime cose...

ATHENA: Avevo detto che oggi avresti corso

DECLAN: Hai anche detto che avrei vinto

ATHENA: Alle cinque vedremo chi ha avuto ragione... ma non fasciarti troppo quando quella sarò io

DECLAN: Arrivo al massimo quarto... di più è impossibile

ATHENA: Credi quello che vuoi e lasciami credere in te

Le poso un bacio tra i capelli e apro la porta

DECLAN: Ti aspetto nel paddock a mezzogiorno per pranzare insieme

ATHENA: Sai una volta si usava chiedere prima

DECLAN: Se avessi chiesto cosa avresti risposto?

ATHENA: Sì?

DECLAN: A posto allora. Mi raccomando puntuale che non voglio vomitare tutto nel cockpit durante la gara

Le faccio l'occhiolino ed esco chiudendomi la porta dietro di me

Appena arrivo al circuito mi rendo conto che c'è praticamente solo la mia squadra al lavoro. Per scusarmi dell'enorme lavoro aggiuntivo che hanno dovuto fare per colpa mia ho portato dei dolci per colazione.

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