10.Rapporto speciale

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All'inizio del weekend di gara mi ero posto come obiettivo quello di non fare schifo e arrivare quanto meno davanti al mio compagno

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All'inizio del weekend di gara mi ero posto come obiettivo quello di non fare schifo e arrivare quanto meno davanti al mio compagno. Solitamente punto direttamente al gradino più alto ma con il mio pessimo umore sapevo che non sarei riuscito ad arrivarci tanto facilmente.
La situazione però è cambiata giovedì sera.

La scoperta che la lettera in realtà era falsa e che il mio raggio di sole in realtà non mi ha mai voluto lasciare mi ha dato una scarica pazzesca. Certo ho passato l'intero venerdì a rimuginare sul fatto che entrambi abbiamo passato gli ultimi otto anni a piangerci addosso senza alcun motivo ma poi abbiamo passato tutte le serate insieme.

Sono passati anni ma la sensazione di leggerezza e tranquillità che provo quando sono con lei non sono cambiate. Ho sempre avuto una maschera con le persone ma con lei mai e il fatto di doverla tenere sempre stava iniziando a pesare e non poco. Lei è stata una ventata di aria fresca e i risultati si vedono eccome.
Da quando lei è tornata nella mia vita, e non parlo solo degli ultimi giorni ma da quando i nostri sguardi si sono incontrati di nuovo sotto la pioggia battente del suo balcone, la mia vita è come se avesse trovato un nuovo punto si svolta.

Dal Gran Premio di Spagna ho collezionato solo ed esclusivamente pole position e vittorie. Se bastava il mio raggio di sole a rimettermi in corsa per il titolo sarei andato a cercarla prima.

Dal flusso di coscienza mi sveglia l'addetto al podio che mi dice che è il mio turno di salire.
Esco dal retro e appena getto lo sguardo sulla folla mi rendo conto che il rosso predomina su qualsiasi cosa. Gli unici colori al di fuori del rosso sono il verde e il bianco del tricolore italiano e qualche bandiera britannica e azera qui e là.
La cosa bella di questa scuderia è che indipendente dal pilota e dai risultati i suoi tifosi la sostengono con una passione ineguagliabile. Certo non mancano i tifosi che supportano solo me ma la passione per la rossa è qualcosa di indescrivibile.

Qualche esponente dell'automobilismo azero di cui non ricordo assolutamente il nome, anche se me lo hanno presentato, mi premia e neanche il tempo di alzare il trofeo al cielo che il mio sguardo si perde nella folla alla ricerca del mio raggio di sole.

Neanche a farlo apposta un raggio di sole viene deviato da qualche superficie riflettente che è proprio la sua collana.

Appena vede che il mio sguardo è su di lei mi fa un enorme sorriso che ricambio immediatamente. Non credo di aver mai sorriso così tanto sul podio e sono certo che la cosa non passerà inosservata.

Finita la festa del podio scendo e dopo aver preso le congratulazioni del team vengo fermato da Alberto. Dopo aver discusso velocemente dei piani per i prossimi giorni, si complimenta con me sottolineando come non si aspettasse un granché vedendo il mio pessimo umore giovedì. Come biasimarlo?

Lunedì mattina sono sveglio alla buonora nonostante sarei rimasto volentieri a letto fino all'ora di pranzo. Il motivo è che da Baku dobbiamo spostarci direttamente in Canada per la prossima gara. Sono anni che ci lamentiamo di questa doppia trasferta transoceanica ma l'unica risposta che otteniamo è che non si può fare altrimenti. Non solo è scomoda per la durata ma ha poi anche poco senso visto che subito dopo il Canada dobbiamo tornare in Europa. Certo detto da uno che viene pagato per bruciare carburante intorno a un circuito è strano ma questo spostamento disorganizzato è dannoso anche per l'ambiente.

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